venerdì 24 febbraio 2023

VICINA È LA PAROLA QUARESIMA 2023/A

VICINA È LA PAROLA 
QUARESIMA 2023/

Basteranno “40 Giorni” per ritrovare la strada che in alcuni momenti sembra perduta, la  sorgente d’acqua per dissetarci e riprendere il cammino? 
Per ritrovare la chiarezza dei nostri pensieri e delle nostre azioni e vincere l’oscuramento del  nostro sguardo sulla nostra esistenza e sulla storia? 
Non sono bastati “40 anni” al popolo di Israele, peregrinante nel deserto, per imparare a  vivere nella libertà dopo essere stato liberato in una notte dall’Egitto! 
Eppure in “40 giorni”, dopo il diluvio, Dio ha creato di nuovo tutto; Elia è arrivato al “monte  di Dio, l’Oreb” dopo una drammatica fuga da chi ne voleva la morte; Gesù ha lottato per essere  fedele al suo rapporto filiale con il Padre: Egli ha vinto anche per tutti coloro che lottano per la  libertà o nemmeno ne hanno le forze 
A noi non basteranno, ma sono sufficienti per alzarci e muovere i nostri passi verso nuovi  orizzonti di vita, sostenuti da una Parola già vissuta da altri la cui storia può ridare nuovo significato  anche alla nostra come Noè, Abramo, Mosè e il popolo, Giona, Davide, Elia… Gesù stesso. 
È proprio la Parola a tessere nelle nostre trame un senso ed a tratteggiare di luce i nostri  giorni, a darci la possibilità di un cambiamento, di una nuova rotta come novità incessante che  distrugge sicurezze autonome e false. 
Un dono da accogliere, un’indicazione per una strada da percorrere insieme verso un  incontro con Chi già ha deciso di venirci incontro! 
Saremo compagni di viaggio con tutti coloro che cercano di “rifarsi una vita”, di ritrovare una  loro dignità… 
È anche per questo che ogni anno iniziamo “un tempo” che è già un’esperienza di vita nuova,  immersione nella morte e risurrezione di Cristo, e quindi di perdono e di riconciliazione. 
Immergendoci nel Vangelo, in particolare proclamato nelle nostre assemblee domenicali,  ritroveremo il senso ed il valore della nostra esistenza cristiana e della nostra esperienza di Chiesa. Il nostro percorso sarà così segnato da incontri che ci mostrano la reale possibilità, anche per  noi oggi, di rintracciare la strada percorsa fin dall’inizio dalla Presenza che in Gesù di Nazaret è  diventata vita piena ed eterna. 
Lo seguiremo nel deserto, sospinti dallo Spirito, lottando per la nostra fedeltà di figlie e di  figli, che sarà confermata e trasfigurata sul monte dal Padre stesso [I E II DOMENICA]. Il suo Figlio, Inviato a voi, ci darà appuntamento sul bordo di un pozzo per appagare la nostra  sete d’amore [III DOMENICA]; nel tempio per illuminare la nostra cecità [IV DOMENICA] e fin davanti ad  una tomba per sperimentare che Lui è la Vita e la Risurrezione, un amore più forte della morte.
Il percorso evangelico del ciclo “A” 
È l’itinerario più “tradizionale”: contiene i testi dell’ultimo periodo nell’antico catecumenato  ed è composto da 5 domeniche. Le prime due, comuni anche nei cicli B e C, costituiscono i cardini  su cui si aprono i due battenti del “portale di quaresima” con i brani del vangelo di Matteo: I domenica -Le prove di Gesù nel deserto: Figlio fedele al Padre,  
lotta con noi e vince per noi (Matteo 4,1-11). 
II domenica - La trasfigurazione di Gesù sul monte: il Padre conferma il Figlio “amato”. (Matteo 17,1-9) 
I - La nostra esistenza di battezzati è minacciata spesso da prove che se affrontate con  responsabilità, ci aiutano a fidarci solo di Dio-Padre come figli amati da Lui. È una fiducia sorretta  dalla vittoria di Gesù sulle tentazioni “dia/boliche” che hanno cercato di separarlo come Figlio dal  Padre, dubitando della sua identità filiale e inducendolo a vivere in un’autonomia mondana. 
II - È proprio il Padre che attesta e manifesta il suo amore per il Figlio unigenito nella  trasfigurazione sul monte. Anche noi cristiani/e come suoi discepoli, pur provati, siamo  progressivamente trasfigurati da questo amore e la nostra esistenza è trasformata. Questo è il vero  cambiamento operato dal Battesimo, dalla Pasqua vissuta nella carità e nell’eucaristia! L’essere  umano ritorna così, in Cristo, alla sua identità originaria: immagine e somiglianza di Dio. 
Le tre domeniche successive sono “catechesi battesimali e pasquali” attraverso affascinanti  e straordinari racconti evangelici di Giovanni:  
III domenica: Gesù, Dono del Padre, è l’Acqua viva che disseta il nostro bisogno d’amore. “LA SAMARITANA- Giovanni 4,5-42 
IV domenica: Gesù è Luce che guarisce la nostra cecità  
per vedere con chiarezza nella nostra esistenza. 
“IL NATO CIECO” - Giovanni 9,1-41 
V domenica: Gesù è la Vita che ci fa risorgere e non fa prevalere ogni forma di morte. “LAZZARO RISUSCITATO” - Giovanni 11,1-45 
La Liturgia della Parola 
Le letture dell’Antico Testamento [I lettura]: 
sono un itinerario in 5 tappe che percorre tutta la storia della Salvezza nell’Alleanza tra Dio  e l’umanità, il suo popolo: da ADAMO (Genesi 2 e 3), ABRAMO (Genesi 12), MOSÈ (Esodo 17), DAVIDE (1Samuele 16) fino allo SPIRITO vivificatore (Ezechiele 37). Questo percorso si realizza e si attualizza  in GESÙ il nuovo Adamo, il Giusto, nel quale si compie la “nuova alleanza”, l’Unto che guida il popolo  dei redenti e lo vivifica con il suo Spirito effuso dalla croce. 
Le Lettere Apostoliche [II lettura]: 
ci attestano l’esperienza delle prime comunità cristiane e la loro azione “sacramentale” in  base a quanto hanno assimilato dell’annuncio evangelico e ora comunicano anche a noi che  ascoltiamo la loro testimonianza: Dio ci ama gratuitamente (Romani 5, 12…), ci chiama e ci illumina (2Timoteo 1) con l’effusione in noi del suo Spirito (Romani 5 e 8) che ci fa risorgere a vita nuova (Efesini 5). 
Preghiamo con la Liturgia 
O Padre,  
ascolta la nostra preghiera 
all’inizio del cammino annuale dei “40 Giorni”. 
Accompagnaci con la luce  
e la forza del tuo Spirito  
perché possiamo seguire più da vicino 
il tuo figlio Gesù,  
lottando e vincendo con Lui  
le resistenze del nostro egoismo.
Scopriremo così, passo passo,  
che anche noi siamo tuoi figli e figlie amati: dissetati, illuminati, rinati  
insieme con Lui,  
Gesù Cristo, nostro Signore. 
Amen.

sabato 18 febbraio 2023

VICINA È LA PAROLA 19 FEBBRAIO 2023 DOMENICA VII ANNO A Oltre… c’è solo l’AMORE

VICINA È LA PAROLA 

19 FEBBRAIO 2023 

DOMENICA VII ANNO

Levitico 19,1-2.17-18 / Salmo 102 

1Corinti 3,16-23 

Matteo 5,38-48 

Oltre… c’è solo l’AMORE 

L’amore ha mille risvolti e presenta sempre nuovi orizzonti. 

A proposito cito spesso Italo Calvino: “L’amore non ha confini se non quelli che noi gli diamo”.  E noi umani vorremmo scoprirne sempre nuove vibrazioni e colorazioni capaci di dare alla  nostra esistenza sbiadita e insipida una spinta rinnovatrice. 

Nel nostro prossimo incontro con le coppie che si preparano al sacramento delle nozze,  rifletteremo sul perdono nella relazione amorosa… ma non solo davanti ad un incidente letale come  il tradimento (che poi anche questo conosce tante versioni nella quotidianità… perché penso che  chi ha tradito una volta il proprio uomo o la propria donna con un altro/a lo ha già fatto molte volte  con se stesso). 

Perdonare non è riammettere l’altro/a alla propria amabilità o condonare un debito facendo  un favore, un “grazia” all’altro, ma è dare a se stessi la possibilità di vivere, di vivere appieno e fino  in fondo; perché perdonare è vivere, è risorgere passando dalla morte alla vita. 

La misericordia opera in quattro modi: custodisce, sopporta, ravviva, guarisce, e tutto  questo è la tenerezza dell’amore”. [GIULIANA DI NORWICH, 1342-1416] 

“Coniugare l’amore con la tenerezza e la misericordia può unire poli apparentemente  inconciliabili; essenziali però a sorvegliare i rischi del desiderio… declinati esclusivamente in riposta  ad un bisogno. La tenerezza tempera l’urgenza del bisogno e dell’aggressività, e si sperimenta come  condivisione della fragilità mettendo al riparo sia dall’arroganza che esclude, sia dalla  colpevolizzazione dell’altro come mezzo per difendere se stessi. La misericordia, d’altra parte è il  passaggio necessario per guarire le frustrazioni del desiderio, permettendo così di salvare la  relazione dalla frattura. L’agape, sintesi di misericordia e di tenerezza, è il cuore e il traguardo di  ogni relazione che voglia essere insieme appagante e responsabile”. [DOMENICO PEZZINI, L’acqua e la  rosa

Contestualizzazione evangelica 

Continuiamo la lettura del “Discorso del Monte” [Matteo 5,1- 7,29] nel quale notiamo che  l’evangelista riporta l’insegnamento del Nazareno alle folle ed ai suoi discepoli che “annunciava il  Vangelo del regno” (4,23) procedendo per “opposizioni” (ben 6!) tra i precetti della Torah ebraica  ed una nuova “anzi, io vi dico” (5,22); in realtà nella sua intenzione vuole essere una  “estensione/radicalizzazione”. Il brano di questa domenica riporta la quinta e la sesta: vv. 38-48. 

Anzitutto il Maestro insegna ai suoi come gestire le relazioni, soprattutto quelle conflittuali  di cui dà quattro esempi (cf vv. 38-42), oltrepassando il semplice voler arginare ogni desiderio di  vendetta (la cosiddetta “legge del taglione” cf Esodo 21,23ss) e nello stesso tempo “rompendo” la 

“risposta simmetrica” che viene dalla reazione naturale. Il discepolo di Gesù è chiamato a rispondere  “sottraendosi al circolo vizioso delle azioni simmetriche per assumere una nuova logica” quella del  Figlio stesso (vedi il modo in cui Matteo descrive l’atteggiamento con cui Gesù affronterà il suo  processo e la sua passione). Questo è il “di più” (cf v. 47) che Egli propone e chiede e che non ha  nulla di remissivo e di rinunciatario! 

Il motivo di fondo di questa nuova logica sta nel primato dell’amore che non conosce confini,  nemmeno quello davanti al “nemico” (cf vv. 43-48) che viene incluso anch’egli nel “prossimo”,  come il Padre che considera tutti figlie e figli suoi! (cf Luca 10,37) 

Il credente non può pensare di fuggire dalla realtà: anch’egli ha dei nemici, le prime  comunità cristiane ne avevano! 

La sapienza evangelica ci educa partendo dall’inizio, dal considerare gli altri senza  suddividerli tra simpatici e antipatici, amichevoli/benevoli e ostili… sono tutti prossimi da amare.  L’altro/a, chiunque sia, è un fratello e una sorella per chi considera il Dio di Gesù suo Padre. “Diventerete così perfetti come il vostro unico Padre” (cf v. 48). 

Il primo di noi è Gesù stesso che è “come” il Padre proprio perché ci ha amati com’egli è  amato da Lui (cf Giovanni 15,9-11) e come noi così ha amato l’intera umanità (cf Gv 3,16) 

Ambientazione liturgica 

Ogni volta che “entriamo in chiesa” per la celebrazione non dovremmo mai dimenticare  quello che Paolo scrive ai Corinzi: “non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in  voi? Santo è il tempio di Dio, che siete voi”. [II lettura

La stessa santità chiesta dal Signore al suo popolo, Israele, è suo dono: una comunicazione  di santità che consiste nell’amore verso il prossimo, fatto di perdono. [Levitico 19 - I lettura] Ognuno di noi, con la forza di questo Spirito, riesce a superare la sua naturale inclinazione e  diventa capace di amare nella vita di ogni giorno e di questo dono esultiamo con il salmista [Salmo  2 - Ingresso]: lo stesso amore di Dio dimora in noi in modo “perfetto” come Lui lo è. [1Giovanni 2,5  - Acclamazione all’Evangelo

Lo cantiamo anche nel salmo responsoriale: il suo perdono, il suo amore… sono quelli di un  padre per i suoi figli [Salmo 102]. 

In base a quale sapienza? Quella che ha ispirato Gesù ad essere così libero da essere “per  noi”, quindi di Dio e noi con Lui. [1Corinzi

Preghiamo con la Liturgia 

O Dio nostro Padre, 

che nel Vangelo del tuo Figlio 

hai rivelato la perfezione dell'amore, 

apri i nostri cuori all'azione del tuo Spirito, 

perché siano spezzate le catene  

della violenza e dell'odio, 

e il male sia vinto dal bene. 

Amen.


sabato 11 febbraio 2023

VICINA È LA PAROLA 12 FEBBRAIO 2023 DOMENICA VI ANNO A LIBERI da…di… per… con…

VICINA È LA PAROLA 

12 FEBBRAIO 2023 

DOMENICA VI ANNO

Siracide 15,16-21 / Salmo 118 

1Corinti 2,6-10 

 Matteo 5,17-37* 

LIBERI da…di… per… con… 

Ho proposto questa riflessione ai miei studenti delle classi multietniche e di diverse fedi  religiose. È stato faticoso farli riflettere ed invitarli a rispondere… ma hanno raccolto la sfida. Hanno desistito dall’opporsi quando ho detto chiaramente loro che erano liberi di non farlo, ma anche che  solo se si fossero coinvolti avrebbero capito se erano veramente liberi o no. 

Un bel sofisma… No, rispecchia la realtà! 

Contestualizzazione evangelica 

Cosa c’è “di più” nel Vangelo di Gesù rispetto a quello che ci ha trasmesso la Legge di Mosè? Questo è stato per un po’ di tempo l’interrogativo che ha animato le prime comunità composte dalle cristiane e cristiani provenienti dal giudaismo (cf Galati 4,31). Di sicuro hanno cercato una risposta nelle memorie dell’insegnamento proposto dal  Nazareno e la narrazione di Matteo ha cercato di dare una risposta più articolata ed esaustiva. Forse  a noi tutto questo può dare l’impressione di non riguardarci direttamente, di avere altri problemi  da affrontare oggi come credenti nel mondo. 

Anche in situazioni così differenti per no, l’appello evangelo è lo stesso: la libertà dell’amore cf Galati 5,1-18; 1Corinzi 8,1.9; 9,1 ss.)

Era lo stesso appello rivolto alla libertà dell’essere umano contenuto nella Torah: un dono di  Dio offerto gratuitamente al suo popolo, un’alleanza per “imparare” a vivere nella libertà e  sostenuta solo dalla sua tenerezza e misericordia, fedeltà e compassione (cf Esodo 34,6). Una pretesa troppo ingenua, troppo facile da eludere e deludere? 

La storia della salvezza contenuta nella Scrittura lo attesta. 

Una proposta troppo fiduciosa nelle reali possibilità umane, abili a trovare scorciatoie e  contraffazioni che finiscono per snaturarne il senso? 

Gesù ha ben chiaro tutto questo e il racconto evangelico di Matteo nei capitoli dal 5 al 7 smaschera ogni inganno in quel “Ma io vi dico” così perentorio e nello stesso tempo innovativo. Non un “rammendo su uno strappo” (cf 9,16) ma “vino nuovo in otri nuovi” (cf v. 17)  cominciando proprio a far “nuove” le persone con la sua parola e la sua cura (cf 4,23-25). Un “compimento” che non è la ciliegina sulla torta, ma la reale possibilità di non fallire  ancora nelle promesse contenute nella Legge stessa. L’amore che il Nazareno stesso porta a  compimento nella sua morte e risurrezione e che dona come “suo e nuovo comandamento” (cf  Giovanni 15,12; 13,34) è l’unico tracciato di sviluppo autentico della libertà umana.

Da essa la parola evangelica, articolata in tutto “il discorso della montagna”, intende far emergere il meglio dell’umano che c’è in ciascuno di noi “davanti al Padre” [che quando è definito  celeste non ci riferisce ad una colorazione o ad un luogo dove dimora ma in quanto “Padre di tutti”  senza distinzioni!], in un rapporto di filiale fraternità: “il tuo fratello”, ripetuto come un ritornello 

qui e lungo tutto il racconto evangelico di Matteo (cf 5,23.45). 

Ambientazione liturgica 

L’ingresso nella celebrazione liturgica di questa domenica è accompagnato da un’antifona  che si rivolge al Signore “difesa, rocca e fortezza che mi salva… mio rifugio; guidami per amore” [Salmo 30,3-4]. 

Questo ci ricorda anzitutto che il Risorto è in mezzo e che Egli per primo compie in sé quello  che la Parola chiede a noi. 

Il richiamo “Se tu vuoi puoi…” fa leva proprio sulla libertà umana e sul rapporto con il Signore  che la previene [Siracide 15 – I lettura]. Egli non è spettatore imparziale, ma in Gesù compie quello  che chiede: su di Lui infatti si fonda la nostra “beatitudine”, non sulla nostra riuscita.  

Egli ci dona una nuova capacità di vedere e di discernere che ci consente di “custodire con  tutto il cuore la Parola… di metterla in pratica” [Salmo 118]. 

Opposto è l’atteggiamento dei “dominatori di questo mondo” che sotto la pretesa di rendere  autonomi e indipendenti contrabbandano ben altre leggi, mentre lo Spirito di Dio scruta tutto e ci  permette di vedere quanto Dio ci ami [1Corinzi 2 – II lettura]. 

È questo che ha illuminato lo stesso sguardo di Gesù nel “togliere il velo” su quello ch, anche  se non capito, può però essere vissuto anche da noi [Acclamazione all’Evangelo – Mt 11,25]. 

Preghiamo con la Liturgia 

O Dio nostro Padre, 

che nel tuo Figlio riveli la pienezza della Legge 

fondata sul tuo amore, 

fa’ che il popolo cristiano qui radunato 

per offrirti il suo sacrificio pasquale, 

sia coerente con le esigenze del Vangelo, 

diventando così strumento fraterno di riconciliazione 

e di pace in questo mondo. 

Amen.

Vicina è la PAROLA 21aprile 2024: IV Domenica di Pasqua- Farsi guidare è lasciarsi amare

Vicina è la PAROLA 21aprile 2024: IV Domenica di Pasqua Atti 4,8-12 / Salmo 117 1Giovanni 3,1-2 Giovanni 10,11-18 Farsi guidare è lasciars...