sabato 23 dicembre 2023

Vicina è la Parola Dio nessuno lo ha mai visto… E INVECE SI! E’ proprio questo il paradosso del Natale: Lo abbiamo visto, udito, toccato!

Vicina è la Parola 
Giovanni 1,1-18: 
Giorno del Natale e Domenica di Natale
Luca 2,1-52: 
Notte / Aurora del Natale / Famiglia di Nazareth


Dio nessuno lo ha mai visto… E INVECE SI!

E’ proprio questo il paradosso del Natale: Lo abbiamo visto, udito, toccato!

Nonostante i millenni passati è sempre lo stupore che ci coglie quasi di sorpresa.

Possiamo dirlo senza dubbio, anche se riconoscerlo non è poi così immediato… ma non abbiamo più alibi. Sappiamo quanta fatica per accoglierlo così nella nostra e ormai sua umanità, carnalità, però è davvero entusiasmante, oltre che imbarazzate, sapere che in questo “nascondersi” si rivela.

Solo l’Amore poteva immaginare qualcosa del genere e realizzarlo nel modo così “vitale”, normale, mentre non lo è affatto: l’invisibile nel visibile, il divino nell’umano, lo spirito nella carne.

Solo l’Amore ha potuto far suo quello che per noi è così arduo da vivere fino in fondo, da accogliere ed accettare: noi stessi, la storia, il mondo in cui siamo.

Mente l’umanità ancora si dibatte nel sangue di ferite che non si rimarginano, la Vita pulsa nel ventre di una donna, cresce, si sviluppa e viene alla Luce: vive per dare Vita, affinché la Vita non finisca ma sia eterna!


La Parola del Padre è diventato carne umana.

Incursioni nel Tempo Natalizio

Questo è l’annuncio dell’Evangelo secondo Giovanni (1,14) che ascolteremo nella celebrazione del “Giorno di Natale” e che riecheggerà nelle Liturgie domenicali natalizie.

La comunità cristiana, nata dall’evento della risurrezione, ha sviluppato la sua esistenza storica da quell’evento di morte-vita che il Crocifisso-Risorto continua a celebrare con essa; ma ha già iniziato ad esistere nel ventre di Maria, quando la divinità del Figlio si è unita con la sua e nostra umanità.

Parola che è Vita - Luce di ogni essere umano e che abbiamo visto nella sua piena manifestazione [gloria], come amore gratuito e verità.

Un dialogo “primordiale” tra Padre e Figlio che coinvolge ed include silenziosamente ogni essere vivente, inesorabilmente prima ancora che qualcuno riesca a sentirlo ad ascoltarlo.

La Parola, proclamata nella comunità, non viene dall’alto ma emerge così dalla nostra stessa umanità, si esprime con le nostre parole: è finalmente udibile e comprensibile.


Le Letture bibliche che che ascolteremo in questo tempo natalizio ci testimoniano “le cose che si dicevano di Lui”… mentre ancora nessuno lo aveva sentito parlare.

Eppure quanto dice a chi lo incontra!

I pastori se ne tornarono, glorificando Dio, per tutto quanto avevano udito e visto” (Luca 2,20).

Se lo passano di braccia in braccia e chi lo vede, finalmente vede la luce (2,28.32); gli altri diranno di Lui cose mai udite che stupiranno suo padre e sua madre (2,33), ma Lui tace ancora.

È ancora Maria che custodisce tutte questi fatti-parole [cose] meditandole nell’intimo di lei, come è chiamato a fare ciascuno di noi “vivendo la Parola”.


venerdì 15 dicembre 2023

Vicina è la Parola Tempo dell’Avvento/B 17 dicembre 2023 Riconoscere

Vicina è la Parola 
Tempo dell’Avvento/B
17 dicembre 2023

Isaia 61,1-2.10-11 / Luca 1 La mia anima esulta nel Signore!

1Tessalonicesi 5,16-24
Notizia di gioia ai poveri: il Signore ci viene incontro!

Giovanni 1,6-8.19-28 La Luce che è nel mondo

Riconoscere
Mi capita di conoscere qualcuno in circostanze a volte casuali, di scambiarci due chiacchere sulle reciproche provenienze o amicizie in comune, interessi vari. Poi, magari passato un po’ di tempo, ci si rivede in un altro ambito e faccio fatica a riconoscere quella persona. L’altro o l’altra ci rimangono male, o fanno di tutto per farmi ricordare… comunque io mi rendo conto di quanto probabilmente il primo incontro sia stato superficiale o per lo meno formale, senza un vero interesse reciproco.
Ri-conoscere non è soltanto questione di memoria, ma stupore per aver ritrovato qualcuno che mi ha lasciato qualcosa di sé e che nuovamente ora si risveglia.
Ma è anche una bella sensazione, quando all’impressione di aver trascurato un’occasione se ne presenta un’altra adesso da non perdere.
La cosa più bella però è “essere riconosciuti” dopo un bel po’ di tempo… significa che non ci si è incontrati invano. Anche con chi pensiamo di conoscerci già, ogni nuova scoperta è un riconoscersi: siamo sopresi dalla novità e che ci sia ancora qualcosa di inedito, dato per scontato che invece appare e ci dà della persona che abbiamo davanti tratti nuovi di un volto già noto.
Contesto evangelico: Giovanni 1,6-8.19-28
Nel racconto evangelico di Marco manca ogni riferimento esplicito alla venuta del Figlio nella natura umana, prospettiva che sarà poi sviluppata da Matteo e da Luca dal punto di vista storico-salvifico e da Giovanni come riflessione teologica
In questa domenica, III dell’Avvento B, ne vengono proclamati del “prologo” i vv. 6-8, in cui Giovanni il battezzatore è presentato come “testimone di Colui che viene nel mondo, Luce che è Vita autentica e veritiera” (cf vv. 4-5. 9-10; 8,12 e 9,5), e i vv. 19-24 nei quali si descrive il tipo di testimonianza che egli rende al Cristo: è soltanto una “voce nel deserto” (cf Isaia 40,3), uno che immerge nelle acque del Giordano.
Ciò fa supporre che l’attenzione dell’ascoltatore/lettore vada rivolta a conoscere Colui che è ancora sconosciuto (cf v. 26b), che sarà sempre da ri-conoscere (cf vv. 29-34), e che lungo il racconto evangelico si manifesterà progressivamente come Colui che conosce intimamente ogni persona (cf v. 48; 4,10,26,42; 7,28-29; 8,19): chi da Lui è conosciuto sarà capace a sua volta vedendolo, di riconoscerlo, cioè di credere in Lui (cf 9,8-41 e il ricorrere del verbo conoscere in tutto il capitolo 10!).
Egli è in mezzo a noi come in incognita, uno sconosciuto e noi siamo sempre in ricerca di Lui per riconoscerlo ovunque ed in chiunque voglia manifestarsi.
Ambientazione liturgica
La III Domenica dell’Avvento quest’anno coincide con il 17 dicembre inizio della tradizionale Novena di Natale e dell’Avvento “natalizio”: irrompe l’annuncio celebrativo  della Presenza in mezzo a noi con la nascita del Figlio di Dio. 
È ancora Giovanni il battezzatore che indica in mezzo a noi Uno che va però sempre riconosciuto: è “l’Inviato del Padre”, annunciato ora presenza illuminante come già prima da Isaia [Evangelo
Colui che agisce investito dallo Spirito di Dio, porta un luminoso annuncio di gioia ed ha la potenza di guarire chi ha il cuore affranto; di far germogliare la giustizia con cui “riveste” i poveri, coloro che lo accolgono. [Isaia 61 – I lettura
Maria è la primizia di questa umanità nuova che accoglie in sé, estremamente povera, l’opera dello Spirito e vi dà, con gioia, il suo personale e totale assenso [Luca 1 - Responsoriale].
Anche in noi comunità di credenti, come in lei, possono trovare spazio la gioia, la lode, il ringraziamento… senza mai adagiarci nell’appagamento o nella delusione, sempre alla ricerca di un nuovo senso da dare all’esistenza umana: Dio è fedele e realizzerà la sua Pace in noi e in mezzo a noi. [1Tessalonicesi 5 – II lettura]
Accensione del III cero - La gioia dell’apostolo Paolo
Oggi è “la domenica della gioia”. 
Accendiamo il terzo cero 
accogliendo l’invito dell’apostolo Paolo
alla preghiera continua e al ringraziamento.
Non spegniamo in noi ed in mezzo a noi
Il fuoco dello Spirito:
saremo anche noi capaci di riconoscere Gesù, 
il Figlio del Padre,
come ha fatto Giovanni battista.

sabato 9 dicembre 2023

Vicina è la Parola Tempo dell’Avvento/B 10 dicembre 2023 Preparare il cuore

Vicina è la Parola 
Tempo dell’Avvento/B
10 dicembre 2023


Isaia 40,1-5.9-11 Ogni valle sia colmata

Salmo 84 Mostraci, Signore, la tua misericordia 
e donaci la tua salvezza. 
2Pietro 3,8-14 Cieli e terra nuovi

Marco 1,1-8 Preparate la via

Preparare il cuore
Quando non ci sentiamo abbastanza amati dovremmo magari pensare agli ostacoli che interponiamo tra noi e gli altri e quanto rendiamo arduo questo compito, di cui abbiamo però estremo bisogno.
Tra il bisogno, insaziabile, di essere amati e la capacità, pur sempre limitata, di amare c’è ancora spazio per l’amabilità come “piano inclinato” per renderci raggiungibili.
Nel frattempo lo spazio vuoto, di cui spesso abbiamo paura e che ci “spoglia” di ogni difesa superficiale, invece che rimpiazzato da chiasso, distrazioni, lavoro ossessionante, benessere illusorio, potrebbe essere occasione per fare posto alla Presenza che tutto abita e anima, come attesa di un incontro vero e spiraglio per un po’ di luce confortante: resistere nella speranza.
Occasioni per “preparare il cuore” affinché l’Imprevedibile atteso possa raggiungerci e colmarci della sua consolazione, facendoci sperimentare quel “nuovo” che solo l’Amore sa creare.
Contesto evangelico: Marco 1,1-8
La venuta finale è come l’inizio del racconto evangelico: la buona notizia riecheggerà come per la prima volta (cf Marco 1,1); ma non sarà più la voce del Battezzatore nel deserto a richiamare l’attenzione di Israele per le promesse che si realizzano (cf vv. 2-4) bensì quella della comunità messianica: rievocando le profezie di Isaia 40,3 e di Malachia 3,1 [Esodo 23,20]: l’annuncio evangelico sarà portato dagli stessi discepoli di Gesù a tutti gli esseri umani e tutti i popoli: il battesimo nello Spirito, l’immersione nella sua stessa Vita divina!
Ai cristiani, oggi, l’impegno è di “preparargli la strada”, spianando i suoi sentieri e gli ostacoli che si parano davanti… un lavoro faticoso, ma quanto mai necessario perché l’umanità, immersa in una Vita (cf v. 8) diventi terra accogliente per una nuova primavera di vita.
Ambientazione liturgica
La fine richiama l’inizio: OGGI è ancora il tempo del lieto annuncio cambiare si può!
Non è più solo l’esortazione premonitrice del Battezzatore, ma la nostra stessa esperienza di cristiani nella Chiesa, di uomini e donne salvati, perdonati… abbracciati! [Evangelo]
È Dio stesso che opera una svolta radicale e cosmica: verranno cieli e terra nuovi, e noi saremo suoi collaboratori, non spettatori. [Salmo 84]
Il nostro cambiamento è un’inversione di tendenza e un concentrarci nuovamente sulla sua azione che, attraverso la forza della sua Parola, cambia il destino del mondo e finalmente ogni essere umano potrà vederlo e sperimentarlo [Isaia 40 - I lettura].
Dove poter fare questo incontro? 
Già ora, nella nostra nuova condotta di vita e nella comunione con gli altri. [2Pietro – II lettura].
Accensione del II cero – Giovanni, il Battezzatore
Accendiamo il secondo cero
rispondendo all’invito del Battista:
Preparate la strada al Signore che viene”.
La luce di Gesù ci illumini affinché il suo amore 
possa cambiare il nostro modo di vivere 
e ci faccia camminare, 
insieme ad ogni essere umano,
verso di Lui, il Signore che viene
a creare per noi cieli e terra nuovi.


venerdì 1 dicembre 2023

Vicina è la Parola 3 – 24 dicembre 2023 Tempo dell’Avvento/B Abitare il tempo

Vicina è la Parola 
3 – 24 dicembre 2023
Tempo dell’Avvento/B

Abitare il tempo


Non è scontato che viviamo consapevolmente il tempo a noi presente; ad alcuni l’espressione non piace ma la ritengo indicativa di un atteggiamento responsabile, che dice la scelta e la volontà di esserci, ora… qui.
Evadere dopo aver nuotato in apnea o guidare “guardando costantemente il retrovisore” sono due modi di attraversare il vissuto sottraendosi a ciò che di prezioso contiene e che può farne un accadimento continuo.
Alcuni eventi sopraggiungono con l’effetto di scuoterci dal torpore o dalle continue distrazioni e ci trovano disorientati, incapaci di stabilire la rotta e la nostra posizione, tuttavia anche se ci colgono di sorpresa sono carichi di novità… ma solo chi sa scorgerla può accoglierla.
Guardare l’orizzonte davanti a noi per intravvedere una presenza inedita è un esercizio desueto, ma troppo necessario di cui abbiamo dimenticato persino il suono: vigiliare.
Questa attenzione ci permette di non farci passare invano, sotto il naso, persone e fatti e di ritrovare la direzione grazie ad una Presenza che non smette di “abitare” il tempo che noi riteniamo inospitale, che feconda i giorni per noi inutili, che illumina i tratti bui e minacciosi, che sussurra nel silenzio Parole di Vita.
AVVENTO E’…
Venuta
Dio viene, è venuto, 
deve ancora venire. 
Qualcuno viene perché è atteso. 
Attesa
Cosa attende oggi l’umanità?
Cosa attende oggi il tuo cuore?
Nel mondo gente attende
pane, giustizia,
futuro… gioia.
Se il tuo cuore è sazio
non c’è attesa
perché non c’è spazio
e tu sei sempre più solo. 
Presenza
Eppure è presente,
Lui è già qui, ora adesso. 
Ti è vicino, non te ne accorgi?
Non senti che il tuo cuore 
lo cerca perché ti ama? 
Che i tuoi occhi cercano 
il suo volto perché ti è Padre? 
Incontro
Lasciati raggiungere, afferrare,
lasciati amare:
la tua corsa nella storia 
avrà un senso
e sarai una scia di luce 
nelle tenebre di tanti 
che attendono.


Ambientazione liturgica
Il Signore ritornerà! 
Svegli! Preparategli la strada: testimoni della Luce venuta nel mondo, 
un Figlio è nato da una donna.


Nelle Liturgie domenicali di quest’anno ascolteremo la proclamazione del racconto evangelico di Marco e dunque anche nell’Avvento (ad eccezione della II e IV domenica). 

I brani EVANGELICI tracciano 4 tappe di un itinerario: 
Marco 13,33-37:
I - L’Annuncio della venuta finale e gloriosa è un invito alla vigilanza: 
stare svegli e pronti, operosi.
Marco 1,1-87:
IIPrepararsi adeguatamente: 
raddrizzare i percorsi della propria interiorità.
Giovanni 1,6-8.19-28:
IIIConcentrarsi su Cristo già presente tra noi: 
la conversione è convergere su di Lui.
Luca 1,26-38:
IVMaria, umanità totalmente accogliente alla venuta del Signore in lei.
Le letture dell’AT, quasi tutte di Isaia, sono profezie sul Messia e sul tempo dell’Inviato di Dio: un’epoca di pace universale in cui la salvezza verrà offerta ad ogni essere umano e a tutti popoli. Ognuno potrà trovare un nuovo rapporto con Dio, da figlio con un padre e, nello stesso tempo, tutti potranno sperimentare la gioia di essere salvati. Questo ci motiva a “preparare la via” alla sua venuta, soprattutto interiormente, rimuovendo gli ostacoli esteriori che possono impedire questo fruttuoso e rinnovante incontro. L’esperienza annunciata, e in qualche modo già da noi sperimentata, culminerà nella gioia: finalmente i poveri avranno un loro liberatore, ognuno sarà amato da Dio stesso come un figlio, una figlia!
Le Lettere APOSTOLICHE, di Paolo in particolare, ricordano alle comunità cristiane che sono protagoniste di una manifestazione assoluta del “piano salvifico” di Dio già annunciato dai profeti. Sono invitate dall’apostolo a diventare consapevoli di poter vivere un’esistenza sempre “nuova”, con una retta condotta, nella preghiera, nella gratitudine e nella solidarietà, attuando anzitutto in loro la salvezza operata da Gesù per ogni essere umano.
Visione d’insieme delle domeniche di Avvento/B
Dio ha già realizzato tutto ciò che aveva promesso di fare:
ha squarciato i cieli per venire incontro agli esseri umani,
ha perdonato le ingiustizie del suo popolo,
ha preso con forza le difese degli oppressi,
ha preparato in Maria la stabile dimora del suo Figlio.
Ora, Dio attende!
È in attesa, con noi, dei frutti: 
l’obbedienza della fede,
una vigilanza costante, 
il coraggio di cambiare, 
una vita nuova, autentica…
La voce del Battezzatore 
è oggi quella di chi ricorda a noi tutti quest’attesa di Dio
a cui Maria, con il suo assenso, ha già risposto con pienezza.
Deluderemo noi questa attesa?
Dio, in Gesù, è sempre fedele!
Gli apostoli Paolo e Pietro, nelle loro lettere, 
senza sosta ci spronano:
abbiamo tutti i doni per non desistere; 
per essere irreprensibili, in pace
per vivere nella gioia dello Spirito; 
confermati dallo stesso Vangelo.


Vicina è la PAROLA 28 aprile 2024: V Domenica di Pasqua - I veri legami sono generativi: liberi!

Vicina è la PAROLA 28 aprile 2024: V Domenica di Pasqua Atti 9,26-31 / Salmo 21 1Giovanni 3,18-24 Giovanni 15,1-8 I veri legami sono gener...