venerdì 23 febbraio 2024

Vicina è la Parola - Una PAROLA che ILLUMINA

Vicina è la Parola

Una PAROLA che ILLUMINA
Ci sono luoghi che oltre lo sguardo permettono di entrare nelle linee architettoniche
o nell’orizzonte… ma occorre salire in alto;
gesti che indicano un’azione creativa e non solo il da fare;
presenze che trasmettono emozioni e ricordi, assicurano certezze.
Ma ci sono anche parole che fanno luce!
Le ascolti e piano piano si dipana l’opacità che annebbiava i tuoi pensieri,
entra un tenue luce che divora le tenebre e avanza inarrestabile:
indica una via inesplorata ed incoraggia a percorrerla.
E poi… silenzio.
Ambientazione liturgica
II domenica: “La Trasfigurazione”
Dalla provata fedeltà di Gesù al Padre
inizia nel deserto il percorso della sua presenza umana in mezzo a noi.
Egli la annuncia e la attua con i suoi gesti e la sua parola,
come ci attestano le narrazioni evangeliche.
L’episodio della trasfigurazione sul monte porta già in “luce” 
ciò che il destino della sua esistenza terrena non farà trasparire,
lasciando perplessi e contrariati gli stessi discepoli.
e anticipa la vita nuova della risurrezione.
Dichiarando l’identità filiale di Gesù,
il Padre chiama anche noi a farci coinvolgere in questa esperienza
con l’ascolto orante, ma soprattutto interrogante ed accogliente.
Marco 9,2-9: Gesù, il Figlio trasfigurato sul monte
AMATI: Cerchiamo la relazione col Padre nella preghiera
Il Padre dona a Gesù una nuova conferma: 
Tu sei mio figlio, l’amato” 
e invita noi ad ascoltarlo, a seguirlo come discepoli.
Romani 8,31-34
Con Gesù la chiesa cammina nella fiducia 
e nella speranza dell’amore di Dio Padre che mai la abbandona
ripercorrendo l’esperienza di Abramo: 
Genesi 22,1…18
La benedizione di Dio ad Abramo con una discendenza 
si realizza nel paradosso di una prova di fiducia totale.
Preghiera introduttiva alla Liturgia della Parola
Padre, santo e compassionevole, 
che non hai risparmiato il tuo amato Figlio, 
ma lo hai consegnato per noi peccatori;
donaci la forza del tuo Spirito
perché ci fidiamo di Lui e fedelmente lo seguiamo 
così da essere con Lui trasformati 
nella luce del tuo amore.
Egli è il Cristo Gesù, nostro Signore. Amen!


venerdì 16 febbraio 2024

Vicina è la Parola- Diventa chi sei

VICINA È LA PAROLA 



Diventa chi sei 
Il percorso quaresimale di quest’anno ci coinvolge in quanto battezzati 
affinché avvertiamo il bisogno e il desiderio di ritrovare, nella verità e nella novità,  il nostro rapporto personale con il Signore Gesù Cristo e, in Lui,  
la nostra identità di figli e di figlie del Padre, insieme alla comunità. 
È un cammino di ritorno: una conversione per convergere nel Signore che,  attraverso la sua croce-morte-risurrezione, dona luce e fecondità  
alla nostra esistenza personale e comunitaria, rinnovando la “nuova ed eterna Alleanza”. Ogni domenica, Pasqua settimanale, noi facciamo già questa esperienza,  
ma ogni anno ci rimettiamo in cammino per “40 giorni” 
affinché “diventiamo quelli che siamo”.  
La Liturgia ce lo ripropone, invitandoci ad un ascolto orante,  
per un profondo e concreto cambiamento del nostro modo di pensare e di vivere,  nel nostro impegno sociale e di fraternità con tutti e soprattutto verso i più poveri. 
La Parola domenicale ci offre un itinerario sempre centrato sull’evento pasquale  celebrato nell’Eucaristia che nella Quaresima diventa più articolato e impegnativo. LEvangelo è il centro, il punto focale, e costituisce il filo conduttore del percorso a cui,  come sempre, fà da “contrappunto tematico” la prima lettura dell’Antico Testamento. La seconda lettura, attraverso l’esperienza delle prime comunità cristiane riportata  dalle Lettere Apostoliche, commenta alternatamente il Vangelo o l’AT,  
creando a volte un legame ermeneutico tra loro. 

Ogni domenica costituisce e sviluppa così una catechesi composta da due tematiche connesse tra  loro:  
1. la nostra identità ed esistenza di battezzati in Gesù, figlie e figli del Padre, come Egli da Figlio l’ha vissuta (VANGELO e II LETTURA
2. la storia dell’Alleanza tra il Signore e il popolo d’Israele 
(la sequenza quaresimale delle tappe dii questa “storia” può favorire 
un percorso specifico, molto utile per una formazione biblica o per una lectio divina). Ogni celebrazione domenicale è una tappa dell’Alleanza nuova
ondata sul dono di Gesù Figlio del Padre per vivere da figlie e figli.

I Domenica: “La Prova” / II Domenica: “La Trasfigurazione” 
In ogni ciclo liturgico annuale, le prime due domeniche come due “portali” d’ingresso  del cammino quaresimale che poi si sviluppa nelle altre tre: 
sono già in qualche modo l’inizio e la fine del percorso. 
I - Gesù è il Figlio che vince la tentazione di allontanarsi dal Padre  
e quindi di rinnegare la sua identità filiale; 
II – Egli è il Figlio amato dal Padre che gli anticipa l’esperienza della risurrezione  e manifesta la glorificazione del suo essere Figlio. 
Per ciascuno di noi e per la nostra comunità, si tratta di iniziare nel deserto un percorso  di “ritorno” al Padre con un cuore e un atteggiamento da figli,  
consapevoli delle inevitabili difficoltà e sfide per la nostra esistenza di battezzati  [prove / tentazioni]. 
Seguendo il Figlio Gesù, noi diventiamo coscienti che Egli, avendolo già percorso per primo, fin attraverso la sua sofferenza e la morte in croce, ci ha manifestato e comunicato la vita e la comunione con il Padre [trasfigurazione]. 

I DOMENICA: MARCO 1,12-15 - GESÙ, IL FIGLIO ALLA PROVA NEL DESERTO 
RINATI: Lottiamo per la fedeltà / Affrontiamo le prove! 
Gesù, dichiarato Figlio dal Padre nello Spirito al Giordano, 
lotta per essere fedele a questa sua identità filiale. 
1Pietro 3,18-22: La Chiesa è una comunità di rinati,  
nuova umanità salvata come dalle acque del diluvio - Genesi 9,8-15 
Alle radici dell’umanità e della sua storia c’è sempre l’amore fedele del Padre che supera ogni infedeltà ed è fonte di vita nuova. 
L’itinerario quaresimale inizia ogni anno nel deserto della “prova” 
come fu per l’umanità nella prima alleanza, 
dove Gesù ha avuto la possibilità di scegliere e di decidere come aderire da uomo alla sua missione divina con una coscienza ed un atteggiamento di Figlio. 

Preghiera introduttiva alla Liturgia della Parola 
Padre, paziente e misericordioso,  
che rinnovi lungo la storia 
la tua alleanza con tutte le generazioni, 
disponici interiormente all'ascolto della tua parola,  
perché in questo tempo che tu ci offri dei “40Giorni”  
si compia in noi un sincero cambiamento interiore 
di mentalità e di comportamento.  
Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen!

lunedì 12 febbraio 2024

Vicina è la Parola Domenica 11 Febbraio 2024 VI dell’Anno B Toccare

Vicina è la Parola 
Domenica 11 Febbraio 2024
VI dell’Anno B

Levitico 13,1-2.4-6 / Salmo 31
1Corinti 10,31- 11,1
                          Marco 1,40-45
Toccare
Sappiamo bene quanto ci sia costato durante il tempo della pandemia non poter fare gesti che fino a quel momento erano quasi istintivi e di cui abbiamo avvertito l’importanza, il significato, la necessità nel momento in cui sono stati proibiti.
Non potevamo più toccare, senza precauzioni, le cose che poi avrebbero usato altri fino a sfiorare la fobia di passarci le chiavi di casa, le posate, una penna per scrivere… nel riporre i gli alimenti nel frigorifero o gli indumenti nell’armadio.
Ma la cosa che ha cominciato a pesarci di più è stato sicuramente non poterci stringere la mano, abbracciarci… baciarci. “L’amore al tempo del covid” erano diventate anche istruzioni e tutorial per come avere contatti fisici e sessali in coppia senza il rischio di ulteriori contagi, oltre quelli che già ben conoscevamo.
Abbiamo capito ciò che non potevamo e dovevamo fare… ma siamo riusciti a sviluppare meglio gli altri sensi oltre al tatto? Forse siamo diventati più abili ad evitare piuttosto che a inventare modi per accorciare le distanze e superare le difese.
Toccare avrebbe voluto dire trasgredire… ma non solo allora ad una normativa: toccare per dire “ti sono vicino, ti voglio bene, ti amo…” è sempre trasgredire ad un equilibrio interiore che non vogliamo sovvertire.
Contestualizzazione evangelica - Marco 1,40-45
L’episodio, drammatico e commovente, conclude il capitolo 1 del racconto evangelico di Marco ed apre il passaggio alla narrazione successiva, costituisce quasi l’apice di queste “giornate” così fitte di impegni e ricche da essere già un condensato di tutta la narrazione riguardo all’azione messianica del Nazareno.
Senza indicare un luogo preciso, viene da Lui un lebbroso con una richiesta di “purificazione”, in un atteggiamento insolito che, violando le restrizioni legaliste, indica più di un desiderio di guarigione fisica: una supplica a Dio di essere salvato, liberato e reintegrato appieno nel regime vigente di relazioni con Lui e con gli altri (v. 40).
Tipici di Marco sono i verbi che qualifica i gesti, la loro successione, l’origine da un “amore viscerale”: compassione = lo squarciarsi delle viscere nel parto (v. 41). Gesù non è un guaritore: è Dio che genera a nuova vita i suoi figli condividendone le infermità, accorciando le distanze, toccando, trasgredendo ad ogni divieto legalista pur rispettandone le prescrizioni (v. 44).
Non temendo di toccare l’impuro, di essere contaminato non solo dalla malattia, ma dal suo stato, le parole di Gesù manifestano una decisa e imperturbabile volontà di agire in tal senso ed un chiaro rifiuto di una facile propaganda; inoltre vuole che il “risanato”, come un morto ritornato alla vita, risani ora l’ambiente in cui tornerà a vivere e che lo riconosca così (v. 45). Abolisce ogni emarginazione e segregazione, ridonando all’essere umano la sua piena dignità. 
I gesti ed i verbi che li esprimono ci comunicano ciò che avviene “in Gesù”: la guarigione inizia già quando Egli si commuove, la sua volontà, la sua passione d’amore per il lebbroso lo coinvolge progressivamente fino a toccarlo a dirgli “Lo voglio”.
Siamo davanti ad un testo “trasgressivo”: il lebbroso trasgredisce le regole ed anche Gesù lo fa consapevolmente; non è un fatto sporadico, evidenzia l’atteggiamento messianico di Gesù sul versante religioso e sociale.
Tuttavia la purificazione avvenuta accresce la fama e il desiderio di incontrarlo.
I continui contrasti presenti nella narrazione evidenziano che l’azione e le parole di Gesù sono dirompenti, non incasellabili, creano scompiglio… è così l’evangelo di Dio che annuncia si diffonde e raggiunge tutti.
L’episodio si conclude come è iniziato: “venivano a Lui da ogni dove” (v. 45c) seguendo il percorso inaugurato dal lebbroso (v. 40).
Ambientazione liturgica
Venne da Gesù”. 
Anche noi veniamo per celebrare l’Eucaristia ma la Parola ci indirizza verso Qualcuno che solo può ridonarci la nostra dignità perduta e riallacciare quelle relazioni che sono state compromesse dal nostro egoismo. Ci siamo emarginati [Levitico 13 – I lettura] o ci siamo sentiti scartati, le nostre piaghe ancora sono aperte… e questa è un’opportunità per accogliere la vita che ci guarisce [Salmo 31].
Ma nulla avviene per caso, dobbiamo volerlo perché Lui lo vuole. Quanto è potente il suo “lo voglio”. Così invocheremo prima della comunione eucaristica: “Di’ soltanto una parola ed io sarò salvato!” e quella Parola è proclamata oggi e riecheggia in ogni momento della nostra esistenza, strappandoci anche dalla paura di essere “contagiati dalla ferite dei gli altri”.
Non è forse l’esempio di Cristo che ci contagia? Paolo, pur non volendo “scandalizzare” e pur di “piacere a tutti in tutto”, ci invita a “fare ogni altra cosa a causa del Signore” [1Corinti – II lettura] e per il bene di tutti.
La liberazione ricevuta ci abilita a vivere nella libertà con ognuno, oltre ogni condizionamento e prevenzione. Sempre Paolo ci ricorda che “Cristo ci ha liberati dalla maledizione facendosi Lui stesso maledizione” (Galati 3,13).


sabato 3 febbraio 2024

Vicina è la Parola Domenica 4 Febbraio 2024 V dell’Anno B ContemplATTivi

Vicina è la Parola 
Domenica 4 Febbraio 2024
V dell’Anno B

Giobbe 7,1-4.6-7 / Salmo 146
1Corinti 9,16-19.22-23
                          Marco 1,29-39
ContemplATTivi
Ci lamentiamo spesso dei ritmi “frenetici” e delle giornate troppo “piene”, di non aver tempo per le persone e le cose importanti… per noi stessi.
Provo sempre una certa ammirazione per chi riesce ad ottimizzare il proprio tempo trovando spazio anche per la gratuità di gesti e momenti significativi.
Ma è questa separazione che vorrei superare, trovando proprio nello svolgersi degli eventi e delle attività quel gusto profondo ed essenziale, la linfa che vitalizza tutto da dentro, attraversando le radici nascosta in tutto il percorso ed alla fine visibile nel verdeggiare e nei colori della fioritura. È sempre lo stesso flusso che in realtà non esiste allo stato puro e che necessita di quella fisicità contorta per esprimere tutta la sua forza.
Quel groviglio di occupazioni quotidiane, a volte pesanti ed affannose, è così necessario a far fluire ed emergere ciò che solo l’essenziale dell’Amore trasmette: la Vita!
Contestualizzazione evangelica - Marco 1,29-39
Pur con il suo stile sobrio ed essenziale, l’evangelista Marco descrive attentamente l’operato di Gesù e soprattutto i gesti e le parole che lo caratterizzano e per i quali è riconosciuto e seguito.
Anzitutto ormai Egli non si muove più da solo ma “in compagnia” dei suoi discepoli (v. 29) il che fa presumere un rapporto stabile: “in casa di Simone” ci dice appunto il desiderio di una vita più intima. “La suocera di Simone era a letto con la febbre… ed Egli le si avvicinò” è una situazione domestica che il Nazareno non trascura, a cui dà un forte significato salvifico: “la fece alzare prendendola per mano” (v. 31). La liberazione dal male abilita la donna al servizio, che è lo scopo vero della libertà.
Subito l’evangelista accosta per contrasto quello che avviene, ormai finito il sabato, all’esterno della casa: radunano “tutti i malati… tutta la città… guarì molti” e ritorna la presenza degli “spiriti impuri o demòni”, forze occulte che tormentano nell’intimo le persone e per questo anche discriminate religiosamente (vv. 32-34). Il male in realtà è in ciascuno, ma in alcuni più riconoscibile e quindi apparentemente più facile da combattere: Gesù è venuto per liberare tutti iniziando da alcuni. Ancora, nei loro confronti il suo atteggiamento è di censura: lo conoscono ed allora impedisce loro di parlare (cf v. 25; 3,12) perché non è questa l’attestazione che egli vuole nei suoi confronti (cf 1,44; 9,9).
Un ulteriore elemento di contrasto è il ritirarsi di Gesù “in un luogo solitario e là pregava" (v. 35), Come della sua predicazione anche della preghiera non ci viene svelato nulla, quasi a voler intensificare la nostra curiosità. È un momento interrotto dai suoi compagni che cercandolo lo trovano: “Tutti ti cercano” a cui Egli risponde andando “altrove”, coerente con la sua missione (cf vv. 36-38) che viene ulteriormente sintetizzata: “E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni” (v. 39). Sembra che il narratore evidenzi il continuo muoversi di Gesù, quasi non voler farsi trattenere, è sfuggente. Per ora la narrazione di Marco evidenzia questi elementi: un’azione messianica senza confini, per strada e nelle case, una predicazione dove già la comunità si radunava di sabato per l’ascolto della Scrittura e la liberazione dal male in chi ne era afflitto e in chi non se ne riteneva succube.
Ambientazione liturgica
Tutti ti cercano!”. 
Siamo anche noi venuti qui spinti da questa ricerca, attratti da questa Parola? 
Giobbe l’avrebbe cercata, pienamente consapevole e angosciato del dramma dell’esistenza umana e per nulla rassegnato alla sua condizione miserevole, quasi disperata [I lettura].
Quale compimento speriamo di trovare alle nostre attese? 
Parole e gesti efficaci solo in forza della risurrezione che dell’amore si nutre, nella preghiera del Figlio e nella sua compassione verso tutti i mali che infestano l’essere umano e la storia [Evangelo].
Siamo qui proprio per fare eucaristia, per ringraziare di questo amore che cura e risana addirittura la natura oltre che l’umanità [Salmo 146].
È il dono dell’Evangelo che gratuitamente ancora ci viene annunciato: quello della condivisione di ogni debolezza umana ma soprattutto dell’amore che unisce e salva [1Corinti 9 – II lettura].


Vicina è la PAROLA 28 aprile 2024: V Domenica di Pasqua - I veri legami sono generativi: liberi!

Vicina è la PAROLA 28 aprile 2024: V Domenica di Pasqua Atti 9,26-31 / Salmo 21 1Giovanni 3,18-24 Giovanni 15,1-8 I veri legami sono gener...