“LE PAROLE… LA PAROLA”
26 settembre 2021 – XXV Domenica T.O.
Numeri 11,25-29 / Salmo 18 / Giacomo 5,1-6
Marco 9,38-43. 45. 47-48
Siamo tutti Fratelli
Sono dei “nostri”
Sembra il grido di riconoscimento all’arrivo di alleati difensori che salvano dai “nemici” o la distinzione in mezzo ad una folla mischiata: “Questi sì che sono dei nostri!”.
Sarà per un istintivo senso di appartenenza o di difesa che contamina le nostre convivenze per cui creiamo gruppi identitari, apparentemente innocuo finché una minaccia non ci spinge a serrare le fila e ad alzare barriere e reticolati, ad escludere chi non la pensa come noi, non ha i nostri tratti somatici, viene da altrove… quasi dall’ignoto: “Non sono dei nostri!”.
È sempre la stessa paura a minacciarci, a bloccarci per non andare oltre, incontro con braccia aperte e disarmate, senza preclusioni o pregiudizi.
I confini diventano muri insuperabili che respingendo ci chiudono e ci privano della stessa libertà e identità che vogliamo salvaguardare e difendere a tutti i costi: essere umani.
È una delle tentazioni più gravi con cui anche la comunità cristiana delle origini ha dovuto lottare, dimenticando lo stesso trattamento ricevuto dai fratelli ebrei.
Per primo, Pietro lo riconosce proprio in casa del pagano Cornelio e lotterà affinché non avvengano emarginazioni: “Sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone” (Atti 10,34).
“Anche Giovanni, il discepolo umanamente più portato a cogliere in profondità il valore dell’amore, ma anche – proprio per l’incapacità umana alle misure di Dio – a stringerne, a chiuderne i confini. Il Boanerghes, figlio del tuono, ardente nei suoi movimenti vorrebbe imporre al Regno fattosi vicino le insegne e le linee di demarcazione che a lui pare di discernere (Marco 9,38-43).
Un solo bicchier d’acqua
La salvezza tanto bramata consiste infatti nella liberazione dalle forze disumane, veri nostri nemici; la si discerne nella gratuità di un bicchier d’acqua offerto “in nome” del Figlio dell’uomo.
Cosa consacra ogni azione umana come appartenente al Regno, come portatrice di vita incorruttibile e soprannaturale? Chi accoglie, cura, veste, soccorre o visita un essere umano non può farlo se non nel nome di Colui che l’umanità nostra e di tutti ha fatta sua (cf Matteo 25,40).
“Chi non ama il fratello non può amare Dio che non vede” (1Giovanni 4,20).
Togliere, tagliare
Le barriere e gli ostacoli che escludono vanno tolti, divelti con forza; il modo “partigiano” di vedere Dio e l’altro va tagliato; il prendere per non dare, il puntare i piedi sulle proprie posizioni per non percorrere le vie di Dio e soprattutto c’è un cuore umano che va trapiantato.
Contestualizzazione liturgica
“Ora voi ricchi…” (Giacomo 5,1-6 -II lettura odierna) di una ricchezza che crea disuguaglianze, ingiustizie, miserie sempre nuove che deturpano l’umano. La logica del “bicchier d’acqua” può farvi breccia?
E da “tagliare”, ostacolo al Regno della gratuità e del dono, sono i pugni chiusi perché le mani si aprano nel donare… Nel Regno presente, annunciato e attuato dal Nazareno, non è più possibile quindi la pretesa di difendere uno spazio per/di Dio da quello umano occupato da entrambi, ostaggio delle nostre gelosie religiose (Numeri 11,29 – I lettura).
“Il Regno è più vasto di quanto cuore umano sappia vedere; non è circoscrivibile. La prossimità di Dio non è misurabile dalla logica umana, non si restringe all’interno di chiesuole di tutti i tempi”.
In passato era “extra ecclesia nulla salus”, oggi sono i gruppi che pretendono di essere chiesa “senza gli altri” (se non contro anche nella liturgia e nella preghiera…) dimenticando che ogni persona è già potenzialmente in Cristo in quanto essere umano!
In preghiera
Padre,
che lungo la storia dell’umanità
hai parlato al tuo popolo per bocca dei profeti,
effondi il tuo Spirito,
perché ogni persona sia ricca del tuo dono,
e tutti, senza esclusione, siano partecipi delle meraviglie del tuo amore.
Commento "scandaloso" per le orecchie di molti cattolici! Davvero apriamo mente e cuore ad ogni uomo, aldilà di ogni appartenenza! Grazie, Roberto!
RispondiElimina"Chi accoglie, cura, veste, soccorre ..." Grazie - Miriam
RispondiEliminaPapa Francesco in "Fratelli tutti" afferma: "L’amore ci fa
RispondiEliminatendere verso la comunione universale. Nessuno matura né
raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa
dinamica, l’amore esige una progressiva apertura, maggiore
capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa
convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesù ci ha detto: «Voi siete tutti fratelli (Mt 23,8)". N. 95