venerdì 1 ottobre 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 3 ottobre 2021 – XXVII Domenica T.O. Marco 10,2-16 Una sola carne poiché un solo Amore

LE PAROLE… LA PAROLA” 

3 ottobre 2021 – XXVII Domenica T.O. 

Genesi 2,18-24 / Salmo 18 / Ebrei 2,9-11 / Marco 10,2-16 Una sola carne poiché un solo Amore 

Con un brano evangelico del genere  

sarebbe facile aprire un dibattito sul  

divorzio e le conseguenze sulle famiglie e  

le nostre società; oppure cercare di farsi  

spazio nel tortuoso percorso ecclesiale di  

“pastorale degli irregolari o dei feriti”,  

[sempre alla ricerca di una dicitura  

“socialmente corretta”]. 

Lasciamo questo tracciato, non perché non sia urgente fare  chiarezza e soprattutto necessario agire evangelicamente,  piuttosto per aprire testa e cuore alla Parola che vuole provocare  in noi una vera conversione, un cambiamento nel modo di  pensare e di agire. 

Contestualizzazione liturgica 

“L’irruzione del Regno che rende vicina la Presenza  dell’Amore, in mezzo a noi e nei rapporti più significati e intimi  dell’esistenza, assume e fermenta dall’interno ogni dimensione  umana riconducendola alla sua originalità radicale e integrità”. 

(Marco 10,2-16, e Genesi 2,18-24 – Evangelo e I lettura). Non si tratta di una semplice restaurazione, ma di una  pienezza che viene donata a colmare le lacune che la natura  umana inesorabilmente ci fa sperimentare. 

Non denuncia le nostre incapacità e inadempienze, ma i nostri escamotages legalistici -come l’uso improprio della Torah e si dona come novità assoluta e possibilità insperata di vita che  non finisce, eterna.

 

“È così che la vicinanza di Dio, del suo amore vittorioso,  interpella l’essere umano nella sua solitudine e nei rapporti che  proprio ad essa vorrebbero corrispondere adeguatamente, e lo  chiama, così come in essi si viene a trovare nello slancio o nel  fallimento di un’unità cercata di uomo e donna, insieme l’uno  difronte all’altra alla sequela dell’evangelo che porta amore  gratuito, fedele ed eterno. 

Poiché la solitudine è ripiombata, presagio di morte, ad  intaccare quella relazione che invece avrebbe dovuto  sconfiggerla, non più come assenza ma come rifiuto dell’altro/a,  come egoistico possesso, solo l’annuncio buono e totalmente  gratuito, solo il dono di un amore incondizionatamente fedele  può salvarla: Gesù in relazione al Padre”. 

Per questo il Figlio “non si vergogna di chiamarci fratelli…”  (Ebrei 2,9-11 – II lettura), come invece facciamo noi quando un  membro della nostra famiglia è un poco di buono o ha combinato  grossi guai. Proprio nella coppia e nella famiglia, dove  naturalmente sperimentiamo la sponsalità, la maternità e la  paternità, la fraternità… siamo più fragili e feriti, necessitiamo del  perdono che sgorga dal cuore del Padre, amore che guarisce, risana, ricrea…  

È una parola creatrice di unità a cui tutti aneliamo e dai cui ci  allontaniamo, spesso sbagliando obbiettivo.  

Una sola carne poiché un solo Amore 

Nella carne umana del Figlio, che sua ha fatto la nostra,  offerta come Sposo per un’umanità sposa e infedele (vedi OseaEzechiele) a cui dona se stesso per renderla come non mai nuova  e capace sia di fedeltà ad un comando sia di esprimere il suo  stesso unico Amore, addirittura come sacramento nuziale. (cf  Efesini 5,32; cf Galati 2,20-21a). 

Dal fianco squarciato del Crocifisso “assopito”, “nuovo  Adamo”, è generata la Chiesa sua sposa (Agostino), promessa e 


profezia della nostra possibilità di amare “come Lui ha amato  noi”. 

Senza presunzione e paura di smentita, aldilà dell’umana  precarietà, l’unione uomo e donna diventa evangelo irreversibile,  annuncio vivente della perenne e inesauribile fecondità  dell’amore, pur nella “lotta quotidiana per l’unione piena” (LG 11/314; cf Galati 3,27-28). 

In preghiera 

Padre, tu hai creato l'uomo e la donna 

affinché i due siano una carne sola 

in un solo amore  

che dona a tutti noi  

la capacità di essere fedeli 

e di superare ogni fallimento e divisione 

nel tuo Figlio crocifisso e risorto, 

nostro fratello e Signore, 

che vivere e regna con te 

e in mezzo a noi 

nel tempo e nell’eternità. 

Amen.


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