venerdì 5 aprile 2024

Vicina è la PAROLA 7 aprile 2024: II Domenica di Pasqua Guardare dentro… per vedere oltre

Vicina è la PAROLA 






7 aprile 2024: II Domenica di Pasqua

Atti 4,32-35 / Salmo 117

1Giovanni 5,1-6

Giovanni 20,19-31


Guardare dentroper vedere oltre

È questa la convinzione sempre più forte nel guardare la mia esistenza ferita ed ancora incerta nella fatica di “andare oltre” un fallimento, una delusione… 

La tentazione è di volgere frettolosamente lo sguardo altrove per non rivivere quel disagio o quella sofferenza già provata… 

Non è quello che siamo tentati di fare ogni volta che siamo raggiunti dalle immagini di un pianeta devastato, delle rovine sotto i bombardamenti e dei corpi dilaniati?!

“Fermare l’immagine” per cercare dove si nasconda ancora la Vita; da dove possa venire un tenue raggio di luce che ce la faccia scorgere con stupore e meraviglia, così da poter dire anche noi: “Non è qui… è risorto!”.

Ma è proprio “da qui” che inevitabilmente dobbiamo passare, senza scorciatoie o “uscite di sicurezza”, calpestando macerie e raccogliendo cadaveri spiaggiati in questa deriva dell’umanità.

Seppure inermi, quasi a vincere una irresistibile “forza di gravità”, occorre tendere le nostre mani tremanti protesi verso ciò che più ci fa male, dove anche il cuore sanguina.

Leggo da Boris Pasternak

Ma il libro della vita

è giunto alla pagina più preziosa 

d’ogni cosa sacra;

… e il terzo giorno risorgerò; 

e, come le zattere scendono i fiumi,

in giudizio da me, 

come chiatte in carovana, 

affluiranno i secoli dall’oscurità. (da “L’Orto del Getsemani”)


Contestualizzazione evangelica di Giovanni 20,19-31

Ficca il tuo dito e guarda; allunga la tua mano e mettila…” dice a Didymos, “il nostro gemello, la voce familiare del Maestro che riecheggia ancora fino a noi (v. 27a).

Non tutto è spento, inerme… Lentamente, quasi impercettibile ritorna il battito vitale in chi “comincia a credere e continua…” (v. 27b) e da qui continuando a credere si comincia a vedere… e sempre meglio! (cf v. 29).

Così, solo persone “create nuove” dal suo Soffio vitale possono riconoscere nel crocifisso il risorto, ed accogliendo il dono della sua “Pace” come impegno e responsabilità a cominciare un mondo nuovo da un “modo nuovo”, riconciliato, di vedere per poter vivere nel perdono ricevuto e donato (cf vv. 19.22-23).

L’amore è all’origine della risurrezione e permette di “vedere dentro” quel corpo, nel nostro e in quello degli altri, “oltre”: 

nella morte fino alla vita, 

nella colpa fino al perdono,

nella divisione fino all’unità, 

nella piaga fino allo splendore, 

nell’uomo fino a Dio, 

in Dio fino all’uomo, 

nell’Io fino al Tu” (Klaus Hemmerle, Occhi di Pasqua).


Ambientazione liturgica

L’amore è quel che rende l’uomo un essere vivente. (Alberto Maggi)

Il corpo trafitto e glorioso del Signore che i primi discepoli, pur increduli, vedono e vorrebbero toccare, come Tommaso, narra in modo inconfutabile l’amore che ha sostenuto tutta la sua esistenza e che ora trasmette a loro come pneuma vivificante: Egli rende capaci di amare nel suo stesso modo, l’agape [Giovanni 5 – II lettura].

Il corpo risorto annuncia soprattutto un amore vissuto fino alla fine ed effuso come inarrestabile flusso che ora anima la vita dei credenti e delle comunità nella loro esperienza di compagnia e di fraternità [Atti 4 – I lettura].

Il mondo non penserà più a questo crocifisso, ma i discepoli lo vedranno vivo, risorto e glorioso”. (A. Nocent)

Uomini e donne interiormente rigenerati potranno dar vita a nuove relazioni, in una “nuova giustizia” evangelica, principio di una “civiltà dell’amore” di cui vi fa parte chi ama e non pretende un’appartenenza etnica o religiosa, non pone la difesa delle proprie frontiere ed i condizionamenti dal passato… protesa verso il futuro. (E. Borghi)

Guardare dentro per vedere oltre questa è l’esperienza di Tommaso che siamo chiamati a rivivere anche noi in ogni eucaristia e ne costituisce il suo insostituibile valore.


Preghiamo con la liturgia mozarabica

O Padre,

che a quanti ha acceso nel cuore

il desiderio della gioia senza fine,

offri il dono di celebrare insieme nel tempo,

il gaudio della risurrezione.

Posa benigno lo sguardo sul popolo raccolto

e ascolta la sua preghiera.

Infondi il tuo Spirito di fortezza

a quelli che nella fede hanno ritrovato la Vita;

prendi totale possesso dei tuoi fedeli

con la dolcezza della tua pace,

e fa’ che portiamo a frutto maturo

le elargizioni della tua grazia,

rispettosi di tutte le creature

che il tuo amore ogni giorno

riconduce alla vita. 

Amen”.


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