venerdì 15 marzo 2024

Vicina è la Parola V Domenica di Quaresima B “Come seme che muore e porta frutto”, Ambientazione liturgica RISORTI: Amando la croce è Vita.

Vicina è la Parola
V Domenica di Quaresima B
Giovanni 12,20-33: 
“Come seme che muore e porta frutto”
Geremia 31,31-34 / Salmo 50 / Ebrei 5,7-9

1. Siamo arrivati alla conclusione del nostro itinerario quaresimale/ciclo liturgico B che, attraverso brani del racconto evangelico Marco (I-II) e di Giovanni (III-V), ci ha proposto di seguire Gesù nel suo percorso di Figlio inviato del Padre a compiere il suo piano di salvezza per l’intera umanità, sigillando con la sua morte e risurrezione l’alleanza nuova e definitiva, che ci unisce a Lui e tra noi, come figlie e figli, sorelle e fratelli tra noi, effetti della “vita nuova” scaturita dal Battesimo.
2. Gesù è il Figlio amato in cui il Padre si compiace e che noi siamo stati invitati a seguire; anche nella prova, come discepoli; Egli è il nuovo Tempio nel quale possiamo incontrare il Pare e diventarne parte anche noi; è stato consegnato per amore del mondo e quindi diventa nostro fratello; è colui che può darci la Vita incorruttibile proprio morendo da essere umano, innalzato sulla croce attira tutti a sé.
III domenica: Giovanni 2,13-25 / IV domenica: Giovanni 3,14-21
V domenica: Giovanni 12,20-33
3. Gesù è il Figlioglorificato” dal Padre e tutti potranno riconoscerlo, “attratti” da una nuova esperienza di vita: il seme che muore nella terra per dare frutto. È la risurrezione! Così la nostra esperienza di fede diventa più coinvolgente nel seguire Gesù da discepoli e suoi fratelli, diventati lo stesso corpo che, “chicco caduto nella terra muore, ma porta molto frutto”.
Contestualizzazione evangelica 
N.B. Come ultima tappa del nostro percorso, la Liturgia ci propone un brano che fa parte degli eventi accaduti nell’ultima Pasqua trascorsa da Gesù a Gerusalemme: Giovanni 11,55- 12,50. Anche noi, che ne ascoltiamo la proclamazione, siamo prossimi alla solenne Pasqua annuale: questa coincidenza, sia nella scelta della pericope sia per il suo contenuto ci porta al centro del mistero pasquale cristiano celebrato 
4. Dal principio il Figlio è Colui che comunica la Vita del Padre che è amore gratuito per il mondo; essa è Luce per tutti coloro che lo accolgono e sono così da Lui generati figli e figlie del Padre. Questa è la Verità che illumina l’esistenza di ogni essere umano e che gli permette di conoscere Dio, perché lo può contemplare nel Figlio che si è fatto uomo (cf Giovanni 1,1-18). 
5. La cena a Betania in casa di Marta, Lazzaro e Maria introduce il racconto creando un’ambientazione di grande intensità affettiva ed emotiva (cf 12,1-9), e mitiga l’inasprirsi dell’atteggiamento duro e definitivo da parte delle autorità giudaiche nei confronti di Gesù, decise anche ad eliminare lo stesso Lazzaro (cf 11,45-54; 12,10-11.19.37-43). 
6. Tra la narrazione dell’ingresso trionfale in Gerusalemme (vv. 12-19) e il complessivo bilancio fallimentare del ministero messianico (vv. 37-43), il redattore evangelico colloca:
- vv. 20-25: la manifestazione del Figlio innalzato alla gloria ad alcuni pellegrini di origine greca che vogliono conoscere Gesù; 
- vv. 27-30: un dialogo con il Padre che a voce promette di glorificarlo; 
- vv. 31-36: una “riflessione giovannea” per voce della folla e una risposta di Gesù sulla dialettica luce-buio, tipica di questo evangelo, che riguarda la vita dei credenti figli della Luce (cf 1,5; 8,12; 12,46 e 9,4).
7. È giunta l’ora.
“Usando una parabola, quando parla delle realtà che più gli stanno a cuore e inesprimibili, Gesù annuncia il suo morire come senso di tutta la sua esistenza umana di Figlio: in Lui, da condanna inesorabile diventa dono della Vita, segno di Amore, condizione di fecondità. La parabola sembra condurci alle profondità ultime del dinamismo che fin dall’inizio abbiamo riconosciuto animarlo: l’abbandono filiale alla vittoria dell’amore su ogni forza di morte”. 
La vittoria dell’amore, anche perduto in bui abissi di oscurità e tenebre, è liberata da ogni contraffazione e alienazione frustrante, “l’esistenza filiale di Gesù ci rivela che questa oscurità è grembo di vita nuova, sono le mani del Padre che risuscitano”. 
8. Tutti attirerò a me. 
Ecco il polo di attrazione verso cui orientarci per giungere alla Luce di cui fidarci, per diventarne “figlie/figli” e in cui camminare.
“L’essere umano ritrova cosa significhi e come sia possibile l’amore; il suo desiderio riceve così certezza di adempimento al di là di tutti i limiti e gli ostacoli, ultimo la morte”. 
Ambientazione liturgica
RISORTI: Amando la croce è Vita.
Come il frutto viene dal seme che marcisce e muore nella terra,
così anche noi siamo risorti a vita nuova,
perché attratti da Gesù innalzato sulla Croce.
Ebrei 5,7-9
Impariamo con Gesù a vivere da figlie e figli, attraverso 
la sua sofferenza, in cui si realizza il nuovo Patto:
       Geremia 31,31-34
La nuova/vera alleanza è l’espressione della tenerezza, 
della benignità di Dio che vuole imprimersi anche in noi.
“Nell’angoscia del suo svuotamento di sé, con forti grida e lacrime [Ebrei 5 – II lettura] nulla è tolto della pienezza di un tale abbandono: essa diventa splendore della presenza divina, poiché esprime l’Amore al Padre ed a noi. 
Come il seme esplode nella terra e riceve, per dinamismi nascosti alle misurazioni umane, la vita [Evangelo], così per Lui e per noi la nuova legge della vita nello Spirito è forse già scritta nel fondo dell’esistere umano [Geremia 31 – I lettura], in ogni desiderio, cieco e inesplorato”, in attesa di essere liberato e compiuto da Chi può dargli questa possibilità: l’Amore fatto carne”.
[Comunità Monastica di Viboldone]
L’esperienza della “rigenerazione” annunciata a Nicodèmo,
è narrata dalla versione giovannea della “parabola del seme”
simbolica della Pasqua di Gesù a Gerusalemme 
di morte e risurrezione nell’unico evento glorioso della Croce, forza di attrazione di tutti gli esseri umani al Padre.
Vedere Dio” è ora possibile per tutti:
nel corpo crocifisso del Figlio,
Parola eterna che si è fatta carne.
È anche “parabola della sequela”
per i discepoli e per ogni credente in Lui.
Preghiera introduttiva alla Liturgia della Parola
Ascolta, o Padre,
il grido del tuo Figlio crocifisso
che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, 
si è fatto obbediente fino alla morte di croce.
Fa' che nelle prove della vita 
partecipiamo intimamente 
alla sua passione redentrice, 
per avere la fecondità del seme 
che muore e dà Vita. 
Amen!



1 commento:

  1. Animazione Liturgica16 marzo 2024 alle ore 21:33

    V DOMENICA DI QUARESIMA

    INTRODUZIONE ALLA CELEBRAZIONE
    Celebriamo oggi la V domenica di Quaresima:
    il ritmo diventa incalzante,
    “o dentro o fuori…” dalla salvezza?!
    Un’assurdità!
    Un Dio che ama a tal punto da donare il proprio Figlio,
    e noi persi in domande
    che hanno risposte sotto gli occhi.
    In profondità,
    la Sua legge scritta nel cuore
    e anzitutto della natura stessa;
    dal buio germinativo dove impara l’obbedienza
    l’essere umano “arranca”
    ma finalmente viene alla Luce della Vita vera e piena.

    INTRODUZIONE ALLE LETTURE
    Dopo una storia di infedeltà all’amore del Signore,
    nella prima lettura il profeta Geremia annuncia una nuova Alleanza
    scritta nel cuore di ogni essere umano da Dio stesso.
    Per questo, con Davide pregheremo nel Salmo 50
    di ricevere il dono di un “cuore rinnovato” per una vita nuova.
    Tale novità potrà essere realizzata soltanto dal Figlio Gesù
    nel totale abbandono al Padre
    e nell’offerta della sua esistenza a Lui,
    per amore di noi suoi fratelli e sorelle;
    come lo descrive la lettera agli Ebrei nella seconda lettura.
    Infatti Gesù, dall’alto della sua Croce attira tutti a sé
    e ci coinvolge nell’offerta della sua vita
    che come seme piantato porterà frutto per tutta l’umanità.
    Così nel vangelo di Giovanni Gesù rivela se stesso
    e ci fa conoscere l’amore del Padre.

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