sabato 23 marzo 2024

Vicina è la Parola- La passione dell’Amore

Vicina è la Parola
Domenica della Passione del Signore
Marco 14,1- 15,47
Isaia 50,4-7 / Salmo 21 / Filippesi 2,6-8

Contestualizzazione evangelica
14, 1-11 –   Una morte preparata
       1            La Pasqua e gli Azzimi: ucciderlo con l’inganno
       3-9         Betania: l’Amore che dà sempre di più
        10s       Giuda cerca di “consegnarlo” 
         (cf vv. 11. 18. 21. 41. 42. 44; 15, 10. 15)
14, 12-25 – Una morte donata e consumata
       12-16    Una Pasqua “per noi”
       17-21    Tradimento e Consegna
       22-25    La novità è nel donarsi
14, 26-52 – Una morte “consegnata”: 
        di notte, all’aperto, tra gli ulivi
       26-31    Tutti scandalizzati – Rinnegamento
       32-42    Consegnato al Padre
        Consegnato dal Padre
        Consegnato nelle nostre mani
       43-53    Tradimento / Abbandono / Fuga
14, 53- 15, 20a – La condanna alla croce
14, 53-72   Condannato dai capi religiosi
      Rinnegato dal discepolo
15, 1-20     Consegnato da Pilato alla crocifissione
      20b-47 Nel supremo abbandono il riconoscimento
      20b-23 Portando la croce
      24-41   Abbandonato in croce 
      e riconosciuto da un suo uccisore
      42-47   Un masso contro il sepolcro
La passione dell’Amore
1. I racconti della passione non hanno lo scopo di documentare come sono andate le cose… piuttosto, vogliono annunciare quanto che accaduto è stato tramandato in modo che si capisca cosa Dio ha fatto con questo agli esseri umani: nella passione di Gesù e morte di Gesù si è presentata la salvezza e Dio ne è l’autore.
2. Marco si fa penetrare dall’evento salvifico per poi ordinare il suo annuncio: è il culmine del vangelo, il Vangelo del vangelo! È un racconto di fede, la “fede pasquale” racconta.
3. Il lettore diventa discepolo. la cui comprensione è permettere che così sia fatta luce sulla propria esistenza.
4. Tutto il racconto evangelico di Marco tende allo svelamento di Gesù nella passione-morte:
1,1 – 8,26: il Messia rimane nascosto [“segreto”] guarisce, insegna, perdona…
8,27 – 13,37: verso Gerusalemme, invita i discepoli a seguirlo, dove si manifesterà 
         [3 predizioni: 8,27; 9,31; 10, 33]
14,1 - 16,8: l’autorità è del Messia “sofferente risorto”.
La passione è costantemente vicina, in Gerusalemme si rivela il tratto fondamentale dell’esistenza umano/divina di Gesù.
5. Ogni cosa si rivela e tutti si manifestano:
- la volontà di Dio
- la maestà della croce di Gesù Cristo
- il rifiuto dei capi del popolo
- la debolezza dei discepoli
- l’odio profondo dei nemici.
Si rivela chi sono Dio e Gesù Cristo, chi sono gli esseri umani, non solo la storia della passione, anche il suo centro portante.
6. Ascoltiamo e leggiamola con l’apertura che vuole ascoltare senza pregiudizi e comprendere unicamente la Scrittura, e con la pazienza che penetra a fondo lo spirito ed il senso del vangelo della passione di Gesù.
(Heinrich Schlier, La passione secondo Marco, 1974)
La comunità, che per la prima volta sentiva narrare dei giorni dell’esistenza terrena del Nazareno
e per prima aveva anche ricevuto l’annuncio della sua risurrezione, 
ora ha bisogno di assimilare, insieme con i primi testimoni, 
il senso più profondo delle “cose accadute”; 
ma anche di non scandalizzarsi dei rinnegamenti 
e tradimenti della fede in cui sono coinvolti, 
come nemmeno delle persecuzioni di cui essi sono vittime 
e che nel “modo di soffrire” del loro Signore 
possono trovare un grande conforto e incoraggiamenti.
(A. Vanhoye, in “I racconti”)
“La Chiesa saluta questo Dio che è venuto nella sofferenza per salvarci: 
Egli è vinto ma riporterà vittoria; 
è morente ma per darci la vita eterna…
essa sa che cosa è costata al suo Signore 
la gloria della risurrezione”.
(A. Nocent, Celebrare Gesù Cristo 3. Cittadella 1977, pp. 274-277)
Dobbiamo superare l’abitudine ad ascoltare la passione,
il non farci scandalizzare più, 
il fatto che ci sembri tutto scontato; 
ma il pensare alle nostre sofferenze, 
alla nostra morte questo sì che ci scandalizza, eccome! 
Come per Gesù, la croce ha un senso anche per noi.
Non basta commuoversi nell’ascolto: 
dobbiamo saper leggere e vivere la nostra croce 
come quella di tanti altri nel nostro mondo”.
(Domenico Pezzini, Appunti personali).
Preghiera introduttiva alla Liturgia della Parola
O Padre,
che hai dato come modello agli esseri umani
Gesù, Cristo tuo Figlio e nostro salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare della sua risurrezione.
Egli vive e regna con te,
nell’unità del tuo Spirito,
in mezzo a noi
ora e per sempre Amen.


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