sabato 9 dicembre 2023

Vicina è la Parola Tempo dell’Avvento/B 10 dicembre 2023 Preparare il cuore

Vicina è la Parola 
Tempo dell’Avvento/B
10 dicembre 2023


Isaia 40,1-5.9-11 Ogni valle sia colmata

Salmo 84 Mostraci, Signore, la tua misericordia 
e donaci la tua salvezza. 
2Pietro 3,8-14 Cieli e terra nuovi

Marco 1,1-8 Preparate la via

Preparare il cuore
Quando non ci sentiamo abbastanza amati dovremmo magari pensare agli ostacoli che interponiamo tra noi e gli altri e quanto rendiamo arduo questo compito, di cui abbiamo però estremo bisogno.
Tra il bisogno, insaziabile, di essere amati e la capacità, pur sempre limitata, di amare c’è ancora spazio per l’amabilità come “piano inclinato” per renderci raggiungibili.
Nel frattempo lo spazio vuoto, di cui spesso abbiamo paura e che ci “spoglia” di ogni difesa superficiale, invece che rimpiazzato da chiasso, distrazioni, lavoro ossessionante, benessere illusorio, potrebbe essere occasione per fare posto alla Presenza che tutto abita e anima, come attesa di un incontro vero e spiraglio per un po’ di luce confortante: resistere nella speranza.
Occasioni per “preparare il cuore” affinché l’Imprevedibile atteso possa raggiungerci e colmarci della sua consolazione, facendoci sperimentare quel “nuovo” che solo l’Amore sa creare.
Contesto evangelico: Marco 1,1-8
La venuta finale è come l’inizio del racconto evangelico: la buona notizia riecheggerà come per la prima volta (cf Marco 1,1); ma non sarà più la voce del Battezzatore nel deserto a richiamare l’attenzione di Israele per le promesse che si realizzano (cf vv. 2-4) bensì quella della comunità messianica: rievocando le profezie di Isaia 40,3 e di Malachia 3,1 [Esodo 23,20]: l’annuncio evangelico sarà portato dagli stessi discepoli di Gesù a tutti gli esseri umani e tutti i popoli: il battesimo nello Spirito, l’immersione nella sua stessa Vita divina!
Ai cristiani, oggi, l’impegno è di “preparargli la strada”, spianando i suoi sentieri e gli ostacoli che si parano davanti… un lavoro faticoso, ma quanto mai necessario perché l’umanità, immersa in una Vita (cf v. 8) diventi terra accogliente per una nuova primavera di vita.
Ambientazione liturgica
La fine richiama l’inizio: OGGI è ancora il tempo del lieto annuncio cambiare si può!
Non è più solo l’esortazione premonitrice del Battezzatore, ma la nostra stessa esperienza di cristiani nella Chiesa, di uomini e donne salvati, perdonati… abbracciati! [Evangelo]
È Dio stesso che opera una svolta radicale e cosmica: verranno cieli e terra nuovi, e noi saremo suoi collaboratori, non spettatori. [Salmo 84]
Il nostro cambiamento è un’inversione di tendenza e un concentrarci nuovamente sulla sua azione che, attraverso la forza della sua Parola, cambia il destino del mondo e finalmente ogni essere umano potrà vederlo e sperimentarlo [Isaia 40 - I lettura].
Dove poter fare questo incontro? 
Già ora, nella nostra nuova condotta di vita e nella comunione con gli altri. [2Pietro – II lettura].
Accensione del II cero – Giovanni, il Battezzatore
Accendiamo il secondo cero
rispondendo all’invito del Battista:
Preparate la strada al Signore che viene”.
La luce di Gesù ci illumini affinché il suo amore 
possa cambiare il nostro modo di vivere 
e ci faccia camminare, 
insieme ad ogni essere umano,
verso di Lui, il Signore che viene
a creare per noi cieli e terra nuovi.


6 commenti:

  1. https://www.lucarubin.it/farai-tanta-strada/

    Un pensiero sul vangelo di domenica 10 dicembre 2023.

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  2. "Non è che un inizio, ma nel seme c'è tutta la pianta coi fiori e coi frutti. La strada è pronta e tu puoi percorrerla, con questo germogliio di speranza che è spuntato dal Vangelo. Dio è l'amre della tua vita, non hai nulla da temere":

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  3. Il grido di Giovanni battista ancora oggi ci scomoda perché è un invito a lasciarci convertire, a cambiare il nostro cuore: il male più pericoloso è quell'immobilismo che si annida in esso. Abbiamo bisogno di partire dal nostro intimo, dalle nostre responsabilità, dalla nostra miseria. Cristo può crescere in noi esercitandoci a vivere sempre nell’amore. Buona domenica.

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  4. "Consolate, consolate il mio popolo... Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele: la tua tribolazione è compiuta" (Isaia 40,1).
    Quanto abbiamo bisogno di questa Parola di tenerezza, che nasce dalla compassione di Colui che la nostra tribolazione l'ha fatta sua e vissuta e ci ha presi tra le sue braccia come "agnellini" e ci conduce con tenerezza perché, nonostante tutto, la nostra umanità e la nostra terra sono ancora "gravide di vita".

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  5. "Lodiamo Dio, Padre di Gesù Cristo, nostro Signore
    il Padre che ha compassione di noi, il Dio che ci consola!
    Egli ci consola in tutte le nostre sofferenze,
    affinché anche a noi sia possibile consolare tutti quelli che soffrono, portando quelle stesse consolazioni che egli ci dà.
    Poiché, se molto soffriamo con Cristo, molto siamo da Lui consolati. Se soffriamo, è perché voi riceviate quella consolazione
    che vi renderà forti nel sopportare le stesse avversità
    che anche noi sopportiamo.
    Questa nostra speranza è ben fondata,
    perché sappiamo che condividete non solo le nostre sofferenze
    ma anche le nostre consolazioni". [2Corinzi 1,3-7]

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  6. Abbiamo bisogno di veri profeti
    che vedano ciò che tutti guardano
    dicano le cose proprio come stanno
    scorgano germogli nei nostri deserti
    e ci accompagnino dentro per coltivarli.

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