Vicina è la PAROLA
23 APRILE 2023
III DOMENICA DI PASQUA
Atti 2,14.22-23 / Salmo 15
1Pietro 1,17-21
Luca 24,13-35
“Stanchi di camminare…
si misero a correre”
È il titolo di un libro edito dalla COMUNITÀ DI CARESTO (Sant’Angelo in Vado – PU) per coppie che vogliono continuare la loro crescita relazionale alla luce del Vangelo e sintetizza benissimo l’esperienza dei due discepoli di Emmaus narrata da Luca 24,13-35.
Sul fatto che i due fossero delusi e amareggiati non vi è dubbio, anche il loro percorso “in discesa” ce li descrive quasi sprofondando nella loro tristezza. La loro stessa discussione non fa altro che peggiorare: non c’è ascolto tra loro ma solo uno sfogo di delusione.
L’ascolto furtivo dell’ignoto viandante, apparentemente forestiero al contenuto della loro narrazione, ma che si fa loro prossimo nel cammino, sblocca la situazione e interrogato, interpella! Quante nostre discussioni, di coppia e di comunità, sono prive di ascolto reciproco, vero, profondo! Ce ne rendiamo ben conto che non portano a nulla, se non peggiorano la situazione. I fatti sono ben noti ma ciascuno li narra a modo suo, privi di prospettiva e dell’indispensabile ricerca di un senso che dia significato, facendo uscire fuori dal “senso di colpa” che priva di ogni speranza: “Noi speravamo…”.
"Una speranza priva di fondamento è più pericolosa di una disperazione senza scampo” avrebbe detto Agostino d’Ippona. Solo una promessa d’amore può sostenere una tale speranza. Un giorno ormai al tramonto diventa così l’albeggiare di un nuovo mattino ed i passi stanchi ritrovano nuova energia per altri 11 km, in salita!
Parole e gesti d‘amore hanno riempito un vuoto tra loro due e dentro ciascuno, facendo divampare un fuoco capace di illuminare tutto, di luce nuova.
Adesso “narrare” non è più un amaro sfogo, ma un reciproco annuncio di vita per una riconosciuta Presenza “nello spezzare il pane”.
Contestualizzazione liturgica
La nostra celebrazione liturgica ripropone lo stesso schema della narrazione di Luca 24: vv. 13-17: il nostro convenire, ciascuno “preso” dai suoi pensieri, problemi, interrogativi… vv. 25-27: liturgia della Parola
vv. 28-30 liturgia Eucaristica
vv. 31-32 condivisione fraterna
vv. 33-35 missione e annuncio
Ascoltiamo e accogliamo anche la proclamazione dell’annuncio di Pietro e degli altri Undici in testimonianza di Gesù risorto [Atti – I lettura]. È una testimonianza di fede, non di certezza nata da facili evidenze, ma da un misto di gioia e timore, esultanza e stupore, tentazione di fuggire e meraviglia per una nuova chiamata in Galilea (da dove tutto ha avuto inizio).
La nostra umanità è così liberata dalla sua “vuota conduzione”, da non senso vissuto però da Dio stesso che nel sangue del Figlio ridona fiducia e speranza [1Pietro – II lettura]. Ne abbiamo un segno tangibile nel “pane spezzato”: l’amore che invera la parola.
Il “tempo pasquale”: un cammino con il Risorto
per vivere da risorti nel cammino di chiesa
È possibile individuare, nei brani evangelici proclamati in questo “tempo pasquale”, un percorso di approfondimento della nostra fede che motiva maggiormente la nostra partecipazione “attiva e fruttuosa” ai misteri celebrati e il nostro impegno nella società.
Sono brani -tranne alcune eccezioni- del vangelo secondo Giovanni, il che compensa un po’ il fatto che non gli sia stato riservato un ciclo liturgico come ai tre sinottici1, e quindi richiederebbero un approfondimento particolare.
Siamo nel tempo della “mistagogia”, in approfondimento delle catechesi impartite per l’iniziazione cristiana e di crescita nella grazia donata dai sacramenti ricevuti2. Attraverso i testi festivi e feriali, siamo anche noi invitati a fare l’esperienza del Risorto che ridona a Pietro ed ai primi discepoli la sorprendente scoperta di essere nuovamente chiamati a seguirlo con rinnovato amore (Giovanni 21). Dopo la risurrezione la sua sequela cambia modalità: Egli ci raggiunge dove noi siamo riuniti insieme (cf Luca 24,36; Gv 20, 19.26; 21,4; Atti 1,3; Matteo 18,20), e attraverso di Lui porta e pastore (Gv 10), Via di Verità (Gv 14), siamo condotti nella pienezza della Vita.
Dimorare in Lui è il nostro nuovo rapporto con il Signore, come lo è stato per i discepoli (Gv 15), che si esprime nell’amore reciproco tra fratelli e sorelle (Gv 13) e attraverso la forza dello Spirito donato dal Risorto (Gv 14).
In Lui nasce un’esperienza di piena unità con il Padre e tra tutti gli esseri umani (Gv 17). Seguiamo l’itinerario “A” di quest’anno liturgico:
III domenica Lc 24,13-35
IV domenica Gv 10,1-10
V domenica Gv 14,1-12
VI domenica Gv 14,15-21
VII domenica Gv 17,1-11
Ascensione Mt 28,16-20
Vigilia Pentecoste: Gv 7,37-39
Pentecoste: Gv 20,19-23
Esso propone di entrare sempre più nella celebrazione unica e continua “della risurrezione di Cristo, e in lui della nuova vita donata all’umanità, sottolineando le sfaccettature e le manifestazioni dell’unico volto glorioso del Risorto, l’uomo nuovo, che dopo aver sconfitto definitivamente la morte abbandonandosi all’amore del Padre, comunica ad ogni vivente la gioiosa notizia della vittoria. La comunica ai discepoli sorpresi e impauriti come compimento delle promesse dell’AT. (COMUNITÀ MONASTICA DI VIBOLDONE)
È un percorso molto ricco e significativo anche per le nostre comunità chiamate oggi ad annunciare e testimoniare il Risorto, ed in Lui la reale possibilità di vivere come “donne e uomini nuovi”.
Al centro è il Signore che si dona nella Pace al discepolo incredulo, offrendo la sua carne trasfigurata dall’amore, ma ancora ferita, da toccare e adorare come umanità stessa di Dio (II domenica: Gv 20,19-31).
È una presenza che vince la delusione e compie le promesse riportando ciascuno di noi ad un’autentica esperienza fraterna di comunità (III domenica: Lc 24,13-35). Il Risorto si propone come Colui che fa entrare nella Vita (IV domenica: Gv 10,1-10): Egli è infatti la Via Vera alla Vita (V domenica: Gv 14,1-12) stabilendo con ciascuno una relazione nello Spirito che genera il dono dell’Unità (VI domenica: Gv 14,15-21)
1 Riflessioni per vivere la liturgia con il vangelo secondo Giovanni, in Giovanni. Milano 2021, pp. 303-314. 1LUIGI D'AYALA VALVA, Entrare nei misteri di Cristo. Mistagogia della liturgia eucaristica attraverso i testi dei padri greci e bizantini. Qiqajon 2012.
Preghiamo
“Signore,
che nessun nuovo mattino
venga ad illuminare la mia vita
senza che il mio pensiero
si volga alla tua risurrezione…
ogni risveglio
mi permetterà di rivolgermi
dalla tua immagine di ieri
a quella di oggi!
…che io ti senta chiamarmi per nome”.
(Un monaco orientale)
III DOMENICA DI PASQUA
Atti 2,14.22-23 / Salmo 15
1Pietro 1,17-21
Luca 24,13-35
“Stanchi di camminare…
si misero a correre”
È il titolo di un libro edito dalla COMUNITÀ DI CARESTO (Sant’Angelo in Vado – PU) per coppie che vogliono continuare la loro crescita relazionale alla luce del Vangelo e sintetizza benissimo l’esperienza dei due discepoli di Emmaus narrata da Luca 24,13-35.
Sul fatto che i due fossero delusi e amareggiati non vi è dubbio, anche il loro percorso “in discesa” ce li descrive quasi sprofondando nella loro tristezza. La loro stessa discussione non fa altro che peggiorare: non c’è ascolto tra loro ma solo uno sfogo di delusione.
L’ascolto furtivo dell’ignoto viandante, apparentemente forestiero al contenuto della loro narrazione, ma che si fa loro prossimo nel cammino, sblocca la situazione e interrogato, interpella! Quante nostre discussioni, di coppia e di comunità, sono prive di ascolto reciproco, vero, profondo! Ce ne rendiamo ben conto che non portano a nulla, se non peggiorano la situazione. I fatti sono ben noti ma ciascuno li narra a modo suo, privi di prospettiva e dell’indispensabile ricerca di un senso che dia significato, facendo uscire fuori dal “senso di colpa” che priva di ogni speranza: “Noi speravamo…”.
"Una speranza priva di fondamento è più pericolosa di una disperazione senza scampo” avrebbe detto Agostino d’Ippona. Solo una promessa d’amore può sostenere una tale speranza. Un giorno ormai al tramonto diventa così l’albeggiare di un nuovo mattino ed i passi stanchi ritrovano nuova energia per altri 11 km, in salita!
Parole e gesti d‘amore hanno riempito un vuoto tra loro due e dentro ciascuno, facendo divampare un fuoco capace di illuminare tutto, di luce nuova.
Adesso “narrare” non è più un amaro sfogo, ma un reciproco annuncio di vita per una riconosciuta Presenza “nello spezzare il pane”.
Contestualizzazione liturgica
La nostra celebrazione liturgica ripropone lo stesso schema della narrazione di Luca 24: vv. 13-17: il nostro convenire, ciascuno “preso” dai suoi pensieri, problemi, interrogativi… vv. 25-27: liturgia della Parola
vv. 28-30 liturgia Eucaristica
vv. 31-32 condivisione fraterna
vv. 33-35 missione e annuncio
Ascoltiamo e accogliamo anche la proclamazione dell’annuncio di Pietro e degli altri Undici in testimonianza di Gesù risorto [Atti – I lettura]. È una testimonianza di fede, non di certezza nata da facili evidenze, ma da un misto di gioia e timore, esultanza e stupore, tentazione di fuggire e meraviglia per una nuova chiamata in Galilea (da dove tutto ha avuto inizio).
La nostra umanità è così liberata dalla sua “vuota conduzione”, da non senso vissuto però da Dio stesso che nel sangue del Figlio ridona fiducia e speranza [1Pietro – II lettura]. Ne abbiamo un segno tangibile nel “pane spezzato”: l’amore che invera la parola.
Il “tempo pasquale”: un cammino con il Risorto
per vivere da risorti nel cammino di chiesa
È possibile individuare, nei brani evangelici proclamati in questo “tempo pasquale”, un percorso di approfondimento della nostra fede che motiva maggiormente la nostra partecipazione “attiva e fruttuosa” ai misteri celebrati e il nostro impegno nella società.
Sono brani -tranne alcune eccezioni- del vangelo secondo Giovanni, il che compensa un po’ il fatto che non gli sia stato riservato un ciclo liturgico come ai tre sinottici1, e quindi richiederebbero un approfondimento particolare.
Siamo nel tempo della “mistagogia”, in approfondimento delle catechesi impartite per l’iniziazione cristiana e di crescita nella grazia donata dai sacramenti ricevuti2. Attraverso i testi festivi e feriali, siamo anche noi invitati a fare l’esperienza del Risorto che ridona a Pietro ed ai primi discepoli la sorprendente scoperta di essere nuovamente chiamati a seguirlo con rinnovato amore (Giovanni 21). Dopo la risurrezione la sua sequela cambia modalità: Egli ci raggiunge dove noi siamo riuniti insieme (cf Luca 24,36; Gv 20, 19.26; 21,4; Atti 1,3; Matteo 18,20), e attraverso di Lui porta e pastore (Gv 10), Via di Verità (Gv 14), siamo condotti nella pienezza della Vita.
Dimorare in Lui è il nostro nuovo rapporto con il Signore, come lo è stato per i discepoli (Gv 15), che si esprime nell’amore reciproco tra fratelli e sorelle (Gv 13) e attraverso la forza dello Spirito donato dal Risorto (Gv 14).
In Lui nasce un’esperienza di piena unità con il Padre e tra tutti gli esseri umani (Gv 17). Seguiamo l’itinerario “A” di quest’anno liturgico:
III domenica Lc 24,13-35
IV domenica Gv 10,1-10
V domenica Gv 14,1-12
VI domenica Gv 14,15-21
VII domenica Gv 17,1-11
Ascensione Mt 28,16-20
Vigilia Pentecoste: Gv 7,37-39
Pentecoste: Gv 20,19-23
Esso propone di entrare sempre più nella celebrazione unica e continua “della risurrezione di Cristo, e in lui della nuova vita donata all’umanità, sottolineando le sfaccettature e le manifestazioni dell’unico volto glorioso del Risorto, l’uomo nuovo, che dopo aver sconfitto definitivamente la morte abbandonandosi all’amore del Padre, comunica ad ogni vivente la gioiosa notizia della vittoria. La comunica ai discepoli sorpresi e impauriti come compimento delle promesse dell’AT. (COMUNITÀ MONASTICA DI VIBOLDONE)
È un percorso molto ricco e significativo anche per le nostre comunità chiamate oggi ad annunciare e testimoniare il Risorto, ed in Lui la reale possibilità di vivere come “donne e uomini nuovi”.
Al centro è il Signore che si dona nella Pace al discepolo incredulo, offrendo la sua carne trasfigurata dall’amore, ma ancora ferita, da toccare e adorare come umanità stessa di Dio (II domenica: Gv 20,19-31).
È una presenza che vince la delusione e compie le promesse riportando ciascuno di noi ad un’autentica esperienza fraterna di comunità (III domenica: Lc 24,13-35). Il Risorto si propone come Colui che fa entrare nella Vita (IV domenica: Gv 10,1-10): Egli è infatti la Via Vera alla Vita (V domenica: Gv 14,1-12) stabilendo con ciascuno una relazione nello Spirito che genera il dono dell’Unità (VI domenica: Gv 14,15-21)
1 Riflessioni per vivere la liturgia con il vangelo secondo Giovanni, in Giovanni. Milano 2021, pp. 303-314. 1LUIGI D'AYALA VALVA, Entrare nei misteri di Cristo. Mistagogia della liturgia eucaristica attraverso i testi dei padri greci e bizantini. Qiqajon 2012.
Preghiamo
“Signore,
che nessun nuovo mattino
venga ad illuminare la mia vita
senza che il mio pensiero
si volga alla tua risurrezione…
ogni risveglio
mi permetterà di rivolgermi
dalla tua immagine di ieri
a quella di oggi!
…che io ti senta chiamarmi per nome”.
(Un monaco orientale)
"Adesso narrare non è più un amaro sfogo, ma un reciproco annuncio di vita per una riconosciuta Presenza "nello spezzare il pane".
RispondiEliminaIl Signore si fa prossimo, si fa Presenza e se lui si fa Presenza per noi, allo stesso modo noi possiamo divenire presenza gli uni per gli altri.
È bello pensare, come L. Pozzoli, che
"Possiamo fare la strada con chi è solo e spezzare con lui il pane dell'amicizia.
Possiamo fare la strada con chi è triste e spezzare con lui il pane della gioia.
Possiamo fare la strada con chi cerca Dio e spezzare con lui il pane della Parola, illuminando ogni pagina della Scrittura con il volto del Risorto ".