venerdì 3 marzo 2023

VICINA È LA PAROLA 5 MARZO 2023 DOMENICA II QUARESIMA/A L’umanità TRASFIGURATA

VICINA È LA PAROLA 

5 MARZO 2023 

DOMENICA II QUARESIMA/

Genesi 12,1-4 / Salmo 32 

2Timoteo 1,8-10 

Matteo 17,1-9 


L’umanità TRASFIGURATA 

Contestualizzazione evangelica 

Dopo il deserto inizia un “nuovo percorso” in Galilea, lungo le coste del mare di Tiberiade,  cominciando nel territorio di Zàbulon e di Nèftali (cf 4,12 ss.; 9,35 ss.), dal monte al piano  sconfinando in territori stranieri e a volte ostili (cf 5,1, 8,1), ma soprattutto nel cuore delle persone  più semplici, spesso afflitte da varie malattie ed infermità. 

Questa è l’umanità incontrata, accolta, curata e amata dal Nazareno che percorre le  polverose strade della sua terra (cf 4,23; 9,35-36; 15,29-31), di cui anche esulterà perché capace di  riconoscere la sua Figliolanza, sconosciuta “ai sapienti e agli intelligenti” (cf 11,25-27), a volte anche  osteggiata o perseguitata (cf 13,53-58; 14,1-2 ss.). 

È l’umanità per cui sarà chiamato a dare la sua vita in modo cruento ed inviterà i suoi  discepoli a seguirlo in questo destino (cf 16,1-28). 

Quale può essere stata la loro reazione? Un esempio ce lo dà Pietro (cf 16,22-23) ma  possiamo immaginare quello degli altri… Comunque il Maestro non li vuole escludere, anzi li  coinvolge ancora più intimamente e profondamente in un’esperienza che rimane “memorabile”  anche per i credenti delle successive generazioni (cf 2Pietro 1,16-18). 

La redazione evangelica di Matteo mette in evidenza che l’episodio avviene “il settimo  giorno” (con riferimento Esodo 24 e 32 tanti elementi fanno pensare a Mosè ed al suo viso  luminoso), ma anche all’esperienza della comunità cristiana della pasqua settimanale, in particolare  quando Gesù si rivolge a loro “Alzatevi, non temete” facendoli “risorgere” così come quando Lui  risorto li incontrerà (cf 28,5.10 

Il riferimento alla passione è accompagnato dalla presenza di Elia e dal riferimento alla morte  del Battezzatore (cf vv. 10-13). 

Si tratta quindi di un episodio “pasquale” che ha un posto “strategico” nel racconto  evangelico e ben collocato nel cammino quaresimale come seconda tappa. 

Ambientazione liturgica: dal deserto al monte dove la vita si trasfigura 

I - La nostra esistenza di battezzati è minacciata spesso da prove che, se affrontate con  responsabilità, ci aiutano a fidarci solo di Dio Padre come figli e figlie da Lui amati. È una fiducia  sorretta dalla vittoria di Gesù sulle prove “dia-boliche” che hanno cercato di allontanarlo - separarlo  dal Padre, mettendo in discussione e dubitando della sua identità di Figlio, inducendolo a vivere in  un’autonomia mondana la sua futura missione.

II - È proprio il Padre che attesterà e manifesterà il suo amore per il Figlio unigenito nella  “trasfigurazione sul monte”. Anche noi cristiani/e come i suoi discepoli, pur provati, siamo  progressivamente trasfigurati dal suo amore e la nostra esistenza ne è trasformata. 

Questo è il vero cambiamento operato dal Battesimo, dalla Pasqua vissuta nella carità e  nell’Eucaristia! L’essere umano, ritorna così in Cristo alla sua identità originaria ad immagine e  somiglianza con Dio. 

Il credente vede in quella del suo Signore la trasfigurazione dell’umanità ancor oggi deturpata  e sfigurata. 

Ad incoraggiamento, sia del catecumeno che del battezzato, l’annuncio evangelico della  trasfigurazione accompagna i primi passi del cammino quaresimale: già si intravvede la gloria della  risurrezione che sarà annunciata e celebrata la notte di Pasqua. 

Così preghiamo nel Prefazio: «indicò agli apostoli che solo attraverso la passione, possiamo  giungere a lui, al trionfo della risurrezione». 

Questa è anche la prospettiva che ogni evangelista vuole dare al proprio racconto,  ponendolo in un momento “critico” del cammino di Gesù verso Gerusalemme, drammaticamente  annunciato da lui stesso ai suoi discepoli. [Matteo - Evangelo

Il settimo giorno” in cui celebriamo l'eucaristia è il momento nel quale la nostra assemblea  rende grazie al Padre per averci introdotto nell’intelligenza vitale del mistero della trasfigurazione  di Cristo, e nello stesso tempo è il momento nel quale questo mistero opera in noi una profonda  trasformazione, ravvivando la grazia del battesimo. Il contatto con il corpo glorificato del Signore  nell'eucaristia alla quale partecipiamo, infatti, è il pegno che anche il nostro corpo di miseria sarà  trasfigurato e reso conforme al suo corpo di gloria (cf Filippesi 3,20-21). 

Anche nella liturgia della Parola risuona per noi l’invito del Padre “Ascoltatelo!” che vuol  dire seguitelo. Questo ascolto ci apre alla sua stessa esperienza di amore di cui diventiamo partecipi. Come Abramo, nel buio della comprensione [Genesi I lettura], Gesù esce dalla “sua terra”  verso di noi, per condurci nel cammino dell’esistenza, capaci di cogliere i segni di una speranza  luminosa. Così preghiamo all’inizio della celebrazione: «Il tuo volto io cerco, o Signore. Non  nascondermi il tuo volto» [Salmo 26] ed Egli, come ci rispondesse, “libera dalla morte e nutre nella  fameper questo in te speriamo” [Salmo 32]. 

L’apostolo Paolo focalizza questa esperienza che può sembrare straordinaria, nella chiamata  a far parte di un popolo da santificato dal Signore, glorificato dal suo amore. [Timoteo - II lettura

Preghiamo con la Liturgia 

O Dio nostro Padre, 

che hai chiamato alla fede i nostri predecessori 

e per mezzo del Vangelo hai fatto risplendere la vita, 

aprici all’ascolto del tuo Figlio, 

perché, accogliendo in noi il mistero della croce, 

possiamo essere con lui trasfigurati nella luce 

della sua risurrezione. 

Amen.

3 commenti:

  1. AnimazioneLiturgica6 marzo 2023 alle ore 16:55

    PAROLA CHE SI FA VITA
    Letture bibliche a commento della Parola domenicale. Meditandola e pregandola, cogliamo il suo attuale avvenimento nella nostra vita. I brani proposti ci aiutano a comprenderla alla luce di tutta la storia della salvezza:

    Gàlati 3,1-14. 22-29
    Siamo di Cristo, discendenza di Abramo nella promessa.
    Giovanni 17,1-5.22-23
    La gloria che tu Padre hai dato a me, io l’ho data a loro.
    Giovanni 8,28-40.53-58
    Abramo vide il mio giorno e ne gioì.
    2Pietro 1,1-10.16-19
    Siamo partecipi della natura divina che ci ha donato.
    Romani 4,1-8.13-25
    Abramo credette e divenne erede del mondo.

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  2. Nel "deserto" Gesù è da solo, qui sul "monte" in compagnia dei suoi discepoli.
    Nel "deserto" Egli è tentato sulla sua figliolanza e il diavolo cerca di separarlo / opporlo al Padre, qui è Lui stesso che lo "conferma" in modo che anche gli amici possano sentirlo: "Costui è il mio figlio, quello che io amo e nel quale mi compiaccio. Ascoltatelo!" Cioè seguitelo.
    Ed in questo seguirlo saranno essi stessi introdotti e confermati in una nuova esperienza: "figli nel Figlio".

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  3. La "luce" che illumina il volto di Gesù non viene da fuori, ma da dentro di Lui.
    La luce del Risorto ci illumina nel profondo di noi stessi e fuga le tenebre che ci minacciano, le mette a tacere come scrive fr. Roger: "Gesù, il Cristo, Luce interiore non lasciare che le mie tenebre mi parlino. Gesù, il Cristo, donami il tuo amore".

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