lunedì 13 marzo 2023

VICINA È LA PAROLA 12 MARZO 2023 DOMENICA IIIQUARESIMA/A Dammi da bere

VICINA È LA PAROLA 
12 MARZO 2023 
DOMENICA IIIQUARESIMA/
Esodo 17,3-7 / Salmo 94 
Romani 5,1- 2,5-8 
Giovanni 4,5-42 

Dammi da bere 
Ancora non so se ci sorprende che sia ancora Lui a fermarsi per il troppo caldo, che si sieda  proprio al pozzo dove noi siamo soliti andare ad attingere e che ci chieda così, molto  spontaneamente: “Dammi da bere”. 
Ma non siamo noi quelli che abbiamo bisogno di Te, che abbiamo sempre qualcosa da  chiederti, noi sempre assillati da mille necessità vere o futili?! 
Eppure sei proprio Tu, viandante e pellegrino tra noi, con noi, a farti anche assetato, come  se non bastasse già che ti sia fatto in tutto come noi. 
E il tuo andare si fermerà, per così dire, solo innalzato sul legno, da dove ancora griderai:  “Ho sete
In quel grido rimbombano tutte le voci concitate di questo mondo che a volte ci assordano  e ci angustiano perché da noi esigono, pane, soldi, tempo, compagnia, amicizia, giustizia, affetto,  amore… 
Una donna della Samarìa 
Chi più di una donna conosce i bisogni della sua famiglia?! Li sa individuare ad uno ad uno,  spesso nel silenzio e li sa esprimere con garbo e attenzione. 
Ma una donna come questa, che viene al pozzo ad attingere acqua è ben più di una donna…  è l’umanità di uomini e donne, che continuano ad andare allo stesso pozzo credendo che lì ci sia  un’acqua capace di dissetare ciò che non sta nel fondo di un pozzo, ma nel profondo del loro cuore. 
Le donne delle nostre società sono l’emblema di ciò che caratterizza di più la nostra intera  umanità: il fascino e la corruzione, la delicatezza e la crudeltà, il delirio e l’estasi… Se tu conoscessi la gratuità del dono... 
Sembra qualcosa a noi veramente sconosciuto, i vecchi dicono che si è perduto col tempo… Com’è strano per noi distinguere il bisogno di essere amati dal desiderio di amare! È davvero arduo dare senza chiedere nulla in cambio… perché quel pozzo dentro di noi è così  profondo che nemmeno noi sappiamo se abbia un fondo!  
E tanto poco ci basta per essere appagati che per sentire nuovamente sete e non trovare  dove e chi possa dissetarci.
Sono io che parlo con te 
Ma non eri proprio tu ad avere sete e a non avere nulla per attingere? Così povero da non  aver nulla da dare… se non te stesso! Mentre lei, non uno, ma cinque mariti poteva vantare! Proprio tu che parli con me, adesso, sul bordo di questo pozzo e io sento che in me nasce  una sorgente di acqua viva per la vita.  
Contestualizzazione evangelica 
Fa parte del “Libro dei segni” del racconto evangelico di Giovanni (capp. 2 – 12) ma in questo  caso si tratta di incontri personali come con Nicodemo (cap. 3), con il paralitico (cap. 5) con il nato  cieco (cap. 9) con le sorelle di Lazzaro (cap. 11)… persone con cui il Nazareno instaura dialoghi che  si muovono su livelli diversi e che spesso si intrecciano, creando anche ambiguità e incomprensioni  fino ad arrivare alla piena rivelazione ed al riconoscimento della fede da parte del suo interlocutore. 
Ogni personaggio oltre se stesso rappresenta anche Israele in varie fasi della sua storia come  è stata riletta dai profeti; l’ambientazione non è mai casuale ma fa parte del dinamismo “rivelativo”  dell’episodio anche chi interviene “accidentalmente” ha in realtà un suo ruolo. 
È proprio il caso dell’incontro di Gesù con la donna di Samaria al pozzo di Sicar: il dialogo  spazia dalla sete al bisogno d’amore, dalla relazione con sé ad una nuova relazione con Dio, da ciò  che ha diviso il popolo di Israele alla formazione di una nuova comunità di credenti. 
La conclusione è la trasformazione interiore della persona in un rapporto di fiducia con il  Signore sempre aperto a nuovi sviluppi ed in orizzonte comunitario. Per questo lo “scontro” che  spesso emerge tra le autorità religiose e politiche con il profeta galilaico riporta anche la situazione  dei primitivi gruppi di credenti nella Palestina. 
Ambientazione liturgica: dal monte al pozzo dove la vita diventa piena 
L’incontro di Gesù con la donna di Samarìa al pozzo di Sìchar [Giovanni - Evangelo] è la  seconda grande “catechesi battesimale / pasquale” dopo capitolo 3, sia nel racconto evangelico che  nell’antico catecumenato cristiano.  
Come Dio aveva donato al suo popolo nel deserto, attraverso Mosè, l’acqua dalla roccia per  estinguere la sua sete [Esodo – I lettura], così attraverso Gesù manifesta il suo amore gratuito per  noi e per ogni essere umano [Romani - II lettura]. 
Un Gesù “assetato”, unico capace di saziare la sete d’amore e di felicità, di relazione  autentica con Dio “in Spirito e Verità” di ogni persona. 
Egli è la presenza dell’amore di Dio in mezzo a noi, nel quale ciascuno può finalmente  immergersi e trovare la vita.  
In questo modo riceviamo, in Lui, il dono la vita di figli e di figlie del Padre. 
Preghiamo con la Liturgia 
O Dio, nostro Padre e sorgente della vita, 
che offri all’umanità l’acqua viva  
del tuo amore gratuito, 
concedi al tuo popolo di annunciare 
il tuo Figlio Gesù, salvatore del mondo 
e di adorarti nello Spirito e Verità. 
Amen.

5 commenti:

  1. "Egli chiese alla samaritana l'acqua da bene,
    per farle il grande dono della fede
    di questa fede ebbe sete così ardente
    da accendere in lei la fiamma del tuo amore di Padre".
    [Prefazio della III domenica di quaresima A]

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  2. La PAROLA nella Parola
    Letture bibliche a commento della Parola domenicale.
    Meditandola e pregandola, cogliamo il suo attuale avvenimento
    nella nostra vita. I brani proposti ci aiutano a comprenderla
    alla luce di tutta la storia della salvezza:

    Isaìa 55,1-13
    Assetàti, venite all’acqua!
    1Giovanni 5,6-15
    Gesù è venuto con acqua e sangue.
    Giovanni 3,1-16
    Rinascere dall’acqua.
    Apocalisse 22,1-5
    Un fiume d’acqua viva scaturiva dall’Agnello.
    Efesini 2,1-19
    Gesù è il Dono del Padre: ci ha salvati gratuitamente.

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  3. INTRODUZIONE ALLA LITURGIA DELLA PAROLA 2
    È la storia d'amore di Dio verso il suo popolo,
    che non abbandona mai, a mostrarci, nel libro dall'Esodo,
    la mancanza di fede degli Israeliti che, in cammino nel deserto, assetati e sfiduciati, non esitano a mettere alla prova il Signore chiedendo: "Dacci acqua da bere!".
    La risposta non tarda, ma mette a nudo un cuore indurito,
    incapace di riconoscere la presenza di Dio nella propria vita; pertanto il Salmo ci esorta a metterci prontamente in ascolto
    della sua voce.
    L'apostolo Paolo ci ricorda di non perdere mai la speranza perché, non per meriti personali, ma attraverso lo Spirito,
    possiamo sperimentare l'amore incondizionato del Padre.
    Quell'amore che Gesù rivela nell'incontro con la donna di Samaria alla quale mostra, nel "segno" dell'acqua, una sete più intensa
    e profonda che conduce a conoscere e ad accogliere il dono di Dio, capace di trasformare il nostro cuore in una sorgente.

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  4. Gesù ci invita a non accontentarci delle cose del mondo

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  5. Catecumenato Confermazione San Tommaso14 marzo 2023 alle ore 17:32

    La donna di Samarìa va al pozzo come mendicante d'acqua
    e ne ritorna come mendicante di Cielo.
    Va con una brocca e ne ritorna con una sorgente.
    Come la samaritana, possiamo anche noi dimenticare la brocca, questa vita angusta che contiene così poco, questa vita piccola
    e opaca, e correre a raccontare di un Signore che fa nascere, capace di dirci tutto quello che abbiamo nel cuore,
    capace di farci alzare gli occhi, capace di far nascere
    in noi mendicanti di Cielo.
    Il pozzo è metafora del cuore umano sempre insondabile ma,
    da cui Gesù riesce a far emergere la verità, l’infinito bisogno d’amore e soprattutto a farci dono di un amore che diviene sorgente di vita.
    IO STESSO DIVENTO ACQUA ZAMPILLANTE!

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