VICINA È LA PAROLA
27 NOVEMBRE – 24 DICEMBRE 2022
TEMPO DELL’AVVENTO/A
AVVENTO: il futuro è adesso!
Le nostre comunità cattoliche iniziano un nuovo anno liturgico in cui viviamo il mistero di Cristo che cammina con noi nella storia. Questo itinerario, in comunione con tutta la Chiesa, «è per noi la possibilità di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo, immergendo la nostra vita nel mistero della sua Pasqua, in attesa del suo ritorno. È questa una vera formazione continua.
La nostra vita non è un susseguirsi casuale e caotico di eventi ma un percorso che, di Pasqua in Pasqua, ci conforma a Lui nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore, Gesù Cristo». (FRANCESCO, Desiderio desideravi 64). Infatti il cammino dell’anno liturgico ha un valore ed un significato oltre che celebrativo anche mistagogico ed educativo.
Esso ha inizio con l’Avvento, tempo in cui si intrecciano le attese dell’umanità con quella per le venute del Signore Gesù, il Figlio del Padre nato nel tempo da Maria e la speranza amorosa della Chiesa, per il ritorno glorioso del suo Sposo alla fine della storia.
Ascoltiamo la natura che ci parla del significato dell’Avvento, con i suoi ritmi stagionali: il tempo autunnale/invernale, i giorni si accorciano sempre di più e le tenebre sembrano prevalere sulla luce. Tutto sembra assopirsi e morire: gli alberi si spogliano delle loro foglie, non vediamo più i vivaci colori dei fiori della primavera e dell’estate. La natura quindi, con il suo silenzioso linguaggio, ci invita a meditare sul senso della storia, a guardare verso il suo orizzonte per scorgere i segni di speranza, per cogliere la Presenza che ravviva l’attesa di un incontro.
Ascoltiamo i testi liturgici che custodiscono la triplice dimensione dell’Avvento: l’incarnazione - l’oggi della nostra esistenza e della storia - il ritorno glorioso del Signore risorto. Stiamo attenti ai “Prefazi di Avvento”, alle varie “Orazioni” della Liturgia eucaristica. Ascoltiamo la Parola che si presenta, oltre le tipiche “figure” dell’Avvento: Isaia, il Battista, Giuseppe, Maria…, anche le antiche profezie di Israele ancora attuali e il vissuto delle prime comunità cristiane: annunciano il senso escatologico che rimanda al compimento delle promesse di Dio per l’umanità in cammino verso il Regno che viene.
Ambientazione liturgica
Una speranza per tutti: il regno di Dio è vicino!
Annuncio di gioia per chi da povero si fida del Signore
Nelle Liturgie domenicali di quest’anno ascolteremo la proclamazione del racconto evangelico di Matteo e dunque anche nell’Avvento. È un vangelo di carattere “comunitario”: Gesù, fin dall’inizio, è definito come l’Emmanuele, il “Dio-con-noi” (Mt 1,23; cf 20,18; 28,20) ed è descritto
come un “nuovo Mosè”, “fondatore” del “nuovo popolo di Dio”, la comunità messianica, nucleo essenziale dell’intera l’umanità nuova, salvata.
Matteo, richiama spesso le parole dei Profeti, in particolare di Isaia, e presenta in Gesù il compimento delle promesse: finalmente Dio realizza le sue parole ed in esse ogni nostra speranza. Le Lettere apostoliche ci testimoniano l’attesa delle comunità del I secolo, ancora viva oggi nelle nostre comunità cristiane e nell’esistenza di ogni credente.
Sulla base di questa impostazione liturgica vogliamo seguire l’itinerario delle quattro domeniche, evidenziando quello che mi sembra essere il tema unitario delle tre letture.
Se al centro anche delle celebrazioni di Avvento è sempre la celebrazione sacramentale della presenza del Signore Gesù, nella Parola e nel Pane eucaristico, tuttavia il riferimento non è sempre lo stesso:
-fino al 16 dicembre si guarda alla venuta gloriosa del Signore (avvento finale/escatologico); - dal 17 dicembre si ripercorre l’annuncio profetico della nascita del Messia, fino alla celebrazione del suo Natale nella natura umana come Bambino (avvento natalizio). Così l’OLM - ORDINAMENTO GENERALE DELLE LETTURE BIBLICHE PER LA MESSA- ai nn. 93-94 presenta la struttura del tempo liturgico di Avvento voluta dal Concilio Vaticano II:
“Le letture del VANGELO hanno nelle singole domeniche [di Avvento] una loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Le letture dell'ANTICO TESTAMENTO sono profezie sul Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le LETTURE DELL'APOSTOLO contengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo”.
La I domenica annuncia la venuta ultima e definitiva [seconda venuta] di Cristo Signore e propone un’attesa vigilante nella speranza, orante nella fede ed operosa nella carità. La II domenica annuncia il compimento delle promesse profetiche (Isaia) tramite il Battezzatore e chiede di essere pronti e non sprovveduti [conversione] alla venuta oggi tra noi dell’Inviato di Dio.
La III domenica annuncia e celebra la gioia di una venuta del Signore sempre prossima ed esige il coraggio di dargli la priorità su tutto.
La IV domenica annuncia l’incarnazione umana del Figlio/Parola del Padre [prima venuta] e testimonia l’umile e fiduciosa adesione di Maria e di Giuseppe.
Visione d’insieme delle domeniche di Avvento/A
È una Presenza che l’Avvento celebra, un evento liberatore che si fa avvenimento oggi nella fede e nella speranza soprattutto nell’amore dei credenti e di tutti gli esseri umani. Per questo ci viene proposto come cammino di cambiamento possibile e necessario Dio si pone alla ricerca dell’essere umano, di tutta l’umanità, di ciascuno di noi da sempre siamo alla ricerca di Lui.
Gesù di Nazaret unifica in sé questi due impulsi, desideri, itinerari ininterrottamente sostenuti dallo Spirito, nelle due sfaccettature del “regno che viene” e che “deve venire”. Egli rende possibile che sgorghi nel più intimo la gioia.
Si tratta di una letizia sempre vissuta e comunicata nei caldi toni della fede di chi, come Giuseppe e Maria, si fida del cammino di Dio in mezzo a noi.
“Non sai bene se la vita è viaggio,
se è sogno, se è attesa,
se è un piano che si svolge
giorno dopo giorno
e non te ne accorgi
se non guardando indietro.
Non sai se ha senso.
In certi momenti
il senso non conta.
Contano i legami”.
(JORGE LUIS BORGES)
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