lunedì 22 agosto 2022

VICINA È LA PAROLA 14 AGOSTO 2022 – DOMENICA XX C IL FUOCO DELLA PACE

VICINA È LA PAROLA 

14 AGOSTO 2022 – DOMENICA XX C 
Geremia 38,4-6.8-10 / Salmo 39 
Ebrei 12,1-4 
Luca 12,49-57 
IL FUOCO DELLA PACE 
Forse mai come in questo periodo storico abbiamo bisogno di uno sguardo più profondo e  completo degli avvenimenti. Tutti siamo convinti della necessità della pace che ponga fine agli  attuali conflitti che lacerano la nostra convivenza internazionale, ma questo non ci deve esimere da  un’analisi “critica” dei processi che hanno scatenato i conflitti. Dobbiamo imparare dalle soluzioni  che hanno accorciato le distanze ma non hanno fatto avvicinare le persone nella comprensione delle  cause e nel superamento dei rancori evolvendo verso il bene di ciascuno e di tutti. 
La Pace è “un Fuoco che consuma e lascia in pedi solo la verità”, un processo che procura  sofferenza paradossalmente come una guerra, ma l’esito è completamente diverso è una vera e  propria rinascita, un “battesimo”, un’immersione fino in fondo nel dolore per un’emersione di vita nell’amore che permette di risorgere! 
Contestualizzazione evangelica di Luca 12,49-57 
La comunità di Luca, come del resto anche la nostra, si sente interpellata dalle vicende che  attraversa ad interrogarsi sul senso della missione del Nazareno e sulla reale efficacia della sua  morte e risurrezione (cf 12,49-51): “E’ vana la sua missione o la nostra comprensione di Lui?”. 
Essa sperimenta che “il regno di Dio” annunciato ed attuato dal Nazareno come Messia  “portatore di pace” (cf 2,14) non riappacifica, non annulla contrasti e divisioni al suo interno (cf 2,33- 34), addirittura nelle famiglie (cf vv. 52-53), non neutralizza le inimicizie e le persecuzioni nei suoi confronti, anzi in alcuni momenti si acutizzano (cf vv. 58-59). 
Il suo “immergersi divino” [battesimo] nell’umano storico è un “fuoco” (cf 3,16), ma di quale  portata? Si è forse estinto quello divampato nella Pentecoste? (cf Atti 2,3). 
Non agisce dall’esterno, ma dal di dentro delle dinamiche contrastanti perché Egli per primo  proverà la stessa angoscia che i discepoli ed i futuri credenti sperimenteranno (cf 22,39-46). Ogni contesto storico è provocatorio per la comunità dei discepoli e dei credenti, la porta a  “scrutare attentamente” [discernimento] gli eventi, il loro svolgimento ed esito, in quanto essi stessi 
sono “una parabola evangelica” da comprendere profondamente per operare le scelte più  opportune (cf vv. 54-57). Sarà così possibile evitare ogni fraintendimento “ipocrita” dell’annuncio  evangelico riguardante “il regno di Dio” e la sua signoria, come la pace di cui ne è effetto. 
Ambientazione liturgica 
+ La proclamazione liturgica della pericope evangelica è preceduta da testi che ne  favoriscono una “piena” comprensione, secondo il principio dell’Ordinamento liturgico delle letture  bibliche di cui la proclamazione evangelica ne è “il culmine” (OLM, 2007). 
- La vicenda profetica di GEREMIA diventa per la comunità cristiana “chiave interpretativa” di  quella messianica vissuta da Gesù Nazareno in quanto “servo sofferente” già così annunciata da  Isaia (cap. 53). La sua predicazione, interpretata come disfattista e osteggiata con l’accusa di  scoraggiare, messa a tacere dai rappresentanti del suo popolo che la rifiutano e lo condannano alla  morte, è invece compresa e “salvata” da chi paradossalmente le è “estraneo” [Ger 38 – I lettura]. 
- Ora la comunità la assume come paradigma di ogni esperienza di sofferenza e di  persecuzione, anche personale, e si unisce alla sua invocazione di salvezza non “dal” ma “nel fango”  in cui anche il Figlio/Servo si è immerso per la forza del suo amore, e nella lode a Chi “libera dal  potere della morte” [Salmo 39]. 
- Proprio su di Lui la comunità deve “tenere fisso lo sguardo” anche nel frangente delle sue  persecuzioni, sulla sua “croce” per” non farsi sopraffare nelle prove”: la sua fiducia nel Padre [fede]  è stata ad essa sottoposta che è anzitutto opposizione e contrasto all’amore che gratuitamente si  dona [Ebrei 12 – II lettura] come “fuoco” nuovo e inestinguibile de Risorto che dona la pace (cf Lc  24,36). 
+ La Parola sinceramente accolta e condivisa porta necessariamente a scelte anche divisive…  altrimenti il rischio e di neutralizzarla. Spesso le scelte comunitarie, anche pastorali, prescindono  dall’annuncio celebrativo che dovrebbe essere invece criterio di discernimento per l’esistenza dei  credenti e degli eventi storici. 
Preghiamo con la Liturgia 
Dio nostro Padre,  
nella croce del tuo Figlio 
ci riveli il senso più profondo 
degli eventi della storia e della nostra vita 
aiutaci e tenere fisso lo sguardo su Gesù, 
affinché corriamo con perseveranza incontro a Lui, 
nostra salvezza. 
Amen.

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