VICINA È LA PAROLA
21 AGOSTO 2022 – DOMENICA XXI C
Isaia 66,18-21 / Salmo 116
Ebrei 12,5-7.11-13
Luca 13,22-30
DILATARE IL CUORE
Se c’è una cosa che mi ha sempre infastidito e fare la fila alle poste, dal medico o agli uffici, anche le code alla cassa del supermercato… ero sempre concentrato su di me, sul tempo che impiegavano gli altri… su chi cercava di “saltare la fila…” furbetti!
Invecchiando ho iniziato a scoprire un altro lato… le persone!
Gli altri non più visti come antagonisti “a chi arriva prima”, ma come compagni di viaggio nel cammino della vita.
Tutto allora mi è sembrato interessante: i loro acquisti, le loro ansie, i loro volti… Le stesse sensazioni mi procuravano i viaggi in treno o in aereo. Volti - storie, provenienze – arrivi… transiti. Viaggiatori ignari del loro destino e soprattutto del fatto che abbiamo la stessa meta, sospinti dallo stesso soffio vitale.
Vivessimo consapevoli di ciò non ci sentiremmo poi così soli ma sempre in cammino con qualcuno… basta dilatare la mente e il cuore!
Contestualizzazione evangelica di Luca 13,22-30
La proclamazione liturgica della pericope evangelica è tratta da capitolo 13 di Luca che è introdotto dal drammatico invito al cambiamento del modo di pensare e dello stile di vita [conversione] nei confronti di alcuni fatti di cronaca che avevano sconvolto gli abitanti di Gerusalemme (i vv. 1-9 sono stati proclamati quest’anno nella III domenica di quaresima). Gesù, con la parabola del “fico sterile”, annuncia l’amore paziente e fecondo del Padre che continua a prendersi cura di ciascuno “per l’avvenire”, in una nuova prospettiva che permettere di leggere l’esistenza dal suo punto di vista e non di una presunta colpa.
Proprio nell’incontro inaspettato con una donna “curva su di sé”, guarendola per giunta “in giorno di sabato”, Egli dimostra la “sterilità” della mentalità legalista giudaica -vera corruzione del male- e la forza dell’amore che la “chiama a sé” e che con la sua parola liberante la riporta alla piena dignità umana: “dritta davanti a Dio”, in relazione dialogica con Lui senza vergogna e con gioia esultante (cf vv. 10-17).
Ecco, “la presenza di Dio in mezzo a noi” [regno] si manifesta in modo “vitale” anche se nascosto perché “mescolato” nel nostro impasto umano (cf vv. 18-21).
Il v. 22 ribadisce che Egli “passava per città e villaggi insegnando mentre era in cammino verso Gerusalemme”. Non è dunque Lui “la presenza” che rende la nostra esistenza “feconda”, “vitale” e la fa “lievitare” con la forza della “pasqua”?! Il suo insegnamento riguarda proprio il “passaggio” a Gerusalemme, “per la porta stretta” della passione e non solo “per città e villaggi”.
Questa è la convinzione della comunità di Luca nel suo cammino storico: Dio ci salva tutti insieme come un solo popolo di cui la chiesa è solo “lievito”.
Non ci sono “graduatorie”, tutti saranno invitati alla mensa del regno.
un altro risvolto della “conversione evangelica” contro ogni ristrettezza ed esclusione: l’apertura della mente e del cuore al progetto universale di salvezza che connota la messianicità del Nazareno (cf 2,30-32; 3,1-6) e che gli procurerà un destino di morte (cf v. 31).
Ambientazione liturgica
+ Invitati e radunati per l’Eucaristia anche noi sediamo a mensa dove “mangiamo e beviamo alla sua presenza e ascoltiamo il suo insegnamento”. È un dono, non un merito, che non dobbiamo mai dare per scontato.
- “La porta di ingresso non è sgombra, è affollata e occorre fare la fila con pazienza e rispetto. Non siamo soli, ci sono un sacco di sconosciuti con cui familiarizzare, così una volta entrati condivideremo da amici i posti disponibili, senza escludere: “Scusi, ma è già occupato”. La scoperta che non era necessario prenotarsi, c’è posto per tutti, senza graduatorie o “priority”. Tutti siamo in “first class” [Luca 13 – Evangelo].
- “Ministri” di questo banchetto sono multirazziali e il tempio dove esercitano non è un luogo circoscritto ma un “raduno” di carovane, un cerchio tra chi si ritrova provenendo dalle regioni più distanti, richiamati da una voce e da un volto che diventa sempre più familiare [Isaia 66 – I lettura].
- Lo si riconoscerà come amico, come “padre”, magari dopo averlo accusato a lungo di parzialità e incolpato di ingiuste punizioni. Ci rendiamo conto in modo sorprendente che lungo il cammino, spesso faticoso, al contrario le forse non sono venute meno, “braccia e gambe si sono rinvigorite”, che tutto adesso è stato un “allenamento” e un “dilatare il cuore” [Ebrei 12 – II lettura].
- Frutto di “un amore forte e fedele” i canti che si alzano da una corale plurilingue che dà speranza anche ai nostri coretti parrocchiali [Salmo 116].
+ Usciamo dalla nostra celebrazione domenicale più capaci di “camminare insieme”? Eppure abbiamo ascoltato tutti (almeno nel rito romano) la stessa Parola, abbiamo mangiato e bevuto alla stessa mensa, visto una “Presenza” [gloria] pur sempre non riconosciuta. Avremo capito che solo insieme si manifesta chiaramente?! Lui spera di sì!
Preghiamo con la Liturgia
Dio nostro Padre,
O Padre, che inviti tutti gli esseri umani
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.
Amen.
Isaia 66,18-21 / Salmo 116
Ebrei 12,5-7.11-13
Luca 13,22-30
DILATARE IL CUORE
Se c’è una cosa che mi ha sempre infastidito e fare la fila alle poste, dal medico o agli uffici, anche le code alla cassa del supermercato… ero sempre concentrato su di me, sul tempo che impiegavano gli altri… su chi cercava di “saltare la fila…” furbetti!
Invecchiando ho iniziato a scoprire un altro lato… le persone!
Gli altri non più visti come antagonisti “a chi arriva prima”, ma come compagni di viaggio nel cammino della vita.
Tutto allora mi è sembrato interessante: i loro acquisti, le loro ansie, i loro volti… Le stesse sensazioni mi procuravano i viaggi in treno o in aereo. Volti - storie, provenienze – arrivi… transiti. Viaggiatori ignari del loro destino e soprattutto del fatto che abbiamo la stessa meta, sospinti dallo stesso soffio vitale.
Vivessimo consapevoli di ciò non ci sentiremmo poi così soli ma sempre in cammino con qualcuno… basta dilatare la mente e il cuore!
Contestualizzazione evangelica di Luca 13,22-30
La proclamazione liturgica della pericope evangelica è tratta da capitolo 13 di Luca che è introdotto dal drammatico invito al cambiamento del modo di pensare e dello stile di vita [conversione] nei confronti di alcuni fatti di cronaca che avevano sconvolto gli abitanti di Gerusalemme (i vv. 1-9 sono stati proclamati quest’anno nella III domenica di quaresima). Gesù, con la parabola del “fico sterile”, annuncia l’amore paziente e fecondo del Padre che continua a prendersi cura di ciascuno “per l’avvenire”, in una nuova prospettiva che permettere di leggere l’esistenza dal suo punto di vista e non di una presunta colpa.
Proprio nell’incontro inaspettato con una donna “curva su di sé”, guarendola per giunta “in giorno di sabato”, Egli dimostra la “sterilità” della mentalità legalista giudaica -vera corruzione del male- e la forza dell’amore che la “chiama a sé” e che con la sua parola liberante la riporta alla piena dignità umana: “dritta davanti a Dio”, in relazione dialogica con Lui senza vergogna e con gioia esultante (cf vv. 10-17).
Ecco, “la presenza di Dio in mezzo a noi” [regno] si manifesta in modo “vitale” anche se nascosto perché “mescolato” nel nostro impasto umano (cf vv. 18-21).
Il v. 22 ribadisce che Egli “passava per città e villaggi insegnando mentre era in cammino verso Gerusalemme”. Non è dunque Lui “la presenza” che rende la nostra esistenza “feconda”, “vitale” e la fa “lievitare” con la forza della “pasqua”?! Il suo insegnamento riguarda proprio il “passaggio” a Gerusalemme, “per la porta stretta” della passione e non solo “per città e villaggi”.
Questa è la convinzione della comunità di Luca nel suo cammino storico: Dio ci salva tutti insieme come un solo popolo di cui la chiesa è solo “lievito”.
Non ci sono “graduatorie”, tutti saranno invitati alla mensa del regno.
un altro risvolto della “conversione evangelica” contro ogni ristrettezza ed esclusione: l’apertura della mente e del cuore al progetto universale di salvezza che connota la messianicità del Nazareno (cf 2,30-32; 3,1-6) e che gli procurerà un destino di morte (cf v. 31).
Ambientazione liturgica
+ Invitati e radunati per l’Eucaristia anche noi sediamo a mensa dove “mangiamo e beviamo alla sua presenza e ascoltiamo il suo insegnamento”. È un dono, non un merito, che non dobbiamo mai dare per scontato.
- “La porta di ingresso non è sgombra, è affollata e occorre fare la fila con pazienza e rispetto. Non siamo soli, ci sono un sacco di sconosciuti con cui familiarizzare, così una volta entrati condivideremo da amici i posti disponibili, senza escludere: “Scusi, ma è già occupato”. La scoperta che non era necessario prenotarsi, c’è posto per tutti, senza graduatorie o “priority”. Tutti siamo in “first class” [Luca 13 – Evangelo].
- “Ministri” di questo banchetto sono multirazziali e il tempio dove esercitano non è un luogo circoscritto ma un “raduno” di carovane, un cerchio tra chi si ritrova provenendo dalle regioni più distanti, richiamati da una voce e da un volto che diventa sempre più familiare [Isaia 66 – I lettura].
- Lo si riconoscerà come amico, come “padre”, magari dopo averlo accusato a lungo di parzialità e incolpato di ingiuste punizioni. Ci rendiamo conto in modo sorprendente che lungo il cammino, spesso faticoso, al contrario le forse non sono venute meno, “braccia e gambe si sono rinvigorite”, che tutto adesso è stato un “allenamento” e un “dilatare il cuore” [Ebrei 12 – II lettura].
- Frutto di “un amore forte e fedele” i canti che si alzano da una corale plurilingue che dà speranza anche ai nostri coretti parrocchiali [Salmo 116].
+ Usciamo dalla nostra celebrazione domenicale più capaci di “camminare insieme”? Eppure abbiamo ascoltato tutti (almeno nel rito romano) la stessa Parola, abbiamo mangiato e bevuto alla stessa mensa, visto una “Presenza” [gloria] pur sempre non riconosciuta. Avremo capito che solo insieme si manifesta chiaramente?! Lui spera di sì!
Preghiamo con la Liturgia
Dio nostro Padre,
O Padre, che inviti tutti gli esseri umani
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.
Amen.
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