venerdì 29 aprile 2022

“LE PAROLE…LA PAROLA” 1° MAGGIO 2022 III DOMENICA DI PASQUA Incapaci ma RISORTI

LE PAROLE…LA PAROLA” 

1° MAGGIO 2022 

III DOMENICA DI PASQUA 
Atti 5,27b…41 
Salmo 29 
Apocalisse 5,11-14 
Giovanni 21,1-19 
Incapaci ma RISORTI 
Diventiamo consapevoli di noi stessi nel momento in cui ci rendiamo conto che i nostri  progetti non sempre hanno avuto il successo sperato o voluto. E anche quando abbiamo raggiunto  i nostri obiettivi qualcosa, subdolamente, li mette in discussione con ripensamenti ed esitazioni,  come se non credessimo abbastanza in quello che abbiamo ottenuto: troppo bello per essere vero! 
Lo pensiamo spesso e così quasi una nebbia ci ottura lo sguardo a tal punto da non  riconoscerci… capaci e di vedere gli altri come alleati. Vogliamo il loro consenso ma non il loro aiuto. Sono momenti di disgregazione interiore e relazionale; ci prende la tentazione di “serrare le  fila”, ma attorno a cosa? A quello che abbiamo sempre fatto o al modo che ci è più abituale? Ci manca il coraggio di andare oltre, di rimetterci in discussione e in ricerca. 
L’aggiunta del capitolo 21 al racconto evangelico di Giovanni “riapre” uno scorcio  inizialmente sgradevole ma che si rivela via via ricco di soprese e di conferme, di aperture verso  nuovi orizzonti. “La fede non è mai un dato, ma sempre un evento, un divenire che può conoscere  progressi, ma anche regressioni” (Comunità di Bose).  
Così è per i discepoli che avevano visto con gioia il Risorto il primo giorno dopo lo Shabbat e  otto giorni dopo (capitolo 20), ma che adesso sembrano aver dimenticato tutto, facendo i conti con  la loro incapacità perfino di pescare, la loro professione di partenza (Giovanni 21,2-3; Marco 1,16- 20). 
Come introduce il redattore è una nuova manifestazione del Risorto ai suoi (cf v. 1) ma anche  noi ci accorgiamo che adesso a risorgere sono loro mentre passano dalla notte all’alba (cf vv. 3-4);  dall’ignoranza alla conoscenza del Signore (cf vv. 4.12); dall’improduttività all’abbondanza della  pesca (cf vv. 3.6.8); dalla mancanza di cibo al pasto abbondante (cf vv. 5. 9-12). 
Non è più sufficiente “vedere” il Risorto, occorre risorgere con Lui! 
È questa la novità dell’episodio aggiunto ed in questo un nuovo rapporto d’amore con il  Maestro e quindi un nuovo modo di seguirlo (cf vv. 15-19) sia per Simon Pietro che per Giovanni e anche la relazione tra di loro (cf vv. 20-23), fondamento di una reciprocità tra le diverse comunità  cristiane, fedeli al loro “profilo” eppure nella stessa comunione d’amore perché nutrite dall’unico  pane donato dal Risorto, nell’unica Chiesa di Cristo. 
La fatica umana, sempre dura, spesso vana, diviene più leggera e fruttuosa; i mezzi umani, fragili e deboli, divengono infrangibili e forti: la povertà della chiesa è colmata dalla vivificante  presenza del suo Signore. Non solo: essa rende più uniti gli uni agli altri, nell’unico legame a Lui…  nelle diverse risposte al suo appello” (E. GHINI). 
Contestualizzazione liturgica 
Le nostre celebrazioni eucaristiche sono sempre incentrate attorno al Risorto che con la sua  parola ci fa sperimentare i segni efficaci della sua presenza e per noi spezza il suo pane (Vangelo); così, fin dai primi giorni della comunità cristiana, è Lui che viene annunciato con audacia e  franchezza, ma anche con gioia e fiducia, dagli apostoli perfino nelle sinagoghe pur tra rischi mortali 
(Atti – I lettura) e sarà sempre Lui ad essere celebrato in una liturgia dalle dimensioni “cosmiche” (Apocalisse – II lettura). 
È l’umanità di Gesù, risorta a nuova esistenza dopo aver attraversato la morte, che continua  ad esprimersi ancora “più umanamente” che comunica ai credenti, a Simon Pietro per primo,  proprio attraverso la sua passione condivisa, un coraggio nuovo di essere umani, di agire nella  quotidianità, di vivere nell’amore fino alle estreme conseguenze: l’agnello immolato per l’umanità  che rende feconda proprio con il suo sangue. 
Anche le nostre comunità fin dall’inizio della loro celebrazione eucaristica possono innalzare  la loro lode come un “canto di risurrezione” (cf Salmo 65 – Introito) perché solo persone che hanno  sperimentato la forza della pasqua come passaggio dalla delusione alla fiducia, dal buio alla luce,  dallo smarrimento al riconoscimento, possono gioire così, tutti insieme da tutto il pianeta. 
Così siamo anche invitati a pregare: “Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata  giovinezza dello Spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella  speranza il giorno glorioso della risurrezione” (Orazione comunitaria d’inizio).  
La Liturgia è il luogo privilegiato nel quale sperimentiamo la “nuova creazione” e la forza  della misericordia redentrice (cf Canto al Vangelo), siamo sempre nell’ottavo giorno e nella ormai  consolidata consuetudine pasquale (cf v. 14). 
L’elemento che ci deve sempre caratterizzare è lo stare insieme sempre e comunque (cf v.  2a) nella sicurezza che se non siamo riusciti noi a procurarci il sostentamento necessario (cf 4,8.31- 33) lo farà sempre Lui per noi (cf vv. 9 ss.). 
Il vangelo di Giovanni non termina con una conclusione, ma con un invito che è il germe di  un nuovo inizio. Quel che è stato scritto e offerto dall’evangelista è frutto dell’esperienza della sua  comunità. Ora accogliendo questo vangelo, la buona notizia di Gesù, ogni comunità cristiana è  chiamata a scrivere la sua, e farsi buona notizia per tutti” (ALBERTO MAGGI). 
Preghiamo con la Liturgia 
O Padre di misericordia, 
illuminaci con fiducia,  
perché nei segni sacramentali della Chiesa  
riconosciamo il tuo Figlio Gesù,  
che continua a manifestarsi ai suoi discepoli,  
e donaci il tuo Spirito,  
per proclamare  
che Egli è il Signore di tutti.  
Amen. 
“Ti supplichiamo, o Cristo Dio nostro! 
Rendi stabile il fondamento della tua chiesa, 
infondile la concordia della carità, 
aumenta la nostra fede, 
guidaci sulla retta via. 
Reggi la nostra esistenza, 
comportati con noi secondo la tua bontà, 
tu che nutri ogni carne mortale. 
Riempi di gaudio e di letizia i nostri cuori”. 
(Liturgia alessandrina di s. Gregorio)

4 commenti:

  1. Risorgere con Lui ogni giorno per non cadere nelle abitudini ed confidare in Lui.

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  2. “Il coraggio NUOVO di essere umani, di agire nella quotidianità”

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  3. Io sono ancora lì, su quella riva, nonostante la Pasqua.

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  4. Grazie! 🙏con la preghiera che possiamo sempre riconoscere il Signore che ci dice "seguimi " e che possiamo camminare con Lui che ci indica la strada! 🙏

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