“LE PAROLE…LA PAROLA”
16 gennaio 2022 - II Domenica T.O./C
Isaia 62,1-5 / Salmo 95 / Giovanni 2,1-12
1Corìnzi 12,4-11
LE NOZZE DELLA VITA:
IL VINO MIGLIORE ALLA FINE
La prima volta che questa parola evangelica
ha raggiunto le mie orecchie e la mia mente ha suscitato un ingenuo stupore: ma tra tutte le cose “importanti” che Gesù poteva aver fatto, proprio con una festa di nozze inizia questo vangelo?! Successivamente mi piaceva ascoltarlo nelle celebrazioni dei matrimoni, anche perché vedevo la gioia che suscitava negli sposi (e soprattutto negli invitati…) la speranza che a loro non mancasse il vino durante il pranzo. Comunque si sarebbero rivolti al prete anch’egli invitato a “darsi da fare” come Gesù!
Nel corso poi dei miei studi biblici ne sono rimasto affascinato, ed ancora oggi ne scopro sempre aspetti inediti, soprattutto se calato nelle varie situazioni della vita dei credenti. Non l’ho mai fatto, ma mi piacerebbe leggere le nostre dinamiche esistenziali e pastorali di presbiteri, alla luce di questo capolavoro giovanneo (ho ritrovato gli appunti di una conversazione tenuta a noi preti, a Lanciano, dal nostro Arcivescovo…).
Devo comunque ringraziare alcuni maestri come Prete, Laconi, Serra, Schnackemburg, Max Turian, De Busshe, Léon-Dufour, Fabris, Brown… per avermene fatto scoprire le ricchezze inesauribili. Anche questa volta non ho resistito alla tentazione di riproporlo a coppie che si preparano a celebrare il sacramento nuziale e lo faccio proprio nella domenica in cui Giovanni 2,1-12 viene proclamato nell’assemblea liturgia alla comunità, in cui essa ha il dono di riscoprirsi “la sposa” amata dal suo “sposo”, Cristo (cf Efesini 5), che ancora dona se stesso, con il suo inesauribile amore, “vino nuovo e migliore”, per la nostra esistenza destinata così a diventare “vita incorruttibile ed eterna”.
Ripropongo qui la traccia di riflessione usata per le coppie. Sarà utile a tutti noi, oltre che a loro.
Contestualizzazione liturgica
Dopo aver celebrato la manifestazione, di Gesù bambino ai Maghi d’oriente e quella di Gesù adulto al suo popolo “in attesa” nell’immersione al Giordano, quest’anno (ciclo C) ci capita di ascoltare la “manifestazione gloriosa” ai discepoli nella festa di Nozze a Cana di Galilea [altrimenti nei cicli A e B sarebbe già proclamata il 7 gennaio, subito dopo l’Epifania].
Si ristabilisce così il legame dei “tria miracula”, o delle “tre epifanie” tanto care alla tradizione orientale, che chiaramente non rappresentano una successione di episodi della vita del Nazareno, ma anelli dell’unico “mistero pasquale”, manifestazione della “gloria” come amore gratuito di Dio (A. Nocent) che proprio il racconto di Giovanni anticipa e sviluppa nella sua prima parte, nel così detto “libro dei segni” (capitoli 2 – 12)
Non posso non richiamare l’antifona al cantico di Zaccaria nelle lodi mattutine dell’Epifania: “Oggi la Chiesa, lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo suo sposo, accorrono i magi con doni alle nozze regali e l'acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia”. E soprattutto quella nei vespri al cantico di Maria: “Tre prodigi celebriamo in questo santo giorno: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia”.
Che sintesi meravigliosa nell’aver anche sovvertito l’ordine cronologico a vantaggio di quello “misterico”!
Contestualizzazione evangelica
Siamo nella “prima settimana” di “vita pubblica” di Gesù, come è raccontata nel vangelo secondo Giovanni: 1,1-18: Introduzione poetica al racconto, dove tutti i “temi” fondamentali vengono anticipati La Luce e la Vita sono esperienze umane che Dio privilegia per farsi conoscere e comunicare con gli esseri umani, attraverso la sua “Parola generata”, il Figlio.
Nel Figlio che diventa “uomo/carne” abbiamo la possibilità di conoscerlo, di farne esperienza. Egli fa si rivela nella nostra umanità come amore gratuito e veritiero che ci consente [potere] di vivere da figlie e figli.
1,19-34: Giovanni che “immerge” nel fiume Giordano attesta che Lui ci “immerge in Dio” [Spirito]. 1,35-51: Andrea, Simone, Filippo, Natanaele e lo stesso evangelista Giovanni sono i primi che diventano suoi discepoli, lo seguono perché si vedono “riconosciuti”.
2,1-12: Essi cominciano a “credere” in Lui invitati ad una festa di Nozze nella quale Egli dona “il vino nuovo e buono”.
Annotazioni per la vita di coppia
1-2: La “Festa di Nozze”, con tutti i significati che ha nella Scrittura e per Israele, è in realtà la nostra esistenza umana che racchiude la “nostalgia” e il “sogno” di sentirci amati infinitamente: credere in Gesù ci consente di scoprilo e di vivere con la consapevolezza di poterlo realizzare, non solo desiderarlo.
Nella vita non siamo solo “invitati” alle nozze (cf Matteo 22,1-14; Luca 14,16-24), ma ne siamo parte, siamo noi gli Sposi!
3-5: È plausibile pensare che il vino “mancante” sia il nostro bisogno di essere amati, sempre inadeguato alla nostra capacità di amare in realtà limitata.
Ma succede che - “il vuoto” che sperimentiamo dentro di noi… [non hanno vino - la durezza del “cuore” [le giare di pietra
- la percezione che manchi sempre un qualcosa [6 e non 7!
- la banalità di quello che già sappiamo [purificazione
- l’inadeguatezza delle nostre risorse [80-120 lt d’acqua
non siano un ostacolo al rinnovarsi del prodigio sempre nuovo dell’Amore! 6-10: C’è una fatica da fare, una parola di cui fidarsi, un momento, “ora”, da cogliere con stupore e riconoscenza.
11-12: Siamo solo all’inizio, poi di “segni” ce ne saranno tanti (cf racconto di Giovanni) ma la difficoltà sarà sempre la stessa:
- ascoltare una voce
- fidarsi di una parola
- non nascondere i vuoti
- valorizzare quello che siamo e abbiamo
- sostenere la fatica
- gustare il dono sempre nuovo
- tornare a casa
- non dire mai “basta”
Questo episodio del racconto evangelico ci offre una strada per uscire dal “circuito della delusione” che ogni coppia prima o poi deve affrontare (GILLINI-ZATTONI; A. PELUSO).
Traccia di riflessione personale e confronto in coppia
- In quali circostanze mi sono sentito/a “vuoto/a” o che mancasse qualcosa nel rapporto tra noi. Saprei descrivere i miei stati d’animo?
- Come vedevo/sentivo l’altro/a in quei momenti?
- Cosa ha “trasformato” il mio atteggiamento?
- Sono riuscito/a a comunicare all’altro/a questa esperienza?
- Penso che la fiducia in Gesù possa aiutarci in questa esperienza, come?
In preghiera con la Liturgia
Padre,
che nell’ora della passione e morte del tuo Figlio unigenito hai chiamato l’umanità ad unirsi a Lui,
Sposo e Signore,
fa’ che in questo convito domenicale
la tua chiesa sperimenti nella sua risurrezione la forza trasformante del tuo amore
e pregusti nella speranza
la gioia delle nozze eterne.
Amen.
Inno dell’Epifania
Perché temi, Erode,
il Signore che viene?
Non toglie i regni umani,
chi dà il regno dei cieli.
I Magi vanno a Betlem
e la stella li guida:
nella sua luce amica
cercan la vera luce.
Il Figlio dell'Altissimo
s'immerge nel Giordano,
l'Agnello senza macchia
lava le nostre colpe.
Nuovo prodigio, a Cana:
versan vino le anfore,
s'arrossano le acque,
mutando la natura.
A te sia gloria, o Cristo,
che ti sveli alle genti,
al Padre e al Santo Spirito
ora e per sempre.
Amen.
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