giovedì 6 gennaio 2022

“Le parole… La PAROLA" Incursioni natalizie 2022 * E se fosse sempre Natale?!

Le parole… La PAROLA

1 Gennaio: Numeri 6,22-27           Salmo 66     Galati 4,4-7 

                    Luca 2,16-21

Domenica: Siracide 24,1-4.8-12   Salmo 146   Efesini 1,2-6.15-18 

                   Giovanni 1,1-18

Epifania:    Isaia 60,1-6                  Salmo 71     Efesini 3,2-3.5-6

                   Matteo 2,1-2

Incursioni natalizie 2022 *



E se fosse sempre Natale?!

Già Lucio Dalla cantava in “L’anno che verrà”: “…sarà tre volte Natale” e non so se ci piacerebbe poi così tanto. Magari l’idea sì, ma poi perderemmo tutta la trepidazione dell’attesa, del “tendere verso…” che contraddistingue da secoli questa festa.

La casa dei cento natali” (Maria Fida Moro, 1989) forse rimane il sogno di una ragazzina che ha vissuto un’esperienza di amore familiare e paterno da farle desiderare questo per tutta la vita. Ma anche per noi può essere un’aspirazione o una semplice nostalgia.

In realtà, comunque sia nata questa festa nelle comunità cristiane, non ci viene riproposta per celebrare il compleanno di Gesù o per riattualizzarne la sua presenza di bambino in mezzo a noi.

Per ridirla alla Lucio “…c’è una grande novità” in quello che noi festeggiamo con in Natale che non è soltanto l’ammirazione stupita per questo mirabile prodigio del “Dio Bambino”, il che non è poco se riesce sempre, in qualche modo e dopo duemila anni, a suscitare i nostri migliori sentimenti di tenerezza e di bontà. Il che voglio dire, nel mondo in cui ci troviamo a vivere, sarebbe già un grande successo, ma sinceramente non credo che Dio abbia “progettato” dal “principio” di “farsi uomo” solo per risvegliare in noi quel tanto di infantile che ancora languisce in noi!

Deve essere qualcosa di più, di meglio, di nuovo… da costituire una novità inedita, assoluta, reale e definitiva, sempre attuale: Dio in noi e Noi in Lui… in mezzo a noi!


Il Verbo-Parola del Padre è diventato carne… 

Questo è l’annuncio dell’Evangelo secondo Giovanni (1,14) che abbiamo ascoltato nella celebrazione del “Giorno” di Natale.

Una parola che è vita e luce di ogni essere umano e che noi abbiamo visto nella sua piena manifestazione, gloria del Padre, come amore gratuito e verità.

Ma ancora nessuno lo ha sentito parlare.

Il Battezzatore è solo una voce nel deserto e che dirà a quelli che lo seguono: Ecco è Lui! (1,29).

È la Parola, ma ancora non parla. Eppure quanto dice a chi lo incontra: I pastori se ne tornarono, glorificando Dio, per tutto quanto avevano udito e visto (Luca 2,20).

Se lo passano di braccia in braccia e chi lo vede, finalmente vede la luce (2,28.32); gli altri dicono di Lui cose mai udite che fanno lo stupore di suo padre e sua madre (2,33), ma Lui tace ancora.


…ponendo la sua dimora in mezzo a noi.

Dove?

A Nazareth, lì cresce e si fortifica, pieno di sapienza circondato, non solo dall’amore della sua famiglia, ma dalla grazia del Padre (2,40).

Ma per ora Ancora non parla, e poi, quando lo farà non sarà nemmeno capito da loro, eppure rimarrà loro sottomesso (2,50-51).

Oltre lo stupore e la meraviglia c’è però qualcuno che finalmente lo ascolta, come sempre vorrà essere ascoltato: Maria, che in lei custodisce tutte queste parole incarnate, meditandole (2,19.51b).

Dove dimori?

Gli chiederanno alle sue calcagna i due discepoli del battezzatore, incuriositi dalla sua dichiarazione: Ecco l’Agnello di Dio.

Allora parlerà: Venite e vedrete! (Gv 1,29…39)


La Parola del Padre che ha attraversato i secoli e che in molti modi ha parlato a noi…, il Figlio (Ebrei 1,1-3) taceva ancora.

Talmente è sceso, immergendosi nelle fibre dell’umanità più nascoste, tacendo per trent’anni, dopo quel timido e mal riuscito tentativo di farsi ascoltare.


Eppure, alla fine Giovanni ancora scriverà che Colui fin dall’inizio presente, noi lo abbiamo visto proprio con i nostri occhi e udito con i nostri orecchi, toccato con le nostre mani (1Giovanni 1,1).

Tornato a Nazareth, ultima volta finalmente parlando, lo aveva detto che anche la Scrittura letta da Lui si compiva oggi nelle orecchie di chi ascolta (Luca 4,21) e da quel momento sarebbe stato sempre così, le folle accorse per ascoltarlo non solo avrebbero trovato guarigione (6,18-19), solida roccia per i propri progetti di vita (6,47-48), addirittura con Lui una nuova famiglia (8,21).

Ma per ora ancora il silenzio avvolge la Parola.


Abbiamo visto e siamo venuti (Matteo 1,2)

Si può arrivare a Cristo da molto vicino come è stato per i pastori, invitati addirittura dagli angeli; oppure da migliaia di chilometri dopo anni di viaggio inseguendo una cometa come i magi.

Si può provenire dai più infimi della società come i pastori, considerati dai loro concittadini poco più che bestie; oppure dalle accademie astronomiche come gli studiosi zoroastrici.

Nessuno è escluso o avvantaggiato.

Ci si può mettere in marcia sulle rotte polverose del medio oriente, desiderosi di sapere dove è nato il “re bambino” per adorarlo oppure si può stare comodi seduti nel proprio palazzo, al sicuro, come Erode per sopprimerlo nel sangue.

Ci si può affidare ad una traccia luminosa nel cielo buio per cercarlo in sincerità o alle Sacre Scritture scrutandole soltanto per farsene un’idea accreditata.

Nessuno può rimanere indifferente.

Le nostre strade non hanno il fascino di antichi sentieri sterrati, immersi in suggestivi paesaggi, né per la magia di un cielo stellato che orienti il nostro andare, ma vestono spesso la quotidianità di un asfalto anonimo che può colorarsi di cielo se, percorrendolo, sapremo riconoscere la Presenza di Colui che su di esso sempre ci precede”.

Una comunità è un dono lungo la strada polverosa di certi giorni”.

Serata tosta… Ho girovagato fino alle 20.00 circa… Piove, ma almeno mi sono sentita libera. Libera e in cerca di risposte, come sempre. Poi sono tornata a casa, senza aver trovato soluzione. Mi sono di nuovo persa? Neanche questo so al momento. Sono sfinita… Arrivi sempre al momento giusto”.


Si può andare da Lui per chiedere qualcosa oppure per offrire doni a Colui che d’oro ha solo la paglia, profumo d’incenso il fiato del bestiame del caravanserraglio, aroma i baci di una madre.

Qualcuno va con doni in mano… ma nessuno torna a cuore vuoto.

C’è chi si perde per strada, ma non si vuol far rubare la gioia di ritrovarla come i magi; c’è chi per paura di perderla non la trova mai e si aggira triste, covando invidia e odio come Erode.

A tutti è data la possibilità di scegliere e di decidere.

Roberto

* Ho riproposto gran parte delle “Incursione” del gennaio 2021


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