venerdì 13 agosto 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 15 agosto 2021 – MARIA NELLA GLORIA DELLA RISURREZIONE

LE PAROLE… LA PAROLA” 

15 agosto 2021 – MARIA NELLA GLORIA DELLA RISURREZIONE VIGILIA: 1Cronache 15,3… 16,2 / Salmo 131 / 1Corinzi 15,54b-57 / Luca 11,27-28 Apocalisse 11,19a… 12,10 / Salmo 44 / 1Corinzi 15,20-27 / Luca 1,39-45 




La carne e il sangue sono di Maria 

In questa domenica [XX del T.O.] avremmo dovuto leggere  Giovanni 6,53-59: “Chi mastica la mia carne e beve il mio sangue  ha Vita in sé. [Un mio commento si trova anche in Un Pane che sazia con  Amore. “Strumenti pastorali 16”. Ortona 2021.  http://www.tommasoapostolo.it/

Gesù insiste che per avere Vita in noi stessi non possiamo  rifiutarci di “mangiare la sua carne e bere il suo sangue”,  nutrendoci di Lui che ha preso la nostra carne umana1, infatti sono  “realmente cibo e bevanda”.  

Questo “realismo” induce la reazione: “come mai può [dirci  di] fare questo!2.  

Senza bizzarre estensioni o inclusioni, proprio in questa  concomitanza con il 15 agosto dedicato a festeggiare L’ASSUNZIONE  DI MARIA, è molto utile ricordare che quel corpo umano fatto di  carne e sangue è stato concepito e in gestazione per nove mesi  proprio in Maria. 

Ora non poteva essere procrastinato a Lei lo stesso destino  glorioso del corpo del suo figlio risorto. La sua “dormitio” nel sonno  della morte [alla maniera orientale] o la sua incorruttibilità dopo la morte [all’occidentale] sfociano nella piena e personale  partecipazione al mistero pasquale di Cristo, “segno profetico” del  destino personale e sociale di ogni essere umano e di tutta  l’umanità: “un corpo solo in Cristo” (1Corinzi 12,12; Efesini 1,23). 

1 Dal v. 54 l’evangelista non usa più il verbo mangiare ma masticare, con cui si indica il modo di  pascersi da parte egli animali. 

2 Siamo all’infrangersi del tabù del cannibalismo (cf Lv 17,10-14).


Una lettura trasversale della Parola  

L’umanità assunta e trasfigurata 

* Riedito del 2020 

Non possiamo disporci all’ascolto della Parola senza pensare  che questa capacità ci è stata “salvaguardata” da sempre, pur in  mezzo alle intemperie più devastanti della storia e della nostra  esistenza personale, come una “promessa sponsale”. 

Uno spiraglio di umanità, 

nel quale annidarsi e proseguire la generazione inarrestabile  della Vita. 

Un lembo di terra, 

sufficiente e ospitale a far sì che anche il deserto potesse  essere abitabile. 

Una tenda, un’arca, un santuario,  

un cuore, un corpo e un’anima, un utero…  

una di noi, una persona: Maria. 

È quanto ci si dischiude nel solo pronunciare questo nome; il mondo, l’umanità in lei sono rappresentate al meglio. Ciascuno di noi può sollevare lo sguardo, finalmente, dalle  

proprie incompiutezze e contemplare “un oltre reale”, non un  miraggio utopico e illusorio, ma un orizzonte accogliente, un  “grembo” di eterno compimento. 

Il suo stare con noi, in mezzo a noi della Parola nella nostra  carne, ha permesso di abitare in Lui, permanente e inclusivo, ogni  frammento umano. 

Un lento e progressivo processo di assunzione, di “far  proprio”, voluto soltanto dall’Amore e possibile solo per il  continuo dono di sé capace di attraversare addirittura la morte,  limite ultimo. 

Così tutto ciò che è amato è trasformato, rigenerato al di là di  ogni possibilità, e trova in Maria il suo compimento ultimo e già 

definitivo: tutte le generazioni si uniscono con lei in un unico  cantico di lode. 

Roberto Geroldi

1 commento:

  1. "Cristo sarà glorificato nel mio corpo,
    sia che io viva sia che io muoia.
    Per me infatti il vivere è Cristo
    e il morire è un guadagno".
    Paolo ai cristiani di Filippi (1,20-21)

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