“LE PAROLE… LA PAROLA”
21 febbraio – 21 marzo 2021
Seguiamo Gesù come figlie e figli incontro al Padre
La Quaresima di quest’anno segue il ciclo liturgico “B”, con l’intento di aiutarci a riscoprire il nostro essere figlie e figli del Padre. È un “esodo” con Gesù, immergendoci nella sua Pasqua di morte e risurrezione.
Attraverso i racconti evangelici di Marco e di Giovanni seguiremo Gesù nel suo itinerario verso la Pasqua: * nel deserto delle prove – 1 domenica
* sul monte della trasfigurazione – 2 domenica
* nel vero Tempio del suo corpo – 3 domenica
* al suo innalzamento sulla Croce – 4 domenica
* come seme che muore per dare la Vita – 5 domenica
La prima lettura di ogni domenica, con testi dell’Antico Testamento, ci accompagnerà attraverso le diverse tappe dell’Alleanza di Dio con il suo popolo Israele.
La seconda lettura è costituita da brani delle lettere apostoliche che ci testimoniano l’esperienza delle prime comunità nel loro impegno a vivere la vita nuova in Cristo.
Questi “40 giorni”, saranno dunque un “tempo favorevole” per ritrovare un nuovo rapporto con Dio Padre, e rinnovare l’alleanza filiale vissuta da Gesù.
Un Patto di figliolanza con Lui e di fraternità tra noi e con tutti.
CON GESU’ nel DESERTO
Marco 1,12-15
L’itinerario quaresimale inizia ogni anno,
nel deserto della “prova”,
come fu nella prima alleanza
per il popolo di Israele liberato dall’Egitto.
Qui anche Gesù ha la possibilità di scegliere
e di decidere come aderire da uomo
alla missione che il Padre gli affida,
con una coscienza ed un atteggiamento
libero e responsabile, da Figlio.
CON GESU’ sul MONTE
Marco 9,2-9
Da questa fedeltà di Gesù al Padre
inizia tutto il percorso della sua presenza in mezzo a noi che Egli porta con sé, annunciandolo e attuandolo, con le sue opere e la sua parola
il cui itinerario ci è descritto dalle narrazioni evangeliche. L’episodio della trasfigurazione,
come anticipazione della sua risurrezione,
riporta nuovamente in evidenza, dopo il Giordano, quello che non sempre la vicenda storica
lascia intravvedere: la sua identità filiale.
Anche noi siamo chiamati dal Padre ad aderire
con l’ascolto orante,
anzitutto interrogante e accogliente,
al progetto del Padre su di Dio.
CON GESU’ nel TEMPIO
Giovanni 2,13-25
Il “senso” di questa trasfigurazione “pasquale”
si manifesta già in anticipo nel racconto evangelico di Giovanni, che leggiamo nella terza domenica.
Si rivela già a Gerusalemme per la “prima” Pasqua di Gesù, dove, proprio nel Tempio, Egli non trova nessun riscontro con la sua esperienza e consapevolezza filiale
finora maturata e confermata,
anche dall’incontro con i primi sei discepoli
e nel “vino nuovo” alle nozze di Cana.
Esplode allora in una “rivolta” contro il “mercimonio”: il santuario, la casa del Padre, diventato un mercato e non più luogo di incontro con Lui.
Una lacerazione interiore per Gesù
che sfocia nel ribaltamento non solo dei banchi
ma del suo stesso significato:
dal Tempio al suo Corpo!
Egli “verbo incarnato” è chiamato ad essere
e a diventare “luogo” di incontro col Padre, suo “sacramento”. Per questo Egli conosce ciò che c’è dentro di noi
e subito dopo sarà così, con Nicodemo prima
e con la Samaritana poi.
Il primo, membro autorevole del Sinedrio,
curioso di sapere “come poter rinascere”,
come poter diventare di nuovo figlio!
La seconda invece sconvolta dal sapere
che non c’era più nessun santuario adatto a contenere quello che invece stava avvenendo in lei,
nel “pozzo” senza fondo della sua esistenza affettiva.
CON GESU’ dal BUIO verso LA LUCE
nell’AMORE
Giovanni 3,14-21
Del dialogo notturno con Nicodemo,
il brano giovanneo della quarta domenica
ci fa ascoltare la parte “catechetica”
che segue all’interrogativo esistenziale e teologico sulla possibilità di una “nuova nascita”
e la proposta/annuncio di “rinascere dall’Alto”,
da Dio attraverso lo Spirito!
In modo sorprendente:
con l’innalzamento del Figlio sulla croce.
In modo sconvolgente:
dall’amore di Dio per il suo opposto, il mondo!
Nulla è perduto perché nessuno condanna,
basta solo fidarsi della forza di questo amore divino. Così le nostre opere, spesso ambigue
s’inverano nel Figlio e in chi da figlio, da figlia
cammina verso la Luce,
uscendo dalle tenebre della vita intrauterina
delle opere così spesso portatrici di morte,
finalmente generati alla Vita incorruttibile,
ad una nuova capacità di amare.
CON GESU’ dalla MORTE alla VITA
Giovanni 12,20-33
L’esperienza di questa “rigenerazione”
è ben narrata nella “parabola del seme”,
secondo la versione giovannea,
proclamata nella quinta domenica, ultima di Quaresima, È la parabola simbolica della Pasqua di Gesù a Gerusalemme, di morte e risurrezione nell’unico evento glorioso della sua Croce, attrazione di tutti gli esseri umani al Padre.
“Vedere” Dio diventa così esperienza possibile per tutti nel corpo crocifisso del Figlio,
che da Parola eterna si è fatta carne.
È proposta da Gesù anche come “parabola della sequela” per il discepolo e per ogni credente in Lui.
Roberto
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