venerdì 19 febbraio 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 21 febbraio – 21 marzo 2021 Seguiamo Gesù come figlie e figli incontro al Padre

 LE PAROLE… LA PAROLA” 

21 febbraio – 21 marzo 2021 

Seguiamo Gesù come figlie e figli incontro al Padre 





La Quaresima di quest’anno segue il ciclo liturgico “B”, con  l’intento di aiutarci a riscoprire il nostro essere figlie e figli del  Padre. È un “esodo” con Gesù, immergendoci nella sua Pasqua di  morte e risurrezione. 

Attraverso i racconti evangelici di Marco e di Giovanni  seguiremo Gesù nel suo itinerario verso la Pasqua: * nel deserto delle prove – 1 domenica 

* sul monte della trasfigurazione – 2 domenica 

* nel vero Tempio del suo corpo – 3 domenica 

* al suo innalzamento sulla Croce – 4 domenica 

* come seme che muore per dare la Vita – 5 domenica

La prima lettura di ogni domenica, con testi dell’Antico  Testamento, ci accompagnerà attraverso le diverse tappe  dell’Alleanza di Dio con il suo popolo Israele. 

La seconda lettura è costituita da brani delle lettere  apostoliche che ci testimoniano l’esperienza delle prime comunità nel loro impegno a vivere la vita nuova in Cristo. 

Questi “40 giorni”, saranno dunque un “tempo favorevole”  per ritrovare un nuovo rapporto con Dio Padre, e rinnovare  l’alleanza filiale vissuta da Gesù. 

Un Patto di figliolanza con Lui e di fraternità tra noi e con  tutti. 

CON GESU’ nel DESERTO 

Marco 1,12-15 

L’itinerario quaresimale inizia ogni anno,  

nel deserto della “prova”, 

come fu nella prima alleanza 

per il popolo di Israele liberato dall’Egitto.

 

Qui anche Gesù ha la possibilità di scegliere 

e di decidere come aderire da uomo 

alla missione che il Padre gli affida, 

con una coscienza ed un atteggiamento 

libero e responsabile, da Figlio. 

CON GESU’ sul MONTE 

Marco 9,2-9 

Da questa fedeltà di Gesù al Padre 

inizia tutto il percorso della sua presenza in mezzo a noi che Egli porta con sé, annunciandolo e attuandolo, con le sue opere e la sua parola 

il cui itinerario ci è descritto dalle narrazioni evangeliche. L’episodio della trasfigurazione,  

come anticipazione della sua risurrezione,  

riporta nuovamente in evidenza, dopo il Giordano, quello che non sempre la vicenda storica 

lascia intravvedere: la sua identità filiale

Anche noi siamo chiamati dal Padre ad aderire 

con l’ascolto orante,  

anzitutto interrogante e accogliente, 

al progetto del Padre su di Dio. 

CON GESU’ nel TEMPIO 

Giovanni 2,13-25 

Il “senso” di questa trasfigurazione “pasquale” 

si manifesta già in anticipo nel racconto evangelico di Giovanni, che leggiamo nella terza domenica. 

Si rivela già a Gerusalemme per la “prima” Pasqua di Gesù,  dove, proprio nel Tempio, Egli non trova nessun riscontro  con la sua esperienza e consapevolezza filiale

 

finora maturata e confermata, 

anche dall’incontro con i primi sei discepoli  

e nel “vino nuovo” alle nozze di Cana. 

Esplode allora in una “rivolta” contro il “mercimonio”: il santuario, la casa del Padre, diventato un mercato e non più luogo di incontro con Lui. 

Una lacerazione interiore per Gesù  

che sfocia nel ribaltamento non solo dei banchi 

ma del suo stesso significato:  

dal Tempio al suo Corpo! 

Egli “verbo incarnato” è chiamato ad essere  

e a diventare “luogo” di incontro col Padre, suo “sacramento”. Per questo Egli conosce ciò che c’è dentro di noi 

e subito dopo sarà così, con Nicodemo prima  

e con la Samaritana poi. 

Il primo, membro autorevole del Sinedrio,  

curioso di sapere “come poter rinascere”, 

come poter diventare di nuovo figlio! 

La seconda invece sconvolta dal sapere  

che non c’era più nessun santuario adatto a contenere  quello che invece stava avvenendo in lei,  

nel “pozzo” senza fondo della sua esistenza affettiva. 

CON GESU’ dal BUIO verso LA LUCE 

nell’AMORE 

Giovanni 3,14-21 

Del dialogo notturno con Nicodemo,  

il brano giovanneo della quarta domenica  

ci fa ascoltare la parte “catechetica”  

che segue all’interrogativo esistenziale e teologico  sulla possibilità di una “nuova nascita” 

e la proposta/annuncio di “rinascere dall’Alto”, 

 

da Dio attraverso lo Spirito! 

In modo sorprendente: 

con l’innalzamento del Figlio sulla croce. 

In modo sconvolgente: 

dall’amore di Dio per il suo opposto, il mondo! 

Nulla è perduto perché nessuno condanna, 

basta solo fidarsi della forza di questo amore divino. Così le nostre opere, spesso ambigue  

s’inverano nel Figlio e in chi da figlio, da figlia 

cammina verso la Luce, 

uscendo dalle tenebre della vita intrauterina 

delle opere così spesso portatrici di morte, 

finalmente generati alla Vita incorruttibile, 

ad una nuova capacità di amare. 

CON GESU’ dalla MORTE alla VITA 

Giovanni 12,20-33 

L’esperienza di questa “rigenerazione”  

è ben narrata nella “parabola del seme”,  

secondo la versione giovannea, 

proclamata nella quinta domenica, ultima di Quaresima, È la parabola simbolica della Pasqua di Gesù a Gerusalemme,  di morte e risurrezione nell’unico evento glorioso della sua Croce,  attrazione di tutti gli esseri umani al Padre. 

Vedere” Dio diventa così esperienza possibile per tutti nel corpo crocifisso del Figlio, 

che da Parola eterna si è fatta carne. 

È proposta da Gesù anche come “parabola della sequela” per il discepolo e per ogni credente in Lui. 

Roberto


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