“LE PAROLE… LA PAROLA”
21 febbraio – Con Gesù nel deserto: Marco 1,12-15 Genesi 9,8-15 / Salmo 24 / 1Pietro 3,18-22
Dopo la sua immersione nel Giordano, continua per il Nazareno la presa di consapevolezza della divinità di Figlio del Padre nella sua umanità, immersa nella nostra.
È ancora lo Spirito, che gli ha suggerito la voce del Padre: Tu sei mio figlio, l’amato, a spingerlo attraverso il deserto, sulle orme del suo popolo verso la terra della libertà e dell’alleanza, ma che rappresenta anche ogni deserto della nostra esistenza umana e situazione della nostra solitudine e fragilità.
Nella lotta che Gesù conduce contro Satana, il “divisore/tentatore”, ogni cristiano ritrova il suo dramma personale. Come prima Israele, nel deserto, aveva dovuto lottare per scegliere: la parola di Dio o la sicurezza politica e economica; il Signore o gli idoli; accogliere Dio come Signore o esigere da lui dei miracoli; anche noi cristiani viviamo nella costante dialettica “nel mondo, ma non del mondo”.
Ed è proprio in questi momenti che si sperimentano le tentazioni più minacciose e insidiose, così è stato per Israele e così è per il Figlio: tornare indietro; rinnegare la propria figliolanza, rifiutare la propria missione.
Per questo, ogni anno, con sapienza pastorale, la liturgia apre il tempo della Quaresima con l’Evangelo di Gesù nel deserto, di cui le tre redazioni evangeliche ce ne danno un quadro completo1.
1 40 giorni ha un forte valore simbolico (40+10 oppure 10x4 – Sant’Agostino) ed ha un costante richiamo biblico, per questo Gesù ha trascorso vissuto 40 giorni nel deserto. 40 giorni e notti di Noè nell’arca durante il diluvio; 40 giorni di Mosè sul monte Sinai; 40 anni di Israele errante nel deserto; 40 giorni il drammatico cammino di Elia verso il monte Carmelo; 40 giorni di tensione per la sfida
tra il piccolo Davide e il gigante Golìa; 40 giorni il tempo chiesto da Giona ai Niniviti per chiedere la loro conversione. Un numero e un tempo fortemente di prova, di fatica, di impegno per incontrare il Signore: ci è donato un tempo di “rigenerazione”. ricerca provata, ma di sicuro incontro con Dio in Gesù.
Il deserto, oltre alla solitudine ed al silenzio, evoca la convivenza austera con la natura e con i propri limiti umani di fronte ad imprevisti ed asperità insuperabili. Riduce all'essenziale, spogliando del superfluo e delle vanità, concentrando su poche cose fondamentali: acqua, cibo, strada giusta, riparo dal sole. Così la Quaresima ci vuole riportare alla sostanza dell'esistenza cristiana.
Per Israele però è anche la memoria incancellabile di un esodo di liberazione, che lo ha fatto crescere come popolo libero; per i profeti è una scuola severa, che li ha attrezzati per la missione, ma anche un tempo di ascolto, di amore (Osea).
Se l’episodio delle prove di Gesù nel deserto deve essere letto in continuità con l’immersione nel Giordano dove il Padre rivela e invia con la forza del suo Spirito il Figlio amato, inizia un tempo di lotta che si protrarrà lungo tutta la sua esistenza e missione. Anche per noi il battesimo non introduce in uno stato di sicurezza e di tranquillità, ma di prova: la vita cristiana è scelta e mai è opportunismo!
Dopo, infatti, Gesù comincerà ad annuncerà che è finalmente iniziato un tempo nel quale possiamo incontrare Dio in mezzo a noi: è una bella notizia a cui però occorre mentalizzarsi, cioè convertirsi: tra noi e Lui non c’è più distanza e separazione.
Inizia una nuova alleanza che l’inimicizia inziale tra Adamo e Dio aveva compromesso l’armonia di tutto il creato. Non tutto è andato perduto, come si testimonia il patto stabilito con Noè dopo il diluvio (Genesi 9 - I lettura di oggi).
“Rompendosi la comunione con Dio, si è venuto ad incrinare anche l’armonioso rapporto degli esseri umani con l’ambiente in cui sono chiamati a vivere, così che il giardino si è trasformato in un deserto (cf Genesi 3,17-18)” (FRANCESCO).
Infatti la liturgia è pervasa dall’ottimismo evangelico, sia nelle letture che nelle preghiere: nutriti dalla Parola di vita, nella totale
fiducia nel Padre e con il dono del suo Spirito, seguiamo Gesù, l’Adamo nuovo vittorioso nella sua risurrezione.
Dal deserto al giardino della risurrezione!
“La quaresima del Figlio di Dio è stata un entrare nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini (cf Marco 1,12-13; Isaia 51,3). La nostra Quaresima sia un ripercorrere lo stesso cammino, per portare la speranza di Cristo anche alla creazione, che «sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Romani 8,21)” (FRANCESCO).
Gesù, messo alla prova, vive tra le bestie selvatiche e gli angeli che lo servono, gli stessi che impediva ad Adamo di rientrare nel giardino della creazione, il paradiso terrestre.
È ricostituita l’armonia originaria e abolita ogni inimicizia. Roberto
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