“LE PAROLE… LA PAROLA”
Dicembre 2020 – Gennaio 2021
Incursioni natalizie
Dono
“Come ogni dono che arriva dal Padre
la luce ricevuta non si può possedere o "gestire".
La condizione necessaria è fare come i Magi
e proseguire il cammino con fede attraverso la preghiera: lasciarci sempre affascinare, attirare, guidare,
illuminare e convertire da Cristo:
è il cammino della fede, attraverso la preghiera
e la contemplazione delle opere di Dio,
che continuamente ci riempiono di gioia
e ci riempiono di stupore, uno stupore sempre nuovo”. FRANCESCO, 6 gennaio 2021
Il Verbo-Parola del Padre è diventato carne…
Questo è l’annuncio di Giovanni (1,14) che abbiamo ascoltato nella celebrazione del “giorno” di Natale. Una parola che è vita e luce di ogni essere umano e che noi abbiamo visto nella sua piena manifestazione, gloria del Padre, come amore gratuito e verità.
Ma ancora nessuno lo ha sentito parlare.
Il Battezzatore è solo una voce nel deserto e che dirà a quelli che lo seguono: Ecco è Lui! (1,29).
È la Parola, ma ancora non parla. Eppure quanto dice a chi lo incontra: I pastori se ne tornarono, glorificando Dio, per tutto quanto avevano udito e visto (Luca 2,20).
Se lo passano di braccia in braccia e chi lo vede, finalmente vede la luce (2,28.32); gli altri dicono di Lui cose mai udite che fanno lo stupore di suo padre e sua madre (2,33), ma Lui tace ancora.
…ponendo la sua dimora in mezzo a noi.
Dove?
A Nazareth, lì cresce e si fortifica, pieno di sapienza circondato, non solo dall’amore della sua famiglia, ma dalla grazia del Padre (2,40).
Ma per ora Ancora non parla, e poi, quando lo farà non sarà nemmeno capito da loro, eppure rimarrà loro sottomesso (2,50- 51).
Oltre lo stupore e la meraviglia c’è però qualcuno che finalmente lo ascolta, come sempre vorrà essere ascoltato: Maria, che in lei custodisce tutte queste parole incarnate, meditandole (2,19.51b).
Dove dimori?
Gli chiederanno alle sue calcagna i due discepoli del battezzatore, incuriositi dalla sua dichiarazione: Ecco l’Agnello di Dio.
Allora parlerà: Venite e vedrete! (Gv 1,29…39)
La Parola del Padre che ha attraversato i secoli e che in molti modi ha parlato a noi…, il Figlio (Ebrei 1,1-3) taceva ancora. Talmente è sceso, immergendosi nelle fibre dell’umanità più nascoste, tacendo per trent’anni, dopo quel timido e mal riuscito tentativo di farsi ascoltare.
Eppure, alla fine Giovanni ancora scriverà che Colui fin dall’inizio presente, noi lo abbiamo visto proprio con i nostri occhi e udito con i nostri orecchi, toccato con le nostre mani (1Giovanni 1,1).
Tornato a Nazareth, ultima volta finalmente parlando, lo aveva detto che anche la Scrittura letta da Lui si compiva oggi nelle orecchie di chi ascolta (Luca 4,21) e da quel momento sarebbe stato sempre così, le folle accorse per ascoltarlo non solo avrebbero trovato guarigione (6,18-19), solida roccia per i propri progetti di vita (6,47-48), addirittura con Lui una nuova famiglia (8,21).
Ma per ora ancora il silenzio avvolge la Parola.
Abbiamo visto e siamo venuti (Matteo 1,2)
Si può arrivare a Cristo da molto vicino come è stato per i pastori, invitati addirittura dagli angeli; oppure da migliaia di chilometri dopo anni di viaggio inseguendo una cometa come i magi.
Si può provenire dai più infimi della società come i pastori, considerati dai loro concittadini poco più che bestie; oppure dalle accademie astronomiche come gli studiosi zoroastrici. Nessuno è escluso o avvantaggiato.
Ci si può mettere in marcia sulle rotte polverose del medio oriente, desiderosi di sapere dove è nato il “re bambino” per adorarlo oppure si può stare comodi seduti nel proprio palazzo, al sicuro, come Erode per sopprimerlo nel sangue.
Ci si può affidare ad una traccia luminosa nel cielo buio per cercarlo in sincerità o alle Sacre Scritture scrutandole soltanto per farsene un’idea accreditata.
Nessuno può rimanere indifferente.
Si può andare da Lui per chiedere qualcosa oppure per offrire doni a Colui che d’oro ha solo la paglia, profumo d’incenso il fiato del bestiame del caravanserraglio, aroma i baci di una madre.
Qualcuno va con doni in mano, nessuno torna a cuore vuoto. C’è chi si perde per strada, ma non si vuol far rubare la gioia di ritrovarla come i magi; c’è chi per paura di perderla non la trova mai e si aggira triste, covando invidia e odio come Erode. A tutti è data la possibilità di scegliere e di decidere.
Roberto
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