giovedì 7 gennaio 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” Dicembre 2020 – Gennaio 2021 Incursioni natalizie


 LE PAROLE… LA PAROLA” 

Dicembre 2020 – Gennaio 2021 

Incursioni natalizie 



Dono 

Come ogni dono che arriva dal Padre 

la luce ricevuta non si può possedere o "gestire".  

La condizione necessaria è fare come i Magi  

e proseguire il cammino con fede attraverso la preghiera: lasciarci sempre affascinare, attirare, guidare, 

illuminare e convertire da Cristo:  

è il cammino della fede, attraverso la preghiera  

e la contemplazione delle opere di Dio,  

che continuamente ci riempiono di gioia  

e ci riempiono di stupore, uno stupore sempre nuovo”. FRANCESCO, 6 gennaio 2021 

Il Verbo-Parola del Padre è diventato carne… 

Questo è l’annuncio di Giovanni (1,14) che abbiamo ascoltato  nella celebrazione del “giorno” di Natale. Una parola che è vita luce di ogni essere umano e che noi abbiamo visto nella sua piena  manifestazione, gloria del Padre, come amore gratuito e verità. 

Ma ancora nessuno lo ha sentito parlare. 

Il Battezzatore è solo una voce nel deserto e che dirà a quelli  che lo seguono: Ecco è Lui! (1,29). 

È la Parola, ma ancora non parla. Eppure quanto dice a chi lo  incontra: I pastori se ne tornarono, glorificando Dio, per tutto  quanto avevano udito e visto (Luca 2,20). 

Se lo passano di braccia in braccia e chi lo vede, finalmente  vede la luce (2,28.32); gli altri dicono di Lui cose mai udite che  fanno lo stupore di suo padre e sua madre (2,33), ma Lui tace  ancora. 

…ponendo la sua dimora in mezzo a noi. 

Dove? 

A Nazareth, lì cresce e si fortifica, pieno di sapienza  circondato, non solo dall’amore della sua famiglia, ma dalla grazia  del Padre (2,40). 

Ma per ora Ancora non parla, e poi, quando lo farà non sarà  nemmeno capito da loro, eppure rimarrà loro sottomesso (2,50- 51). 

Oltre lo stupore e la meraviglia c’è però qualcuno che  finalmente lo ascolta, come sempre vorrà essere ascoltato: Maria,  che in lei custodisce tutte queste parole incarnate, meditandole  (2,19.51b). 

Dove dimori? 

Gli chiederanno alle sue calcagna i due discepoli del  battezzatore, incuriositi dalla sua dichiarazione: Ecco l’Agnello di  Dio. 

Allora parlerà: Venite e vedrete! (Gv 1,29…39) 

La Parola del Padre che ha attraversato i secoli e che in molti  modi ha parlato a noi…, il Figlio (Ebrei 1,1-3) taceva ancora. Talmente è sceso, immergendosi nelle fibre dell’umanità più  nascoste, tacendo per trent’anni, dopo quel timido e mal riuscito  tentativo di farsi ascoltare. 

Eppure, alla fine Giovanni ancora scriverà che Colui fin  dall’inizio presente, noi lo abbiamo visto proprio con i nostri occhi e udito con i nostri orecchi, toccato con le nostre mani (1Giovanni  1,1). 

Tornato a Nazareth, ultima volta finalmente parlando, lo  aveva detto che anche la Scrittura letta da Lui si compiva oggi nelle  orecchie di chi ascolta (Luca 4,21) e da quel momento sarebbe  stato sempre così, le folle accorse per ascoltarlo non solo  avrebbero trovato guarigione (6,18-19), solida roccia per i propri  progetti di vita (6,47-48), addirittura con Lui una nuova famiglia (8,21).

Ma per ora ancora il silenzio avvolge la Parola. 

Abbiamo visto e siamo venuti (Matteo 1,2) 

Si può arrivare a Cristo da molto vicino come è stato per i  pastori, invitati addirittura dagli angeli; oppure da migliaia di  chilometri dopo anni di viaggio inseguendo una cometa come i  magi. 

Si può provenire dai più infimi della società come i pastori,  considerati dai loro concittadini poco più che bestie; oppure dalle  accademie astronomiche come gli studiosi zoroastrici. Nessuno è escluso o avvantaggiato. 

Ci si può mettere in marcia sulle rotte polverose del medio  oriente, desiderosi di sapere dove è nato il “re bambino” per  adorarlo oppure si può stare comodi seduti nel proprio palazzo, al  sicuro, come Erode per sopprimerlo nel sangue. 

Ci si può affidare ad una traccia luminosa nel cielo buio per  cercarlo in sincerità o alle Sacre Scritture scrutandole soltanto per  farsene un’idea accreditata. 

Nessuno può rimanere indifferente. 

Si può andare da Lui per chiedere qualcosa oppure per offrire  doni a Colui che d’oro ha solo la paglia, profumo d’incenso il fiato  del bestiame del caravanserraglio, aroma i baci di una madre. 

Qualcuno va con doni in mano, nessuno torna a cuore vuoto. C’è chi si perde per strada, ma non si vuol far rubare la gioia  di ritrovarla come i magi; c’è chi per paura di perderla non la trova  mai e si aggira triste, covando invidia e odio come Erode. A tutti è data la possibilità di scegliere e di decidere. 

Roberto


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