Vicina è la Parola
24 agosto 2025 - Domenica xxi/c
Isaia 66,18-21 / Salmo 116
Ebrei 12,5-7.11-13
Luca 13,22-30
dilatare il CUORE
Mi ha sempre infastidito fare la fila alle poste, dal medico o nei vari uffici, anche la coda alla cassa del supermercato… ero sempre concentrato su di me, sul tempo che impiegavano gli altri e su quanto ne facessero perdere a me; su chi cercava di “saltare la fila…” furbetti!
A un certo momento però ho iniziato a scoprire altro: le persone!
Gli altri visti non più come antagonisti “a chi arriva prima”, ma compagni nel viaggio della vita con le sue “soste”.
Allora mi sono diventati interessanti addirittura i loro acquisti, le loro ansie, i loro volti… le stesse sensazioni mi procuravano i viaggi in treno o in aereo: facce - storie, provenienze - arrivi… transiti…. viaggiatori ignari del loro destino e soprattutto del fatto che tutti abbiamo la stessa meta, sospinti dall’unico Soffio vitale.
Vivessimo consapevoli di ciò non ci sentiremmo poi così soli, ma sempre in cammino con qualcuno: basterebbe dilatare la mente e il cuore!
Contestualizzazione evangelica di Luca 13,22-30
Il capitolo 13 di Luca è introdotto dal drammatico invito al cambiamento del modo di pensare e di vivere [conversione] in riferimento ad alcuni fatti di cronaca che avevano sconvolto gli abitanti di Gerusalemme (i cui vv. 1-9 sono stati proclamati nella III domenica di quaresima).
Gesù, con la parabola del “fico sterile”, annuncia l’amore paziente e fecondo del Padre che continua a prendersi cura di ciascuno “per l’avvenire”, in una nuova prospettiva che permettere di leggere anche i drammi dell’esistenza umana dal suo punto di vista e non di una presunta colpa.
Proprio nell’incontro inaspettato con una donna “curva su di sé” e guarendola per giunta “in giorno di sabato”, Egli dimostra la “sterilità” della mentalità legalista giudaica -vera corruzione del male- e la forza dell’amore che la “chiama a sé” e che con la sua parola liberante la riporta alla piena dignità umana: “dritta davanti a Dio”, in relazione dialogica con Lui senza vergogna e con gioia esultante (cf vv. 10-17).
Ecco, “la presenza amorosa di Dio in mezzo a noi” [regno] si manifesta in modo “vitale” anche se nascosto, “mescolato” nel nostro impasto umano (cf vv. 18-21).
Il v. 22 ribadisce che Gesù “passava per città e villaggi insegnando mentre era in cammino verso Gerusalemme”: è Lui che rende la nostra esistenza feconda, vitale e la fa “lievitare” con la forza della sua pasqua! Il suo insegnamento riguarda infatti il “passaggio [a Gerusalemme], per la porta stretta [della passione] e non solo “per città e villaggi”.
Questa è la convinzione maturata dalla comunità di Luca nel suo percorso storico: Dio ci salva tutti insieme, come un solo popolo di cui la Chiesa è solo “lievito”.
Non ci sono “graduatorie”, tutti saranno invitati alla mensa del regno.
Questo è un altro risvolto della “conversione evangelica” contro ogni ristrettezza ed esclusione: l’apertura della mente e del cuore al progetto universale di salvezza che connota la messianicità del Nazareno (cf 2,30-32; 3,1-6) e che gli procurerà un destino di morte (cf v. 31).
Ambientazione liturgica
+ Invitati e radunati per l’Eucaristia anche noi sediamo a mensa dove “mangiamo e beviamo alla sua presenza e ascoltiamo il suo insegnamento”. È un dono, non un merito, che non dobbiamo mai dare per scontato.
- “La porta di ingresso non è sgombra, è affollata e occorre fare la fila con pazienza e rispetto; non siamo soli, ci sono un sacco di sconosciuti con cui familiarizzare, così una volta entrati condivideremo da amici i posti disponibili, senza esclusioni: “Scusi, ma è già occupato”. Scopriremo che non era necessario prenotarsi e che, c’è posto per tutti, senza graduatorie o priority: tutti siamo in first class [Luca 13 – Evangelo].
- “Ministri” di questo banchetto sono multirazziali e il Tempio dove esercitano non è un luogo circoscritto ma un “raduno” di carovane tra chi si ritrova provenendo dalle regioni più distanti, richiamati da una Voce e da un Volto a tutti familiare [Isaia 66 – I lettura].
- Lo riconosceremo come amico, padre, magari dopo averlo accusato a lungo di parzialità e incolpato di ingiuste punizioni. Ci renderemo conto in modo sorprendente che lungo il cammino, spesso faticoso, al contrario le forze non sono venute meno… “braccia e gambe si sono rinvigorite” come fosse stato un “allenamento” utile a “dilatare il cuore” [Ebrei 12 – II lettura].
- Frutti di “un amore forte e fedele” saranno i canti che si alzano da una corale plurilingue che dà speranza anche ai nostri sparuti coretti parrocchiali [Salmo 116].
+ Usciremo dalla nostra celebrazione domenicale più capaci di “camminare insieme”?
Eppure abbiamo ascoltato la stessa Parola, abbiamo mangiato e bevuto alla stessa mensa, riconosciuto una “Presenza” [gloria] anche se non appieno… ma avremo capito che solo insieme si manifesta chiaramente? Lui spera di sì!
Preghiamo con la Liturgia
O Padre, che inviti tutti gli esseri umani
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti all’offerta del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.
Amen.
Quanto siamo distratti nella vita qiotidiana da obiettivi, orari, umori, fatiche! Non viviamo l'altro, ci passa accanto e ne siamo infastiditi! Questo commento mi è piaciuto molto perché mi aiuta a ridefinire il mio ruolo nel rendere visibile il Suo Regno qui nella nostra vita. Tutti invitati, non rivali, ma collaboratori d'amore. Niente graduatorie grazie a Dio. Non dobbiamo vincere sugli altri, ma camminare insieme sì. E per farlo dobbiamo"Vedere"l'altro. Devo aprire gli occhi, la mente, il cuore. Grazie Roby
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