venerdì 22 agosto 2025

Vicina è la Parola 24 agosto 2025 - Domenica xxi/c Dilatare il CUORE

 Vicina è la Parola

24 agosto 2025 - Domenica xxi/c

Isaia 66,18-21 / Salmo 116

Ebrei 12,5-7.11-13

Luca 13,22-30


dilatare il CUORE

Mi ha sempre infastidito fare la fila alle poste, dal medico o nei vari uffici, anche la coda alla cassa del supermercato… ero sempre concentrato su di me, sul tempo che impiegavano gli altri e su quanto ne facessero perdere a me; su chi cercava di “saltare la fila…” furbetti!

A un certo momento però ho iniziato a scoprire altro: le persone!

Gli altri visti non più come antagonisti “a chi arriva prima”, ma compagni nel viaggio della vita con le sue “soste”.

Allora mi sono diventati interessanti addirittura i loro acquisti, le loro ansie, i loro volti… le stesse sensazioni mi procuravano i viaggi in treno o in aereo: facce - storie, provenienze - arrivi… transiti…. viaggiatori ignari del loro destino e soprattutto del fatto che tutti abbiamo la stessa meta, sospinti dall’unico Soffio vitale.

Vivessimo consapevoli di ciò non ci sentiremmo poi così soli, ma sempre in cammino con qualcuno: basterebbe dilatare la mente e il cuore!


Contestualizzazione evangelica di Luca 13,22-30

Il capitolo 13 di Luca è introdotto dal drammatico invito al cambiamento del modo di pensare e di vivere [conversione] in riferimento ad alcuni fatti di cronaca che avevano sconvolto gli abitanti di Gerusalemme (i cui vv. 1-9 sono stati proclamati nella III domenica di quaresima). 

Gesù, con la parabola del “fico sterile”, annuncia l’amore paziente e fecondo del Padre che continua a prendersi cura di ciascuno “per l’avvenire”, in una nuova prospettiva che permettere di leggere anche i drammi dell’esistenza umana dal suo punto di vista e non di una presunta colpa.

Proprio nell’incontro inaspettato con una donna “curva su di sé” e guarendola per giunta “in giorno di sabato”, Egli dimostra la “sterilità” della mentalità legalista giudaica -vera corruzione del male- e la forza dell’amore che la “chiama a sé” e che con la sua parola liberante la riporta alla piena dignità umana: “dritta davanti a Dio”, in relazione dialogica con Lui senza vergogna e con gioia esultante (cf vv. 10-17).

Ecco, “la presenza amorosa di Dio in mezzo a noi” [regno] si manifesta in modo “vitale” anche se nascosto, “mescolato” nel nostro impasto umano (cf vv. 18-21).

Il v. 22 ribadisce che Gesù “passava per città e villaggi insegnando mentre era in cammino verso Gerusalemme”: è Lui che rende la nostra esistenza feconda, vitale e la fa “lievitare” con la forza della sua pasqua! Il suo insegnamento riguarda infatti il “passaggio [a Gerusalemme], per la porta stretta [della passione] e non solo “per città e villaggi”.

Questa è la convinzione maturata dalla comunità di Luca nel suo percorso storico: Dio ci salva tutti insieme, come un solo popolo di cui la Chiesa è solo “lievito”. 

Non ci sono “graduatorie”, tutti saranno invitati alla mensa del regno.

Questo è un altro risvolto della “conversione evangelica” contro ogni ristrettezza ed esclusione: l’apertura della mente e del cuore al progetto universale di salvezza che connota la messianicità del Nazareno (cf 2,30-32; 3,1-6) e che gli procurerà un destino di morte (cf v. 31).


Ambientazione liturgica

+ Invitati e radunati per l’Eucaristia anche noi sediamo a mensa dove “mangiamo e beviamo alla sua presenza e ascoltiamo il suo insegnamento”. È un dono, non un merito, che non dobbiamo mai dare per scontato.

- “La porta di ingresso non è sgombra, è affollata e occorre fare la fila con pazienza e rispetto; non siamo soli, ci sono un sacco di sconosciuti con cui familiarizzare, così una volta entrati condivideremo da amici i posti disponibili, senza esclusioni: “Scusi, ma è già occupato”. Scopriremo che non era necessario prenotarsi e che, c’è posto per tutti, senza graduatorie o priority: tutti siamo in first class [Luca 13 – Evangelo].

- Ministri” di questo banchetto sono multirazziali e il Tempio dove esercitano non è un luogo circoscritto ma un “raduno” di carovane tra chi si ritrova provenendo dalle regioni più distanti, richiamati da una Voce e da un Volto a tutti familiare [Isaia 66 – I lettura].

- Lo riconosceremo come amico, padre, magari dopo averlo accusato a lungo di parzialità e incolpato di ingiuste punizioni. Ci renderemo conto in modo sorprendente che lungo il cammino, spesso faticoso, al contrario le forze non sono venute meno… “braccia e gambe si sono rinvigorite” come fosse stato un “allenamento” utile a “dilatare il cuore” [Ebrei 12 – II lettura].

- Frutti di “un amore forte e fedele” saranno i canti che si alzano da una corale plurilingue che dà speranza anche ai nostri sparuti coretti parrocchiali [Salmo 116].

+ Usciremo dalla nostra celebrazione domenicale più capaci di “camminare insieme”?

Eppure abbiamo ascoltato la stessa Parola, abbiamo mangiato e bevuto alla stessa mensa, riconosciuto una “Presenza” [gloria] anche se non appieno… ma avremo capito che solo insieme si manifesta chiaramente? Lui spera di sì!


Preghiamo con la Liturgia

O Padre, che inviti tutti gli esseri umani
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti all’offerta del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.

Amen.


1 commento:

  1. Quanto siamo distratti nella vita qiotidiana da obiettivi, orari, umori, fatiche! Non viviamo l'altro, ci passa accanto e ne siamo infastiditi! Questo commento mi è piaciuto molto perché mi aiuta a ridefinire il mio ruolo nel rendere visibile il Suo Regno qui nella nostra vita. Tutti invitati, non rivali, ma collaboratori d'amore. Niente graduatorie grazie a Dio. Non dobbiamo vincere sugli altri, ma camminare insieme sì. E per farlo dobbiamo"Vedere"l'altro. Devo aprire gli occhi, la mente, il cuore. Grazie Roby

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