sabato 14 giugno 2025

Vicina è la PAROLA 15 giugno 2025 Dio: Trinità d’Amore NOI, grembo generativo di ogni relazione

 Vicina è la PAROLA

15 giugno 2025

Dio: Trinità d’Amore

Proverbi 8,22-31 / Salmo 8

Romani 5,1-5

Giovanni 16,12-15


NOI, grembo generativo di ogni relazione

Chi spinge “da dentro” ogni essere umano ad uscire “fuori di sé”, quasi attratto da un altro, un’altra quasi alla ricerca di un “ambiente nuovo” dove lasciarsi andare ed esplorare le proprie capacità di essere libero, libera in/con/per un altro, un’altra da sé?

È un’esperienza che ci porta a picchi di felicità e precipitose cadute di delusione, sempre però alimentata da nuove aspettative, riciclandosi comunque e nonostante i presagi di morte nella fine di un amore.

Il semplice fatto che un essere umano abbia avanzato la pretesa di essere “Figlio unigenito e primogenito”, come se dicesse a ciascuno di noi: “mio fratello è figlio unico”, apre un varco nell’umanità e nell’intimo umano che rivela un orizzonte capace di contenere ogni relazione e di evidenziarne il senso e il valore, di facilitarne il successo, “un grembo paterno”.

Che tutto questo non avvenga in modo indolore ce lo dicono sufficientemente le nostre e altrui peripezie affettive; che il “Figlio/Fratello” le assuma volontariamente e liberamente nella sua massima estensione d’amore, chiede da parte nostra un atto di fiducia totale ed una disponibilità a provare sulla nostra pelle e sul nostro cuore quanto ciò sia umanamente possibile.

L’effetto, anche a lunga durata, è l’essere pervasi nuovamente dall’afflato vitale che in momenti di assenza ci pareva di asfissiare; da un’energia vitale che credevamo evaporata; da un fuoco interiore che sembrava estinto; da una luce pervasiva che illumina il nostro procedere, ora più sicuro… parliamo dello Spirito!

Con stupore ci accorgiamo che qualcosa di simile tra noi è avvenuto anche in altri e che quando diciamo Trinità, spesso senza saperlo purtroppo, intendiamo tutto questo!


Contestualizzazione evangelica di Giovanni 16,12-15

Lo Spirito della verità, vi guiderà nell’intera verità.

Come se Gesù riconoscesse la difficoltà dei discepoli a recepire tutto il suo insegnamento, forse anche per la loro immaturità (cf 16,12), affida allo Spirito della Verità di condurli “nella Verità tutta intera” (cf 14,25-26), di accompagnarli nella crescita progressiva sia del loro rapporto con Lui dopo la sua morte e risurrezione, sia della loro fede compresa e professata, in continuità con la sua rivelazione del Padre (cf v. 13a).

Lo Spirito illumina di nuova luce ciò che Gesù Cristo ha comunicato (cf 3,32; 7,17; 8,28; 12,49; 14,10) e permette ai discepoli di capire gli altrimenti incomprensibili e tragici accadimenti pasquali, con uno sguardo anche oltre, sul futuro delle comunità cristiane (cf 2,22; 12,16). 

Il verbo usato per tre volte è “annunciare”: “svelare/rivelare pienamente… ripetere”, una variegata azione dello Spirito nei confronti di Gesù e del Padre: v. 13b: annuncerà loro ciò che sta avvenendo; v. 14: condividerà con loro ciò che gli appartiene, manifestandolo appieno [glorificandolo]; v. 15: chiarirà a loro il suo appartenere al Padre, la comunione con Lui.

La Verità tutta intera” non è un compendio degli insegnamenti di Gesù o dei contenuti rivelati riguardo alla sua vita con il Padre, ma è la piena partecipazione alla vita filiale, finora sua esclusiva in quanto Figlio (cf 10,30; 17,10), comunicata anche ai discepoli e ai futuri credenti (cf 7,17s.; 8,26.28.38.; 12,49-50; 14,10).

Questo ci aiuta a capire che la Verità è un cammino e non un possesso; che la totalità non è una conquista ma una recezione poiché è del Logos il “farsi carne” e così continua come processo rivelativo sull’essere divino e sull’essere umano. Una verità da “fare” più che da sapere (cf 3,21).

Questa “rivelazione”, che solo lo Spirito può attuare, compie anche il processo di glorificazione di Gesù iniziato già nella sua esistenza terrena e compiuto nell’innalzamento sulla croce (cf 1,14; 2,11; 12,28-30; 17,1.4.5).

Lo Spirito ci accompagna in un percorso di comprensione, di comunicazione e partecipazione, rendendoci consapevoli della centralità del mistero pasquale nella messianicità di Gesù e nella nostra esperienza di fede.

Lo Spirito, forza vitale del Creatore, non ripete le cose del passato (cf Isaia 43,18-19), ma annuncia che saranno create nuove risposte alle attese e ai bisogni dell’umanità. Forza dinamica d’amore guiderà la comunità cristiana a scoprire modalità inedite e coraggiose” (A. Maggi);

nel difficile compito di unire la fedeltà alla novità, la memoria al rinnovamento… un ricondurre sempre a Gesù, al suo insegnamento… alla sua persona, il significato della storia che egli ha vissuto: è una conoscenza nuova, interiore e progressiva, ‘verso e dentro’ la pienezza della verità, dalla periferia al centro, è la capacità di leggere il presente alla luce della sua conclusione” (B. Maggioni).


Ambientazione liturgica

Può sembrare superfluo dedicare una festa liturgica alla “Trinità” quando tutta l’azione della comunità celebra il “rendimento di grazie” (eukaristìa) per il dono perenne che il Padre fa del suo Figlio crocifisso e risorto per amore dell’umanità, animato dalla potenza del loro Spirito. Tuttavia ci aiuta ricordare che la nostra esistenza e storia trovano senso, valore e piena realizzazione nel loro reciproco comunicarsi a noi, dono di Vita, Amoreche in-con-tra noi!

In noi perché lo è in se stesso; con noi in quanto comunione di persone, intercorrere di relazioni identitarie basate sul dono di sé che suscita reciprocità e realizza così l’unità.

Ogni espressione di vita è dunque celebrazione della Trinità e trova nella Liturgia la sua profetica trasfigurazione: amore che vuole donarsi e perciò sempre eternamente creativo. 

La riflessione sapienziale proietta il credente in un “eterno prima” ed anche i cristiani delle prime generazioni lo hanno creduto per Gesù in quanto Figlio (cf Giovanni 1; Efesini 1,3 ss.) vedendo in Lui, Parola eterna e vitale del Padre, e nella sua umanità il realizzarsi di quel progetto d’amore sapiente che da sempre sosteneva tutto e già era presente nella trama nascosta degli eventi più anonimi della progressiva formazione del cosmo [Proverbi I lettura].

Quella Parola eterna del Padre, quella Parola fatta carne, opera anche nell’oggi della Chiesa, del mondo e il loro Spirito effuso in e su noi ci annuncia che Egli è in mezzo a noi e ce ne fa riconoscere e attualizzare la presenza attraverso l’amore [Giovanni 16 – Evangelo]. 

Tra un abisso di fronte al quale le parole e le capacità umane di comprendere rimangono interdette e l’accettazione fiduciosa della prossimità a noi di tale mistero insondabile, il salto è operato non da noi ma dalla misericordia che annienta nell’amore del Nazareno e in Lui, Signore Risorto, manifesta la pienezza della sua presenza [Romani 5 – II lettura] (Comunità di Viboldone).

L’attuale riforma conciliare celebra ciclicamente ogni persona divina e in questo “anno C” lo Spirito santo, Colui che ci permette una conoscenza “personale” di Dio, conducendoci alla consapevolezza che Egli ha impegnato tutto se stesso con noi e continua farlo, anche se ci sembra di essere sopraffatti dalla nostra debolezza e siamo assaliti dalla tristezza come i discepoli di Gesù. La fiducia in Lui vincitore della morte fonda la nostra speranza e ci impegna nell’amore fraterno estensione di quello trinitario e compimento vero della nostra umanità.


Preghiamo con la Liturgia

Padre santo e misericordioso,
che nel tuo Figlio ci hai redenti
e nello Spirito ci hai santificati,
donaci di crescere in una speranza che non delude,
affinché abiti in noi la tua sapienza d’amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, 

tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, 

nell’unità del tuo Spirito, 

ora per l’eternità. Amen.


1 commento:

  1. Oggi nella solennità della SS. Trinità, il Signore ci dona, ci rivela lo Spirito Santo. Come lo ha dato ai discepoli, cosi lo dona a noi. Dio padre creatore ci dà la Parola per mezzo di Gesù redentore. Ci perdona, si dona. Quanto ha appreso dal Padre lo ha dato a noi. Ci chiede una sola condizione: amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato. Per essere del Signore dobbiamo prima amarci, cosi in comunione con Lui potremo sperimentare la vera gioia dello Spirito e godere poi il volto del Padre. Chiediamo l'intercessione della Vergine Maria e della SS Trinità. Santa giornata

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