venerdì 29 novembre 2024

“Le parole… la PAROLA” 1 - 24 dicembre 2024: Tempo di Avvento- Vivere l’AVVENTO per alimentare la SPERANZA

le parole… la PAROLA

1 - 24 dicembre 2024: 

Tempo di Avvento



Avvento come Venuta…

Presenza

Avvenimento


Vivere l’AVVENTO per alimentare la SPERANZA

È una Presenza che l’Avvento celebra come avvenimento di salvezza, 

una liberazione che noi possiamo cogliere solo nella fede e impegnandoci con amore nell’oggi, che ci proietta con speranza nel futuro vissuto non come “la fine” di tutto ma “il fine” 

che orienta la storia umana verso il suo compimento: la sua Pienezza. [I domenica]

Siamo in cammino, tutti insieme, verso un Dio sempre alla ricerca di ogni essere umano

che lo cerca. Cosa ci attrae?

Questo sorprendente incontro tra due realtà incommensurabili,

il desiderio umano e l’amore divino, è ora divenuto possibile e finalmente realizzato;

dà a chi è ancora in ricerca e in attesa il sapore di un annuncio: la gioia!     [II e III domenica]

Gioia di credere e di poter dire “Ecco… Adesso!”: 

una luce velata ma diffusa nei vari frangenti quotidiani” [IV domenica

               (Comunità Monastica di Viboldone)

AVVENTO è

Venuta
Dio viene, è venuto, 

deve ancora venire. 

Qualcuno viene perché è atteso. 

Attesa
Cosa attende oggi l’umanità?
Cosa attende oggi il tuo cuore?
Nel mondo gente attende
pane, giustizia,
futuro… gioia.
Se il tuo cuore è sazio

non c’è attesa
perché non c’è spazio

e tu sei sempre più solo. 

Presenza

Eppure è presente,

Lui è già qui, ora adesso. 

Ti è vicino, non te ne accorgi?

Non senti che il tuo cuore 

lo cerca perché ti ama? 

Che i tuoi occhi cercano 

il suo volto perché ti è Padre? 

Incontro

Lasciati raggiungere, afferrare,

lasciati amare:
la tua corsa nella storia 

avrà un senso
e sarai una scia di luce 

nelle tenebre di tanti 

che attendono.


Le 4 Domeniche di Avvento

La I domenica annuncia e celebra la venuta ultima [seconda/finale/gloriosa] di Cristo Signore e chiede a noi l’atteggiamento di un’attesa vigilante, orante e operosa.

La II domenica annuncia e celebra il compimento delle promesse tramite il Battezzatore e chiede di prepararci convertendoci alla venuta tra noi dell’Inviato di Dio.

*In questo anno 2024 la II domenica è sostituita dalla solennità dell’Immacolata Concezione di Maria.

La III domenica annuncia e celebra la gioia di una venuta ormai prossima e chiede il coraggio di dargli la priorità su tutto.

La IV domenica annuncia e celebra l’incarnazione umana del Figlio, Parola del Padre, e chiede una disponibile adesione di fede.

Per questo l’Avvento si presenta come una scuola di spiritualità valida non soltanto per il tempo liturgico che rappresenta, ma per tutta l’era della storia che corre tra la Pentecoste e la Parusìa”. (S. Rosso)


AVV1

AVVENTO 2024/C

I Domenica / 1 Dicembre

Geremia 33,14-16 / Salmo 24 

1Tessalonicesi 3,12- 4,2

Luca 21,25-28. 34-36

La nostra liberazione è vicina.

        Alziamoci!


Nella sua Parola, Dio ci viene incontro per giudicare e compiere le nostre attese di giustizia [Geremia]. Attraverso ogni umana e sociale “crisi”, quasi necessaria, Egli mette al vaglio e compie tutti gli umani progetti di liberazione, come annunzio della salvezza vera che si avvicina a tutti [Luca]. 

Mette anche a nudo le nostre paure e la presunzione di salvarci da soli [Paolo].

La liberazione che viene con Gesù - “Dio salva” - come atto salvifico di un nuovo rapporto con Dio, è l’amore che rincuora in ogni sconvolgimento e di fronte al giudizio della Parola. 

Così lo stesso amore diviene anima della vigilanza nelle preoccupazioni dell’esistenza e dell’orazione nell’ansia di trovare noi da soli vie sicure d’uscita [Salmo 24 e Paolo].



Accensione del PRIMO CERO

Accendiamo, Signore, questa luce,

come chi accende la sua lampada

per uscire, nella notte,

incontro all’amico che viene.

Per questo vogliano alzarci 

per andarTi incontro

e con Te camminare insieme

verso un futuro di giustizia.

Molte ombre ci avvolgono

ma non vogliamo 

che la paura prevalga in noi:

vogliamo rimanere svegli e vigilanti.

Vieni, Signore Gesù!

Viene il Signore nella Parola:

Lo attendiamo con la Preghiera

Padre, 

che mantieni sempre le tue promesse, 

rialza l'umanità oppressa da tanti mali 

e apri i nostri cuori alla speranza,

perché attendiamo 

senza ansie e senza paura

la venuta gloriosa di Cristo Signore,

tuo Figlio e nostro fratello. 

Amen.


venerdì 22 novembre 2024

Vicina è la Parola 24 novembre 2024 - Gesù Cristo è il SIGNORE! Servire è regnare

Vicina è la Parola
24 novembre 2024 - Gesù Cristo è il SIGNORE!


Daniele 7,13-14 / Salmo 92

Apocalisse 1,5-8

Giovanni 18,33-37


Servire è regnare

La risurrezione del Nazareno è stata la scintilla inziale di un nuovo “big bang” ancora in fase di attuazione e che sospinge tutto verso un futuro di pienezza e di compimento: è l’opera di Dio nel tempo e nella storia dell’umanità, così come nel tracciato esistenziale di ogni essere umano.

Questo processo avviene nascostamente, dal di dentro come “fermento” della presenza di Dio [il regno] ed è giàla fine” ed insieme “il fine” atteso come futuro che tutto sia assunto entro la potenza vivificante dell’Unico, del Signore, dell’Uomo nuovo.

È questa irruzione definitiva della signoria di Dio che noi celebriamo solennemente in questa domenica, e di essa alimentiamo la nostra speranza, la nostra fiducia in Lui e il nostro amore.

Una signoria e una regalità che subiscono continuamente interpretazioni storiche, spesso strumentalizzazioni mondane pericolose, e che la parola evangelica riporta radicalmente al vissuto del Nazareno fino a capovolgerne il significato di “potere assoluto”.

Egli infatti è la Parola di Verità su Dio stesso e sul mondo, Egli è Colui che fa la Verità con il suo essere servo, testimoniando la verità dell’Amore [Giovanni 18,33-37 – Evangelo di oggi].

Che regalità e signoria possono esserci nel suo definirsi e comportarsi da servo?! (cf Gv 13,3-5.12-15; Marco 10,41-45 e parr.). “Potremmo dire che non è re come gli altri, ma è re per gli altri. Ripensiamo a questo: Gesù si dimostra, cioè, sovranamente libero (…) è liberante, non ha nulla di

opprimente. Egli tratta ogni discepolo da amico, non da suddito. Perché Cristo non vuole attorno a sé servilismo, ma gente libera. La libertà di Gesù viene dalla verità. È la sua verità che ci fa liberi (cf

Gv 8,32)”. (papa Francesco)


Contestualizzazione evangelica di Giovanni 18,33-37

Siamo nel pieno del racconto giovanneo della cattura e del processo di Gesù davanti alle autorità religiose e politiche; ora è davanti al governatore Ponzio Pilato a cui lo ha inviato il sommo sacerdote dopo il suo interrogatorio (cf vv. 12-24) allo scopo di farlo condannare a morte eseguendo la sentenza. Ma la persona di Gesù lo “sconcerta, in quanto si trova di fronte a un uomo che ha tutto meno l’apparenza di un facinoroso” tuttavia vuole che dichiari la sua presunta regalità sui Giudei (cf vv. 30.33.37). “Tu lo dici” è la risposta di Gesù che così si sottrae ad un rischioso fraintendimento e sottopone l’autorità alla sua responsabilità di riconoscere la reale colpevolezza; così focalizza l’attenzione del suo interlocutore -e quindi nostra- sullo scopo di tutta la sua esistenza terrena “per rendere testimonianza alla verità” che è la condizione alla quale Egli chiama ogni essere umano affinché “venga verso la Luce”, sia parte con Lui e attraverso di Lui della stessa Vita di Dio (cf v. 37; 3,21).

“Essere Verità” così da non possederla o strumentalizzarla, nemmeno per fini dottrinali, ma da viverla ed essere parte del “dinamismo vitale della verità di Dio: Amore che desidera comunicare sé stesso ad ogni essere umano per fondersi con lui” (A. Maggi).

Se a Gesù non si compromette sulla sua regalità, a Pilato non interessa pronunciarsi sulla Verità in quanto comprometterebbe il suo potere, falso e omicida.

Solo la Verità comunica la Vita!

Questo è il vero “potere”: “dare la Vita” e avverrà sulla croce.

Gesù è venuto per rendere testimonianza alla Verità ed è re per questa Verità… che si compie nella croce… sua esaltazione: Cristo regna sugli umani attirandoli a sé, essendo re per irradiazione della Veritàche è solo Amore per tutti loro! (I. de la Potterie).


Ambientazione liturgica

Quale spazio ci è dato per sperimentare questa signoria e regalità dell’Amore?.

Un’altra illusione per la frustrazione generata dall’imporsi inesorabile dei poteri mondani?

Un’oasi felice dove tutto rimanda ad un altrove senza reale consistenza e attuazione?

La celebrazione liturgica e in particolare l’Eucaristia è in realtà la trasfigurazione di tutto ciò che è opaco e illusorio, ingannevole, dove la Verità risplende nella forza dei deboli segni dell’Amore: Parola e Pane “spezzati” per generare la Vita.

Qui noi possiamo vedere con chiarezza quale umanità è stata generata dal sangue di Colui che, liberandoci da ogni potere e schiavitù, ha fatto di noi un regno di figlie e figli -in Lui- del Padre [Apocalisse 1,5-8 – II lettura].

Proprio nella celebrazione eucaristica, dell’unico pane e dell’unico calice, l’unificazione di ciò che era stato violentemente separato viene riconosciuta e proclamata: tra tutti gli esseri umani e di essi con il Padre [Daniele 7,13-14 – I lettura].

Anche l’ultima frattura -la morte- in Gesù diventa il dono della vita per gli altri che lo fa rimanere “Vivente per sempre”.


Preghiamo con la Parola

O Padre,

hai mandato nel mondo il tuo Figlio, 

e con il battesimo ci ha resi partecipi

del suo sacerdozio regale

e hai fatto di noi un popolo regale

fa' che ascoltiamo la sua voce,

per essere nel mondo

fermento del tuo regno di giustizia e di pace.

Amen. 


venerdì 15 novembre 2024

Vicina è la Parola 17 novembre 2024 – XXXIII Domenica/B l futuro ha un Nome: il Risorto!

Vicina è la Parola
17 novembre 2024 – XXXIII Domenica/B

Daniele 12,1-13 / Salmo 15
Ebrei 10,11-14.18
Marco 13,24-32
Le doglie del parto
Contestualizzazione evangelica di Marco 13,24-32
Il futuro ha un Nome: il Risorto!
Dopo aver seguito lungo quest’anno il percorso tracciato dall’evangelista Marco ed aver accolto - speriamo con frutto - la provocazione a seguirlo in questa nuova esperienza di vita inaugurata dall’annuncio del compimento in Gesù di Nazareth della presenza tra noi del “regno di Dio” ed aver provato a entrare nella sua logica di novità assoluta dell’Amore più forte della morte tale solo nella sua risurrezione, anche noi siamo continuamente interpellati da avvenimenti sconcertanti e sconvolgenti della storia e della natura, al punto da chiederci come i suoi discepoli: “Quale sarà il segno quando tutto questo sta per compiersi?” (Marco 13,1-3).
Come allora anche oggi dilagano messianismi falsi e illusori dinnanzi alle tragedie di civiltà e di calamità naturali (cf vv. 5-9; 21-23); ai fallimenti storici di una Chiesa che dà scandalo e tuttavia subisce persecuzioni (cf vv. 9-13); alla distruzione di Gerusalemme e alla diaspora tra le nazioni (cf vv. 14-20).
L’unica sicurezza è la parola del Risorto che sola avvera le profezie apocalittiche in base al suo travaglio personale di essere umano, di morte e risurrezione. Così ogni futuro, minacciato dai comportamenti dissennati a livello planetario e previsto come “senza ritorno”, è illuminato dalla sua definitiva vittoria sulla morte e dalla certezza della sua venuta finale, certa come ogni nuova stagione, come di chi “è vicino, è alle porte” [cf vv. 24-32 – Evangelo di oggi].
Per noi il futuro, per quanto incerto e tenebroso, ha un nome: il Figlio che viene a compiere tutto!
“Ma quali segni di questo luminoso futuro e quale relazione con il nostro oggi?
Come nella natura, espressa nella parabola del fico (vv. 28-29), tutto è preannunzio della vita nuova che sta per nascere, anche l’intenerirsi di nodi e nudi rami, l’intenerirsi doloroso dell’arida nostra terra all’imminenza dell’irruzione della Vita, è speranza inarrestabile ed invincibile” (CMdV).
Il Crocifisso-Risorto ha questa forza e la tramette a noi nell’affidarsi totalmente al Padre proprio riguardo al futuro suo, quindi nostro e dell’intera umanità.
Ambientazione liturgica
Siamo come il popolo di Israele quando nei periodi più tristi della sua storia crollavano le sue speranze, il male dilagava e Dio sembrava rimanere avvolto in un impenetrabile e misterioso silenzio e la tentazione è dare la responsabilità a “forze occulte e superiori” dimenticando che il Signore “lotta con noi -Michael” nelle vicende nascoste, con la promessa di vita e di risurrezione [Daniele 12 – I lettura].
È la Parola di Vita ad annunciarcelo, ma soprattutto il dono del suo Pane a comunicarcelo e che ci “saziano di gioia” [Salmo 15]
Il Signore Gesù è il sacerdote che offre ancora sé stesso con la forza del perdono, vera e perenne novità, inarrestabile vittoria sulla durezza del nostro cuore e sulla nostra precarietà [Ebrei 10 – II lettura]
Così la nostra comunità, che nell’eucaristia celebra non sé stessa ma il suo Signore, “cerca nel mondo profano che le sta attorno la sua missione: essere lievito che agisce scomparendo”. (H. U. von Balthasar)
Preghiamo con la Parola
O Padre,
che farai risplendere i giusti 
come stelle nel firmamento,
accresci in noi la fede, 
ravviva la speranza
e rendici operosi nella carità,
mentre attendiamo
la gloriosa e definitiva manifestazione
del tuo Figlio, Gesù Cristo,
nostro Signore e nostro Dio
che vive e regna con te, 
nell'unità dello Spirito santo,
nel tempo e nell’eternità. Amen. 


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