sabato 19 ottobre 2024

Vicina è la Parola 20 ottobre 2024 – XXIX Domenica/B Essere primi… nel servire!

Vicina è la Parola
20 ottobre 2024 – XXIX Domenica/B

Isaia 53,2.3.10-11 / Salmo 32
Ebrei 4,14-16
Marco 10,35-45
Contestualizzazione evangelica di Marco 10,35-45
Abbiamo notato i discepoli sconcertati dalle parole che Gesù ha rivolto all’uomo “ricco”, demolendo così l’assioma giudaico “ricchezza = benedizione di Dio”, e quindi ancor più smarriti nel tentativo di mettersi al sicuro parandosi dietro alla loro scelta di aver lasciato tutto nell’averlo seguito (cf 10,24.26.28; 1,18.20).
Anzi, Egli li pone dinanzi alla possibilità che, pur essendo primi da Lui chiamati, possano ritrovarsi ultimi (cf v. 31).
Ora sono ancora più stupiti perché il Maestro, che stanno seguendo consapevoli o meno, volentieri o no nel suo cammino verso Gerusalemme, non indietreggia davanti al suo tragico destino di sofferenza e morte -vergognose e così crudamente descritte- anzi gli va incontro; è proprio questo che li terrorizza (cf vv. 32-34).
Ma il colmo è la loro totale incoscienza, che si manifesterà come cecità (cf vv. 46-52), nel chiedergli un posto di prestigio in un momento del genere, ponendosi completamente fuori dalla realtà e dalla volontà di Dio che invece Gesù vuole assumere come sua facendone il suo stile di vita (cf vv. 35-37 v. 40).
Tuttavia il Nazareno non si perde d’animo e con pazienza li riconduce all’interno di una visione capovolta del “potere divino” e quindi anche di rappresentarlo ed amministrarlo (cf vv. 41-44).

Essere primi… nel servire!
E servire non è né un atto né un atteggiamento servile, nell’evangelo di Gesù corrisponde a “dare la vita in riscatto per molti” come farà Lui stesso (v. 45).




Ambientazione liturgica

“Inesorabile – e volutamente sottolineata dall’evangelista Marco – l’incomprensione dei discepoli accompagna Gesù fino alle tappe ultime del suo cammino verso Gerusalemme: Egli cresce sulla nostra terra, davvero come “radice in terra arida” [Isaia 53I lettura] e così morirà sulla croce, completamente abbandonato dai suoi.

Tuttavia Egli ha saputo suggere dalla nostra umanità sgretolata dall’egoismo quel filo di vita che, ignorata, per pura grazia essa conservava.

Radice senza apparenza di vitalità, nel buio di un terreno incapace di accoglierla, proteggerla, custodirla, seme in ambiente infido (cf la parabola di Marco 4) Egli ha saputo evocare dalla nostra umanità una creazione nuova, un albero frondoso e carico di vita: il regno di Dio in mezzo a noi.

È questo l’inizio e l’effetto di quella annunciata risurrezione che rivelerà ciò che è rimasto nascosto per decenni a Nazareth e anonimamente per millenni, ma che già si preparava in un tracciato di macerazione, sempre e fedelmente sentiero di speranza”. (CMdV)

Per questo dimostra ostinata fiducia che i suoi capiscano, oltre ogni loro incomprensione e strumentalizzazione, che l’amore del Padre non verrà meno.

Nella nostra dinamica eucaristica, Parola “seminata nel terreno del nostro cuore” e Pane assimilato come cibo, tale nascosto flusso di Vita si innesta nella nostra umanità e mentre continua a succhiare dalla nostra terra di morte umori vitali sconosciuti, “giustifica le nostre ingiustizie, addossandosi le nostre iniquità, assumendo tutto in sé” comunicandosi a noi come Vita incorruttibile. [Ebrei 4,14-16 – II lettura]

Così riscatta quell’alito vitale originario facendone in se stesso emergere la grazia nascosta e inespressa in un’alba senza tramonto.


Preghiamo con la Parola

Padre, 

Signore della pace e del perdono,

che hai inviato il tuo Figlio nel mondo

per dare la sua vita in riscatto per tutti,

concedi alla tua Chiesa di servire l'umanità intera

a immagine di Cristo, servo e Signore nostro

che vive regna con te

e in mezzo a noi

nel tempo e nell’eternità.

Amen.


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