venerdì 1 marzo 2024

Vicina è la Parola Cuore&Corpo III Domenica di Quaresima B ABITATI corpo&cuore: amare con tutto noi stessi

Vicina è la Parola


I corpi invisibili dell’uomo Sul frontone del tempio di Delfi, uno dei ...


Cuore&Corpo

Una volta erano le canzoni ad essere inflazionate dalla parola cuoresole e amore

Oggi, meno male i testi sono aperti 360°e non tutti politicamente corretti; mentre il termine pervade le riflessioni “religiose” in modo quasi nauseabondo.

Ricordo che all’uscita del famoso libro che invitava a seguire dove portasse il cuore, mi si opponeva in testa l’altro americano di J.T. Leroy, The Heart Is Deceitful Above All Things”, da cui il film del 2004, che cita Geremia 17,9: “Ingannevole più di ogni altra cosa è il cuore”.

Per questo nella Bibbia cuore ha bel altro significato “sentimentale” che nella cultura occidentale e latina; Deuteronomio spiega: “Il Signore non vi ha dato un cuore per comprendere…? (cf 29,3), indicando così una facoltà e una capacità che indica tutta la persona invitata coinvolta nel conoscere e sperimentare interamente, partendo dal centro di sé non soltanto razionalmente.

Ma è con il nostro corpo che noi in realtà sperimentiamo il mondo e percepiamo gli altri fin dai primi istanti dell’esistenza, questo “somaro” come apostrofava san Francesco [poiché in greco soma è corpo!]. Dopo più di un millennio di opposizione allo spirito sarebbe ora che ritornassimo a percepirci corpo, dato che Cristo ci ha donato se stesso nel suo corpo [cf Efesini 5] ed in quanto chiesa lo siamo anche noi suo corpo, di cui il sacramento eucaristico ne è memoria permanente.


Ambientazione liturgica

Nelle tre domeniche successive si sviluppa un percorso “catechetico” coerente con gli aspetti dell’alleanza e della figliolanza e sono proclamati brani dal vangelo di Giovanni che presenta Gesù, Parola-Figlio, fin dall’inizio della sua esistenza in mezzo a noi proteso verso “la sua ora” momento culminante di glorificazione, con la piena manifestazione al mondo della sua divinità filiale nella morte in croce e nella risurrezione. 

È sempre nei testi proposti una forte tensione drammatica tra annuncio di morte e visione di salvezza, di vita nuova.

La domenica - 2,13-25: Gesù Figlio del Padre è il “nuovo Tempio” per il nostro incontro con Lui: “il luogo” di questa presenza nuova e definitiva è il suo corpo crocifisso e risorto.

II domenica - 3,14-21: guardando proprio quel corpo innalzato in croce, noi “attrattia Lui, siamo salvati: credendo nel Figlio crocifisso diventiamo figlie e figli in Lui! Oggi, sacramentalmente nella cena eucaristica, quel corpo siamo noi Chiesa, “corpo di Cristo”. 

III domenica - 12,20-33: la nostra esperienza di fede diventa così più coinvolgente nel seguire Gesù da discepoli e suoi fratelli, diventati lo stesso corpo che, “chicco caduto nella terra muore, porta molto frutto”.


Giovanni 2,13-25: “Il nuovo Tempio è il rapporto filiale”

L’esperienza di Figlio dichiarata e accolta nella trasfigurazione 

si manifesta in anticipo nel racconto evangelico di Giovanni 

che leggiamo nella terza domenica.

Si rivela già a Gerusalemme per la “prima” Pasqua, 

dove, proprio nel Tempio, Gesù non trova nessun riscontro 

con la sua esperienza e consapevolezza di Figlio del Padre finora maturata, 

confermata anche dall’incontro con i primi sei discepoli 

con il dono del “vino nuovo” a Cana.

Esplode così nella “rivolta” contro il “mercimonio”:

la casa del Padre diventata mercato non più luogo di incontro con Lui.

Una lacerazione interiore per Gesù che sfocia nel ribaltamento,

non solo delle mercanzie presenti,

ma del significato stesso del Tempio al suo corpo! 

Egli “verbo incarnato” è chiamato ad essere e a diventare

 “luogo” di incontro col Padre, suo “sacramento”.

Per questo Lui conosce dentro ogni essere umano 

di cui si fida solo in un rapporto personale,

come sarà subito dopo con Nicodemo

e poi con la Samaritana.

Il primo, membro autorevole del Sinedrio, 

curioso di sapere “come poter rinascere”, 

poter diventare di nuovo figlio!

La seconda invece, sconvolta dal sapere 

che non c’era più nessun santuario 

adatto a contenere quello che invece stava avvenendo in lei, 

nel “pozzo” senza fondo della sua esistenza 

e delle sue relazioni affettive.


III Domenica di Quaresima B

ABITATI corpo&cuore: amare con tutto noi stessi

Incontriamo Dio non più in un luogo, ma in un rapporto nuovo con Lui: 

siamo noi, corpo&cuore, il Tempio nello Spirito di Gesù risorto

e quindi lo troviamo in tutti.


1Corinzi 1,22-25: 

Cristo crocifisso, manifesta la potenza dell’amore di Dio 

nello scandalo del suo fallimento umano.

Esodo 20.1-17

La liberazione dall’Egitto culmina nel Patto del Sinai, 

di cui la Legge è il vincolo libero e personale:

il Signore che ci ha liberati è il nostro Dio.


Preghiera introduttiva alla Liturgia della Parola

Signore Gesù Cristo,

Tu solo sei Santo, 

aiutaci a vivere con gioia i tuoi comandamenti

radicati nel segno della tua morte e risurrezione,

affinché, liberati dal potere da ogni schiavitù, 

che ci chiude nel nostro egoismo, 

apriamo corpo e cuore,

al dono del tuo Spirito 

per diventare tempio vivo del tuo amore.

Tu che vivi col Padre e in mezzo a noi

nell’unità del tuo Spirito,

ora e per sempre. Amen!


3 commenti:

  1. Le reazioni del Gesù nei vangeli canonici di fronte ai mercanti del Tempio, sono state verosimilmente un'accentuazione polemica degli evangelisti stessi, controparte delle autorità giudaiche, a fronte di un episodio di cui verosimilmente, se è avvenuto, pochissimi si sono accorti. Il tema è la necessità di superare la logica di mercificazione religiosa e ragionare secondo la prospettiva che vede il rapporto con Dio fondato su altro, cioè sulla seria sincerità relazionale non del dare a Dio per avere vantaggi, ma del vivere l'amore con e per gli al tri anche come dimostrazione della propria relazione con Dio.

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  2. III DOMENICA DI QUARESIMA
    INTRODUZIONE ALLA CELEBRAZIONE
    Questa III Domenica del nostro cammino quaresimale
    ci richiama all’autentico rapporto con Dio,
    che non ha bisogno di mattoni, monete o "finzioni"
    ma di “uno zelante cambio di stagione”
    per fare pulizia dentro di noi,
    e non essere mercanti di opere buone,
    ma figli e figlie amati.
    Così potremo essere “segno” della Presenza stabile e feconda
    dell’amore del Padre verso l’umanità
    attraverso il dono d’amore del suo Figlio.

    INTRODUZIONE ALLE LETTURE
    Consegnando la sua Legge al popolo liberato dall’Egitto,
    il Signore interpella ciascuno ad un rapporto libero e responsabile
    basato sull’amore, come ascoltiamo da Esodo nella prima lettura.
    È una “Via di vita” anche per la convivenza quotidiana e comunitaria,
    che il Salmo 18 ci fa pregare per avere occhi che si illuminano
    e un cuore che gioisce nella certezza di un Padre che ci ama.
    Non si tratta di una saggezza soltanto umana,
    annuncia l'apostolo Paolo ai Corinzi:
    Dio salva il mondo con la Croce del suo Figlio,
    segno supremo di un amore disarmante.
    Ascolteremo nel vangelo di Giovanni che Gesù,
    con un gesto di ribellione,
    libera il Tempio da una religiosità basata sul commercio
    ed inaugura un rapporto nuovo da figli e figlie con il Padre,
    offrendo il suo corpo come il vero luogo in cui adorarlo.

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  3. Pasqua: una festa senza tempio ma in un corpo crocifisso-risorto

    Ora che “Il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua tenda in mezzo a noi” (Giovanni 1,14), è il corpo umano del Figlio, Gesù di Nazareth, ad assolvere il ruolo del Tempio, ed in Lui l’umanità di ogni persona (cf Marco 14,58).
    Ma ciò non può avvenire senza una “distruzione” del tempio materiale, “segno” del suo “corpo” che seme macerato nella terra non rimane più solo ma porta frutto; che innalzato in alto sulla croce attira tutti a sé (cf Gv 3,14-18; 12,20-25).
    Questo è “il segno” che ogni “cambiamento radicale” [conversione] chiesto da Dio a noi lo trova sempre, in prima persona, esposto a subirne gli effetti su di sé, nel Figlio suo e in funzione di noi, fino alla totale incomprensione.
    Ci ricorderemo come i discepoli, rendendocene conto, che alla luce della sua risurrezione e per la forza del suo Spirito, dalla sua morte è generata la Vita?!

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