sabato 3 febbraio 2024

Vicina è la Parola Domenica 4 Febbraio 2024 V dell’Anno B ContemplATTivi

Vicina è la Parola 
Domenica 4 Febbraio 2024
V dell’Anno B

Giobbe 7,1-4.6-7 / Salmo 146
1Corinti 9,16-19.22-23
                          Marco 1,29-39
ContemplATTivi
Ci lamentiamo spesso dei ritmi “frenetici” e delle giornate troppo “piene”, di non aver tempo per le persone e le cose importanti… per noi stessi.
Provo sempre una certa ammirazione per chi riesce ad ottimizzare il proprio tempo trovando spazio anche per la gratuità di gesti e momenti significativi.
Ma è questa separazione che vorrei superare, trovando proprio nello svolgersi degli eventi e delle attività quel gusto profondo ed essenziale, la linfa che vitalizza tutto da dentro, attraversando le radici nascosta in tutto il percorso ed alla fine visibile nel verdeggiare e nei colori della fioritura. È sempre lo stesso flusso che in realtà non esiste allo stato puro e che necessita di quella fisicità contorta per esprimere tutta la sua forza.
Quel groviglio di occupazioni quotidiane, a volte pesanti ed affannose, è così necessario a far fluire ed emergere ciò che solo l’essenziale dell’Amore trasmette: la Vita!
Contestualizzazione evangelica - Marco 1,29-39
Pur con il suo stile sobrio ed essenziale, l’evangelista Marco descrive attentamente l’operato di Gesù e soprattutto i gesti e le parole che lo caratterizzano e per i quali è riconosciuto e seguito.
Anzitutto ormai Egli non si muove più da solo ma “in compagnia” dei suoi discepoli (v. 29) il che fa presumere un rapporto stabile: “in casa di Simone” ci dice appunto il desiderio di una vita più intima. “La suocera di Simone era a letto con la febbre… ed Egli le si avvicinò” è una situazione domestica che il Nazareno non trascura, a cui dà un forte significato salvifico: “la fece alzare prendendola per mano” (v. 31). La liberazione dal male abilita la donna al servizio, che è lo scopo vero della libertà.
Subito l’evangelista accosta per contrasto quello che avviene, ormai finito il sabato, all’esterno della casa: radunano “tutti i malati… tutta la città… guarì molti” e ritorna la presenza degli “spiriti impuri o demòni”, forze occulte che tormentano nell’intimo le persone e per questo anche discriminate religiosamente (vv. 32-34). Il male in realtà è in ciascuno, ma in alcuni più riconoscibile e quindi apparentemente più facile da combattere: Gesù è venuto per liberare tutti iniziando da alcuni. Ancora, nei loro confronti il suo atteggiamento è di censura: lo conoscono ed allora impedisce loro di parlare (cf v. 25; 3,12) perché non è questa l’attestazione che egli vuole nei suoi confronti (cf 1,44; 9,9).
Un ulteriore elemento di contrasto è il ritirarsi di Gesù “in un luogo solitario e là pregava" (v. 35), Come della sua predicazione anche della preghiera non ci viene svelato nulla, quasi a voler intensificare la nostra curiosità. È un momento interrotto dai suoi compagni che cercandolo lo trovano: “Tutti ti cercano” a cui Egli risponde andando “altrove”, coerente con la sua missione (cf vv. 36-38) che viene ulteriormente sintetizzata: “E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni” (v. 39). Sembra che il narratore evidenzi il continuo muoversi di Gesù, quasi non voler farsi trattenere, è sfuggente. Per ora la narrazione di Marco evidenzia questi elementi: un’azione messianica senza confini, per strada e nelle case, una predicazione dove già la comunità si radunava di sabato per l’ascolto della Scrittura e la liberazione dal male in chi ne era afflitto e in chi non se ne riteneva succube.
Ambientazione liturgica
Tutti ti cercano!”. 
Siamo anche noi venuti qui spinti da questa ricerca, attratti da questa Parola? 
Giobbe l’avrebbe cercata, pienamente consapevole e angosciato del dramma dell’esistenza umana e per nulla rassegnato alla sua condizione miserevole, quasi disperata [I lettura].
Quale compimento speriamo di trovare alle nostre attese? 
Parole e gesti efficaci solo in forza della risurrezione che dell’amore si nutre, nella preghiera del Figlio e nella sua compassione verso tutti i mali che infestano l’essere umano e la storia [Evangelo].
Siamo qui proprio per fare eucaristia, per ringraziare di questo amore che cura e risana addirittura la natura oltre che l’umanità [Salmo 146].
È il dono dell’Evangelo che gratuitamente ancora ci viene annunciato: quello della condivisione di ogni debolezza umana ma soprattutto dell’amore che unisce e salva [1Corinti 9 – II lettura].


2 commenti:

  1. Dalla preghiera alla vita.
    Gesù esce dalla sinagoga (luogo dell’incontro e della preghiera) e subito si dirige verso una casa per fare visita a una donna malata:
    la preghiera con la comunità è abitata da un pensiero per chi sta male. La preghiera autentica conduce sempre a crea la fraternità che si prodiga praticamente per il bene di ogni singolo.

    Una casa che ospita un malato non si presta all’ospitalità...
    Gesù apre la porta di quella casa per tendere la sua mano verso quella donna, per sollevarla, per recare sollievo, per essere vicino, non tanto per compiere il miracolo, ma per amare e accogliere chi non è in grado di poter fare gli onori di casa.

    Dalla vita al servizio.
    Quella donna, guarita dal suo male... inizia a servire gli ospiti, completando così il cerchio della diaconia:
    dalla comunità al singolo, dal singolo alla comunità.
    Questo movimento di misericordia e di servizio
    dà solidità alla vita di fraternità e colloca ogni membro nell’unico ambito che crea l’uomo: l’amore.

    Venuta la sera...
    Da casa a sinagoga. Senza necessità di tornare in sinagoga, la casa di Pietro diviene luogo dell’incontro e della preghiera, proprio grazie alla guarigione e al servizio di quella donna. Il testo dice che tutta la città era assiepata davanti alla porta di casa, e mi viene in mente un’affermazione fatta da Gesù stesso: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.”
    (Gv 10,9). Gesù accoglie, proprio come una porta, chiunque abbia bisogno di un po’ di calore e di comprensione.

    In sinagoga Gesù aveva cacciato i demoni,
    in casa Gesù guarisce i malati e alla porta di casa lungo la notte...

    Dalla vita alla preghiera. Gesù che prega in solitudine non ha bisogno di spiegazioni.
    Al termine di questa pagina di vangelo, questo atteggiamento del Signore dice come sia impossibile il dinamismo che abbiamo visto senza preghiera.
    Se Gesù si ritaglia questi momenti, allora questi momenti sono davvero fondamentali e irrinunciabili, e non solo per Lui: per chi cammini? Per chi lotti? Per chi ti alzi la mattina? Dove sei diretto? Solo la preghiera ridona equilibrio e verità alla tua vita, solo la preghiera è il luogo del miracolo quotidiano.

    «Tutti ti cercano!». Andiamocene.
    Gesù è pronto a riprendere il cammino, a ricominciare una giornata di insegnamento, di predicazione, di guarigione e liberazione.
    Prosegue accogliendo tutti, ognuno nella sua necessità,
    e per ciascuno diventa Colui che solleva, Colui che è vicino.

    La comunità, la casa, la porta sono le tre parti di ogni giornata.
    Non c’è una parte più importante delle altre,
    ma l’equilibrio di tutte e tre è dato dal servizio unito alla preghiera,
    in casa e fuori casa.

    [https://www.lucarubin.it/il-luogo-del-miracolo/]

    RispondiElimina
  2. È raccontato con pochissime parole, usarne di meno non sarebbe stato possibile, ma il miracolo di Gesù che guarisce la suocera di Pietro è forse quello che amo di più: Marco 1,29-31.

    Mi piace perché
    - “Gli parlarono di lei”. Non gli chiedono un miracolo, gli fanno sapere che c’è una persona che sta soffrendo. Parlare a Gesù di chi sta male, presentargli il problema e poi lasciare che sia lui ad agire. Credo che sia proprio questa la parte che spetta a noi.
    - La guarisce senza dire una parola, senza nessuna esibizione di potenza, con un semplice gesto d’affetto: si avvicina e la prende per mano, tutto qui. Credo che il vangelo ci voglia dire che la vicinanza e l’affetto sono un potere straordinario di cui tutti disponiamo.
    La donna aveva la febbre, non sembra gravemente ammalata. Gesù ci vuole guarire anche da quei mali minori, che non ci impediscono di vivere, ma neanche ci permettono di dare il meglio di noi stessi. Non solo la febbre o il mal di testa, ma le indisposizioni interiori, il malumore, la tristezza, l’ansia, lo star male per come qualcuno ci ha trattato o ci ha ignorato.
    - Appena sa di lei Gesù va e la guarisce. Che cosa vuole Gesù da noi? Semplicemente questo: che stiamo bene, che ci risolleviamo e torniamo a vivere con serenità e gioia. Non ci chiede nulla in cambio. Non pretende nulla da noi, ma si prende cura di noi. Il Vangelo nasce tutto da qui.
    - “la febbre la lasciò ed ella li serviva“. Questo è il test della guarigione: mettersi a servire. Quand’è che un cristiano è guarito nell’anima? Quando inizia a mettersi a servizio degli altri.
    Gli apostoli ci metteranno molto a capirlo, questa donna è avanti a tutti.
    https://accorgersi.wordpress.com/


    RispondiElimina

Vicina è la PAROLA 5 maggio 2024: VI Domenica di Pasqua L’amore rimane: tu rimani?

Vicina è la PAROLA 5 maggio 2024: VI Domenica di Pasqua Atti 10,25…48 / Salmo 97 1Giovanni 4,7-10 Giovanni 15,9-17 L’amore rimane: tu riman...