domenica 5 novembre 2023

Vicina è la PAROLA 5 Novembre 2023 XXXI Domenica dell’anno/A Scegliere il non potere

Vicina è la PAROLA

5 Novembre 2023
XXXI Domenica dell’anno/A
Malachia 1,14b-2,2b.8-10/ Salmo 130
1Tessalonicesi 2,7…13
                  Matteo 23,1-12
Scegliere il non potere
Il potere logora chi non l’ha” è una famosa espressione di uno statista italiano, correlata a tante altre dichiarazioni popolari.
Non si tratta di rinunciare al potere, ma di non utilizzarlo in una forma dichiarata o subdola di dominio sugli altri a scapito della loro dignità e libertà.
Esiste un potere esercitato come servizio?
Nelle dichiarazioni di presa di potere spesso viene proclamato di “servire” la nazione, il popolo, la costituzione…  ma non nel senso vero di chi dal basso cerca di far emergere il valore degli altri, di creare il consenso con il dialogo, di cercare ciò che avvicina non ciò che allontana, di essere disposti a perdere per un bene maggiore…
Servire non è servilismo, è una scelta per far si che gli altri, chiunque possa sentirsi sostenuto nel suo percorso di vita in sintonia con il bene di tutti. 
Abbassarsi per far salire.
Se potessi…”. Ciascuno di noi ne ha la possibilità se si assume quel minimo di responsabilità che lo riscatta dal subire, per pro-porsi in favore di qualcuno non come chi detiene un potere, ma di chi prova ad amare “come se stesso”.
Contestualizzazione evangelica di Matteo 23,1-12
Le prime comunità cristiane, composte da provenienti dal giudaismo, consideravano ormai gli esperti della Torah e i farisei come usurpatori della sua genuina interpretazione risalente a Mosè (v. 1), in quanto si arrogavano non solo un diritto improprio del suo insegnamento ma addirittura una sostituzione. Sono propri i loro stessi comportamenti a smascherarli: ipocrisia, autoreferenzialità e arrivismo, vanità, ostentazione e altezzosità (vv. 2-7).
Dopo l’anno 70 d. C. il loro potere si impose sempre di più, col Tempio ormai distrutto presero possesso delle sinagoghe e della loro funzione.
La prima invettiva, pronunciata da Gesù e riportata da Matteo, è recepita dai credenti oltre una messa in guardia dal comportamento farisaico anche come una verifica dei rapporti tra loro, affinché non venga meno la fraternità che rende tutti di pari dignità, fratelli e sorelle in Cristo solo Maestro poiché figli e figlie dell’unico Padre (vv. 8-10).
Si conferma così, all’interno delle comunità, anche il primato del servizio reciproco che fonda un’autorità non di potere ma di amore e che parte dal basso (vv. 11-12) coerente -non ipocrita- con “il discorso dal monte” (capp. 5-7)
Ambientazione liturgica
“L’Eucaristia che tutti ci accumuna ad una stessa mensa come destinatari della misericordia del Signore, mettendo a confronto i diversi membri del suo corpo, opera – attraverso il perdono ed il suo amore gratuito – una verifica dei rapporti fraterni, costitutivi della comunità stessa” (CMdV).
Non basta però denunciare e condannare chi detiene il potere abusandone, occorre vivere per primi con la consapevolezza di un unico Padre per tutti legati a Lui e tra noi da un’alleanza nuova ed ormai eterna [Malachia 1 – l lettura].
Questa è la prospettiva che ci dà anche un’equilibrata considerazione di noi stessi [Salmo 130] e soprattutto ci rende capaci di tenerezza verso gli altri, nel desiderio di non risparmiarci nel voler donare la nostra vita. Così il Signore, che lo fa per primo con noi, può agire liberamente [1Tessalonicesi 2 – II lettura].
Facciamo infatti l’esperienza del “servo in mezzo noi”, il Signore, che ci nutre di sé con il dono della sua vita, affinché testimoniamo che è possibile vivere come Lui, oltre ogni strapotere umano [Evangelo].
Preghiamo con la Liturgica
O Padre, 
creatore di tutto e di tutti,
donaci lo Spirito del tuo Figlio Gesù,
venuto tra noi come colui che serve,
affinché riconosciamo in ogni essere umano
la dignità di cui lo hai rivestito
e lo serviamo senza ipocrisia
in semplicità e amore.
Amen.


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