venerdì 6 ottobre 2023

Vicina è la PAROLA 8 Ottobre 2023 XXVII Domenica dell’anno/A Prendersi cura

Vicina è la PAROLA

8 Ottobre 2023
XXVII Domenica dell’anno/A
Isaia 5,1-7 / Salmo 80
Filippesi 4,6-9
      Matteo 21,33-43
Prendersi cura
Non si tratta di un presidio sanitario, ma di un atteggiamento semplicemente umano: la disponibilità disinteressata verso gli altri. 
Siamo più facilmente portati a slanci di generosità, a coinvolgerci emotivamente in una situazione difficile. La cura richiede dedizione e tempo; posporre noi stessi e la pazienza di non vedere subito i risultati. 
Lo sanno i genitori o chi vuol esserlo nei confronti dei propri figli, pur non esenti da fallimenti ed insuccessi. La fiducia, infatti, è da porre non in se stessi ma nelle capacità altrui, la cura le attiva come i raggi del sole verso le pianticelle che hanno bisogno di crescere.
Ogni responsabilità dovrebbe sapere che prendersi cura di qualcuno fa bene anzitutto a se stessi; anche se impegnativa “allunga la vita”.
Contestualizzazione evangelica di Matteo 21,33-43
La seconda parabola, collocata tra quella dei due figli (21,28-32) e del festino nuziale (22,1-14), punta ancora di più l’attenzione sul rifiuto dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo, Gesù ne smaschera gli atteggiamenti che li porteranno all’esclusione dal regno: non meritano più la fiducia originaria di Dio per il fatto che essi mettono a morte il Figlio, suo inviato (Ebrei 13,12).
L’immagine ricorrente è la vigna che qui attualizza Isaia 5 ed il Salmo 80 e che Matteo utilizza per indicare il popolo d’Israele affidato alle cure delle autorità religiose e politiche. Le abbiamo potute già individuare nei primi di 20,10; nel primo di 21,28; nei perfidi ingrati di questa parabola (cf v. 45 incomprensibilmente escluso dalla proclamazione liturgica!). 
Ci sorprende che la vigna indichi sia il popolo sia il regno di Dio e che determinante non è tanto il compimento del loro dovere ma l’uccisione del figlio, autoescludendosi così dal rapporto con il Padre che proprio a loro l’aveva affidata con fiducia e dal suo amore che aveva riversato in essa. Nella parabola evangelica non è la vigna a non dare uva, ma chi la doveva accudire che ne tiene per sé i frutti!
L’epilogo della parabola è di sapore escatologico ed ha come riferimento la distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani (70 d. C). Entra quindi l’immagine della pietra di scarto scelta per essere d’angolo nella nuova costruzione (Salmo 118). Si allude forse al Cristo ed alla chiesa (1Pietro 2,4-8), a Pietro ed alla comunità messianica, come ad ogni altra forma di autorità in essa che ha complito di salvaguardarne la fecondità (cf v. 43).


Ambientazione liturgica

Nella Liturgia noi scopriamo di essere vigna amata e che il Signore non sa più cosa escogitare per dimostrarcelo [Isaia 5 – I lettura / Salmo 80], nonostante tutti i maltrattamenti a cui siamo sottoposti ed a cui sottomettiamo gli altri non corrispondendo a questo amore e rifiutando il Figlio.

Accogliere il Figlio e gli altri come fratelli e sorelle, condividendo i beni è il primo passo. Infatti Gesù ci viene incontro come l’Inviato, non per farci rendere di conto, ma per farci diventare consapevoli della stessa chiamata rivolta a noi, un’unica vigna: Lui la vite e noi i tralci.

A noi è stata affidata la creazione: il modo migliore per custodirla e di difenderla è di promuoverne il rispetto, la pace, la giustizia [Filippesi 4 – II lettura]. 

Paradossalmente è l’uccisione del Figlio, il suo sangue sparso su questa terra a consentirci di morire e risorgere con Lui, tutt’uno con noi. In questo modo non siamo abbandonati al nostro tragico destino vinti da ogni potere di oppressione, perché Lui è vivo e anche noi vivremo, e così questa vigna continua a portare molto frutto [Giovanni 15].

È proprio la comunione eucaristica a fecondarci ed a renderci costantemente vitali di quell’amore che ci viene incessantemente donato, capaci di accoglierlo e di ricambiarlo senza porre nuovi recinti, abbracciando il mondo intero.


Preghiamo con la Liturgica

Padre, Padre giusto e misericordioso,
che non abbandoni mai la tua Chiesa,
vigna che hai scelto e piantato,
custodisci e proteggi ogni suo tralcio,
affinché́, innestato in Cristo, vite vera,
porti frutti buoni nel tempo e nell’eternità.

Amen.



1 commento:

  1. Padre donaci saggezza per compredere la Tua volontà per prendeci cura in modo giusto della tua vigna .Nel nome di Gesù nostro Signore

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