sabato 2 settembre 2023

Vicina è la PAROLA 3 Settembre 2023 XXII Domenica dell’anno/A Vivere la VITA

Vicina è la PAROLA

3 Settembre 2023
XXII Domenica dell’anno/A
Geremia 20,7-9 / Salmo 62
Romani 12,1-2
  Matteo 16,21-27
Vivere la VITA
Tutti vogliamo “entrare” pienamente nella vita e viverla fino in fondo, anche se non tutti con gli stessi benefit di partenza e senza esclusione di colpi; ma ci sono situazioni ed esperienze che vorremmo scansare volentieri perché in realtà ce lo impediscono. Rimuoverle almeno mentalmente equivale a mistificarle, come ricercare qualche analgesico anestetizzante.
Non fare della propria realizzazione personale un’ossessione può avere il sapore dell’affascinante saggezza orientale, ma a favore di chi? 
Maturare la capacità di prendere su di sé, senza scaricare su altri colpe o responsabilità personali, ma semplicemente riconoscendo che questo è mio!, una buona psicoterapia.
Non andare avanti da soli superando ogni protagonismo e autosufficienza, avendo solo se stessi come riferimento, un saggio consiglio…
Oggi le proposte di vita, esplicite o meno, non mancano e anche l’evangelo di Gesù può essere accolto e proposto come una “ricetta light” per vivere al meglio il proprio benessere. Tuttavia è proprio la sua dichiarata volontà di “esporre” la sua vita senza alcuna garanzia e soltanto con la fiducia di “ritrovarla”, stupisce noi oggi come i suoi discepoli allora fino allo “scandalo”, fino alla tentazione di farci un altro vangelo meno urtante e più tranquillizzante, decisamente più “seducente”.
Anche in questo noi vogliamo sicurezze, mentre nel modo di vivere e morire di Gesù noi vediamo solo un “perdere” e noi non vogliamo essere dei perdenti... per questo ci è tanto difficile amare!
Contestualizzazione evangelica di Matteo 16,21-27
Il brano proclamato nella Liturgia di questa domenica non è solo la prosecuzione dell’episodio precedente, ma è l’altra faccia sia del “pronunciamento dogmatico” di Simon Pietro nei confronti di Gesù Nazareno, “Figlio dell’Uomo” (v. 13) / “Figlio del Dio vivente” (v. 16 ), dove viene in evidenza cosa significhi evangelicamente essere il Figlio nella sua totale spogliazione, esposizione alla sofferenza e alla morte, per ricevere la Vita come Risurrezione (v. 21); nello stesso tempo essere “discepoloseguendo Gesù e non opponendosi a Lui [satana] ed al suo scandaloso destino messianico (vv. 22-26), come fece il profeta Giona citato precedentemente (cf vv. 4 e 17).
Qui “Pietro”, senza il “Simon”, da fondato sulla “roccia” si palesa, difronte all’annuncio della passione e morte del Maestro, “sasso di inciampo” [scandolo] (v. 23b) ed allora il Maestro lo richiama a prendere il suo posto di “discepolo” [dietro a me] che pensa evangelicamente come aveva dimostrato poco prima (v. 23; cf v. 17).
Emerge una nuova logica esistenziale proposta a tutti i discepoli ed ai futuri credenti (cf v. 26): non preoccuparsi eccessivamente di sè [rinneghi se stesso], assumersi le proprie responsabilità senza dare ad altri la colpa di quanto ci succede di spiacevole [prenda la propria croce] e soprattutto non smettere di seguire il Maestro che per primo non cercherà di mettere in salvo se stesso arrivando al punto di perdere la propria vita per amore degli altri, che in realtà è l’unico modo per salvarla (vv. 24-25; cf v. 21).
Ambientazione liturgica
1 A motivo della tenerezza misericordiosa di Dio, vi incoraggio esortandovi ad offrire tutto di voi stessi in un sacrificio vivente, santo e gradito a Lui; sia coerente alla sua logica il vostro culto: 2 non conformatevi alla mentalità del vostro tempo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di ragionare, diventando così capaci di scoprire che Dio vuole per noi solo ciò che è buono, gradevole e che ci perfezionerà”.
Il brano della lettera di Paolo ai Romani [II lettura] andrebbe forse letto all’inizio della celebrazione eucaristica di questa domenica, come “ambientale”, in quanto Paolo ci esorta ad “offrire tutta la nostra persona”, il nostro tempo e le nostre capacità per gli altri, in “risposta” all’amore di Dio e lo vede addirittura come un vero e proprio “culto coerente” con ciò che sta al centro della nostra esperienza di fede: “la tenerezza misericordiosa di Dio” manifestata nel suo Figlio che ha offerto se stesso per noi e per tutti. Un “culto laico” che coinvolge anche quello “liturgico”, altrimenti il primo rischia di essere “vuoto” e il secondo “ipocrita”. Questa “offerta/sacrificio” richiede non tanto un atteggiamento “religioso”, ma una “conversione profonda”: lasciarsi trasformare dall’esperienza dell’amore di Dio, per essere capaci a nostra volta di scoprire tutto il buono/bello che Lui vuole operare in noi e in tutti, il perfezionamento della nostra umanità. Un processo richiede una trasformazione del modo di pensare e di vivere che va contro corrente rispetto alla mentalità oggi diffusa dove ognuno invece pensa a se stesso.
Questa è anche la nuova logica evangelica proposta da Gesù ai suoi discepoli e a noi credenti in Lui, che ci chiede di essere “coerenti” proprio con il suo modo di viverla [Matteo 16 – Evangelo]
È una coerenza che non ci esime dalla lotta interiore ed esteriore, che può essere sostenuta soltanto da una passione che scaturisce da un amore “seducente” [Geremia 20 – I lettura / Salmo 62].
Iniziamo e concludiamo la nostra celebrazione con “il segno della croce”, sotto cui sta tutta la nostra esistenza, ma tale se è senza vittimismi colpevolizzanti. La croce di Cristo è il mezzo, inviso alla mentalità mondana, attraverso il quale ha dimostra come un essere umano possa vivere pienamente da Figlio senza per altro mai rinunciare alle proprie responsabilità, anzi rispondendo di sé proprio al Padre.
Preghiamo con la Liturgia
O Padre,
che guardi con amore ai tuoi figli,
ispiraci pensieri secondo il tuo cuore,
perché non ci conformiamo
alla mentalità di questo mondo,
ma, seguendo le orme di Cristo,
scegliamo sempre le vie che accrescono la Vita.
in Gesù̀ Cristo, tuo Figlio
e nostro Signore.
Amen.


Nessun commento:

Posta un commento

Vicina è la PAROLA 19 maggio 2024 Pentecoste dello Spirito La Verità della nostra esistenza umana: l’Amore. Lo Spirito testimonia e fa testimoni nel mondo.

Vicina è la PAROLA 19 maggio 2024  Pentecoste dello Spirito Atti 2,1-11 / Salmo 103 Galati 5,16-25 Giovanni 15,26-27;16,12-15 La Verità del...