sabato 1 luglio 2023

Vicina è la PAROLA 2 Luglio 2023 XIII Domenica dell’anno/A L’AMORE genera

Vicina è la PAROLA


Generare leadership diffusa a partire dal Team HR - People Management Lab


2 Luglio 2023

XIII Domenica dell’anno/A

2Re 4,8…16 / Salmo 88

Romani 6,3-4.8-11

Matteo 10,37-42


L’AMORE genera

La generazione presume in sé un processo vitale in cui il “travaglio” non sta solo nell’esito finale, ma accompagna ogni passaggio prima, durante e dopo. Esso si interrompe proprio quando “il rischio” non è affrontato con sufficiente consapevolezza e resilienza.

Una parte muore… ed un’altra continua vivere, anzi si sviluppa in modo incredibile; da una parte viene meno un legame e dall’altra ne fioriscono di nuovi; in un momento tutto sembra finito ed in un istante subito dopo ricomincia.

Generare implica anche una “separazione”, ed in quella “scissione” passa la vita, fin dalle prime cellule embrionali… e poi via via.

Tutto questo scaturisce dall’amore, perché la sua natura è generare, non mai sterile anche se la sua fecondità è imprevedibile e non determinabile.

Anche educare è generare, anzi essere adulti implica proprio la capacità di generare, in un modo od in un altro la stessa parola è generativa, ma soprattutto lo è l’esperienza se condivisa.

È fondamentale che l’esistenza di ciascuno valga per quanto generi negli altri il desiderio ed il valore di vivere. 

Questo ha fatto il Nazareno con i suoi discepoli ed è quello che noi abbiamo la possibilità di fare: in ogni scelta quando anteporremo l’amore a noi stessi.


Contestualizzazione evangelica di Matteo 10,37-42

“Dopo la sezione sul coraggio e la fiducia che devono caratterizzare il modo con cui il discepolo tesse relazioni e testimonia l’evangelo (vv. 26-33) il secondo grande discorso, che il Maestro rivolge ai suoi discepoli/apostoli, si conclude precisando le conseguenze della sua venuta/missione (vv. 34-39) e indicando l’accoglienza dovuta a loro” (E. Borghi).

Ogni supposizione di continuità con la Torah e di un suo compimento suscita “divisioni”: è Gesù stesso, il suo modo di porsi come Rabbi e come predicatore del regno di Dio veniente (cf 4,17), a creare spaccature in modo da indurre a prendere una posizione netta: amare Lui più di tutto!

Per la prima volta in Matteo compare “la croce”, come culmine di una scelta radicale motivata però dal seguire Gesù che per primo la “prende/solleva” (v. 38). 

Insieme all’opposizione, la missione dei discepoli trova anche accoglienza da parte dei “piccoli” che non hanno alcuna rilevanza sociale -come i giusti ed i profeti- ma che sono pro/premessa del regno (vv. 40-42).



Ambientazione liturgica

Accogliamo il Signore attraverso coloro che Egli ci manda anche se per noi sono scomodi, soprattutto quando ci mettono in crisi, e se i loro limiti e difetti mettono in difficoltà sia loro che noi.

Comunque l’accoglienza è “generativa”, in particolare in ogni situazione “critica” se è vissuta con discernimento e amore [2Re - I lettura]. L’amore è generativo, soprattutto quando affronta rischi e pericoli, e nonostante la banalità di “piccoli gesti quotidiani” che dimostrano però la radicalità dell’avete fatto a me! Il cuore e le braccia aperte accolgono la vita di chiunque e quindi del Signore, e la generano in tutti [Evangelo di Matteo 10].

Certo, questo ci chiede di lasciare le nostre sicurezze e chiusure. La fecondità, infatti, è data dall’humus vitale nel quale siamo immersi con il Battesimo: la morte e risurrezione del Signore, nella quale Egli ha “perso” la sua vita per ritrovarla “nuova” e che sono anche per noi la gestazione e la realizzazione di inaudite esperienze di vita [Romani 6 – II lettura].

Nell’ascolto della Parola noi siamo generati nuovamente figlie e figli; nella condivisione della mensa eucaristica siamo rigenerati a vita nuova: la Liturgia è un evento vitale non una “sacra rappresentazione”. La nostra fragile esistenza umana è assunta nell’inarrestabile vita che sgorga dal grembo trinitario ed è innestata 


Preghiamo

Padre,

infondi in noi la sapienza e la forza del tuo Spirito,

affinché immersi nella morte del tuo Figlio

risorgiamo con Lui 

nel dono della nostra vita,

speranza di un mondo rinnovato.

Amen.


1 commento:

  1. Signore fa che riconosciamo la Tua Parola tra tutte le parole che ascoltiamo

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