venerdì 2 settembre 2022

VICINA È LA PAROLA 4 SETTEMBRE 2022 – DOMENICA XXIII C LIBERI da… di… per… con

VICINA È LA PAROLA 


4 SETTEMBRE 2022 – DOMENICA XXIII C 
Sapienza 9,13-18 / Salmo 89 
Filemone 9…17 
Luca 14,25-33 
LIBERI da… di… per… con 
È la nostra massima aspirazione essere liberi da…ogni vincolo e limitazione; fin  dall’adolescenza la coltiviamo: liberi da tutto e da tutti. Piano piano nemmeno ci rendiamo conto  quanto sia ardua questa impresa, a volte irrealizzabile. Comunque per amore di… vi rinunziamo per  costruire un legame che all’inizio nemmeno ci pare tale. 
E poi constatiamo anche che non è così difficile diventare “schiavi” di qualcosa e di qualcuno. Per questo ci rendiamo conto che essere “liberi di…” ci offre molte più opportunità e meno  limiti, soprattutto interiori. Anche se raggiungerla richiede un lavoro personale a volte faticoso, ma  i risultati ripagano enormemente. 
Un ideale alto, una causa sociale o politica riescono a polarizzare le nostre energie e donarci  la capacità di essere “liberi per…” gli altri fino al punto paradossale di non ritorno del “non essere  liberi affinché altri lo siano” (Dai sotterranei della storia, C. A. L. CHRISTO). 
Al liceo girava l’aforisma: “La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”. A me non  convinceva tanto finché ne coniai uno mio: “La mia libertà comincia dove inizia quella degli altri e questo mi ha dato il senso dell’essere “liberi con…” e non da soli! 
Contestualizzazione evangelica di Luca 14,25-33 
Ancora una parabola per rafforzare e chiarire l’insegnamento dei vv. 7-13, introdotta da una  “Beatitudine” che richiama l’affermazione di Gesù nella cena pasquale sul suo destino futuro (cf  22,16-18). “Il grande banchetto” è riportata anche da Matteo (cf 22,2-10) con un valore  escatologico; purtroppo quella di Luca non viene proclamata nella liturgia domenicale ma feriale  (XXXI martedì). 
Con il v. 25 ci si richiama il cammino verso Gerusalemme ed alla folla numerosa che segue il  Nazareno. Il suo gesto di “voltarsi” è significativo rispetto all’annotazione del “suo viso determinato  a proseguire” (cf 8,1.4; 9,51) e le parole che seguono ricordano 9,57-62 mettendo in evidenza le  esigenze dell’andare con Lui e di seguirlo stavolta però rivolte a tutti (cf vv. 26-33). 
Il regno di Dio” è già presente e richiede una decisione radicale nei confronti di Gesù che lo  attualizza: le sue stesse scelte nel dargli la priorità su tutti e su tutto, il portare responsabilmente le  sfide dell’esistenza fino alla “croce” come ha fatto Lui. 
Le parabole che seguono fanno pensare a reali situazioni di credenti e di comunità  “inconcludenti”, partiti con grandi progetti… basati troppo sulle proprie forze e capacità. 
L’ammonimento alla “rinuncia” non è tanto in senso ascetico ma di realismo fiducioso  nell’efficacia di ogni impresa mai esente dal fallimento, affrontabile come il Maestro affronta la sua. “Entrare nel Regno esige una cosa sola, l’unica necessaria: lasciare tutto. Lasciare ogni presa  di possesso sugli altri, ogni pretesa di conoscere, costruire, vincere da soli, lasciare ogni  
interesse. Seguire Gesù, di nuovo, vuol dire accettare il suo cammino: l’amore”. (COMUNITÀ DI VIBOLDONE
La comunità di Luca, più ancora che di Marco e Luca, vuole mettere in guardia sulle facili  adesioni al “cristianesimo” e ad uno stile di vita accomodante nei confronti delle proprie relazioni anche familiari, delle proprie attività economiche e sociali. Nello stesso tempo sa cogliere anche da  queste situazioni motivi per rinnovare le proprie scelte evangeliche davanti alle sfide sempre nuove ed evitare l’insignificanza di un’esistenza sprecata. “Essere seguaci di Gesù è ventura ardua come la  costruzione di una torre… come ingaggiare una guerra senza quartiere… ma il discepolo non è  chiamato a costruire niente da sé”. L’invito rinnovato all’ascolto ci permette di fermarci, di riflettere,  di ritrovare nuove motivazioni (cf vv. 34-35). 
Ambientazione liturgica 
+ “Beati gli invitati alla Cena dell’Agnello”. 
Una beatitudine rivolta a noi prima di ricevere il Pane eucaristico, consapevoli o meno della  gratuità dell’invito e del dono di poter essere qui “spinti” o attratti dall’amore del Padre per la festa  di nozze di suo Figlio imbandita per tutta l’umanità [Luca 14,15-24]. 
Scelti tra una folla numerosa siamo messi difronte a scelte radicali e responsabili che non  hanno niente di ascetico ma che sigillano la nostra appartenenza al Signore come primo amore e  danno senso vero al nostro seguirlo (cf vv. 25-35). 
- È l’intimità stabilita dalla vicinanza della sua Parola che ci permette anzitutto di accogliere  la “volontà divina” e di attuarla, non come inesorabile decreto ma come dono illuminante per il  nostro umano cammino storico, criterio di discernimento di ogni avvenimento e comportamento [Sapienza 9 – I lettura]. 
- Egli ci viene incontro per “nutrirci” di sé -Parola e Pane- e farci gustare la gioia della sua  presenza che allontana il nostro pessimismo esistenziale. A Lui la nostra lode per la sua misericordia che rende possibile la stabilità delle nostre attività ed abbandonare così ogni nostra involuzione  [Salmo 90]. 
- Accettare che il servo, Onesimo, sia un fratello carissimo non è forse stato per Filemone,  discepolo e amico di Paolo, un capovolgimento ed un esproprio impensabile ma necessario nella  sua sequela affinché diventasse una libera scelta d’amore alla luce della croce dell’unico Maestro?! E per Paolo stesso, “vecchio e prigioniero”, è stata l’esperienza paradossale che la privazione della  propria libertà personale non gli ha impedito di generare alla libertà uno già schiavo, impresa  improbabile sia con la sua eloquente predicazione che l’instancabile missione [Filemone - II lettura]. 
Quale impresa più ardua, soprattutto in questo momento storico così enigmatico, della  fiducia reciproca e della fraternità?! 
Preghiamo con la Liturgia 
Dio nostro Padre,  
che ti fai conoscere 
da coloro che ti cercano con cuore sincero, 
donaci la sapienza del tuo Spirito, 
perché possiamo diventare veri discepoli 
di Cristo tuo Figlio, 
vivendo ogni giorno il Vangelo della Croce. 
Amen.

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