sabato 19 marzo 2022

“LE PAROLE…LA PAROLA” 20 MARZO 2022 - III QUARESIMA / C CONVERSIONE alla REALTA’

LE PAROLE…LA PAROLA” 
20 MARZO 2022 - III QUARESIMA / C 
Esodo 3,1…15 
Salmo 102 
1Corinzi 10,1…12 
Luca 13,1-9 
CONVERSIONE alla REALTA’ 
[Dal Messaggio dei Vescovi italiani per la Quaresima 2022] 
Quaranta giorni non sono tanto l’occasione per rilevare i problemi quanto piuttosto per  vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Sono giorni in cui possiamo convertirci ad un  modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo (cf Colossesi 3,1). 
Una conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese  che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità. Conversione alla realtà 
Il Dio cristiano è il Dio della storia: Di certo la presenza del Figlio di Dio tra noi è stata la  prova definitiva di quanto la storia degli umani sia importante per il Padre. 
Non cediamo alla tentazione di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale  della finestra. 
La fede non è una bacchetta magica. 
Quando le soluzioni ai problemi richiedono percorsi lunghi, serve pazienza, la pazienza cristiana, che rifugge da scorciatoie semplicistiche e consente di restare saldi nell’impegno per il  bene di tutti e non per un vantaggio egoistico o di parte. 
Come comunità cristiana, oltre che come singoli credenti, dobbiamo riappropriarci del  tempo presente con pazienza e restando aderenti alla realtà. Sentiamo quindi urgente il compito  ecclesiale di educare alla verità, contribuendo a colmare il divario tra realtà e falsa percezione della  realtà. 
Conversione alla spiritualità 
I discepoli di Gesù hanno continuato a vivere la loro vita in quel contesto storico, con tutte  le sue contraddizioni e i suoi limiti: ma la sua compagnia ha modificato il modo di essere nel mondo.  Il Maestro di Nazareth ha insegnato loro a essere protagonisti di quel tempo attraverso la fede nel  Padre misericordioso, la carità verso gli ultimi e la speranza in un rinnovamento interiore delle  persone. 
Dopo la sua morte, dall’assenza fisica di Gesù è fiorita la vita eterna del Risorto e la presenza  dello Spirito nella Chiesa (cfr. Giovanni 14,16-18; Atti 2,1-13). Lo Spirito domanda al credente di  considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, e non come la vede il mondo: per il discepolo  una sconfitta può essere una vittoria, una perdita una conquista. 
Cominciare a vivere la Pasqua significa considerare la storia nell’ottica dell’amore… portare  la croce propria e altrui. Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge  a cambiarlo in meglio. Per restare fedeli alla realtà e diventare al contempo costruttori di un futuro  migliore, si richiede una interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale,  della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre. 
Forse non siamo abbastanza liberi di cuore da riconoscere queste opportunità di amore, perché frenati dalla paura o condizionati da aspettative irrealistiche. Mentre lo Spirito, invece,  continua a lavorare come sempre.
Una Chiesa sinodale è una comunità in ascolto 

Luca 13,1-9 / La storia 
L’evangelista riporta “la lettura sapienziale” di due fatti di vita quotidiana e una parabola  sulla cura per un fico: “cambiare la nostra mentalità” riguardo all’esistenza umana e ai suoi  imprevisti, talvolta anche tragici; riguarda il nostro modo “pensare la presenza di Dio nella storia e nella nostra vita. 
Altrimenti non abbiamo scampo per la nostra esistenza se non quella di intravvederne la  fine: “guardare attraverso per vedere oltre” i fatti, la realtà… questa è la conversione! Le tragedie non colpiscono alcuni perché peccatori o colpevoli più di altri: ognuno ha certo  le sue responsabilità personali e collettive, civili e penali. 
Gesù invita i suoi discepoli a “leggere attraverso” gli avvenienti, a sentirsene coinvolti, pro vocati. Nemmeno Dio ne è estraneo, Egli in Gesù crocifisso e risorto, si sente coinvolto in prima  persona e in un modo diverso da come noi pretenderemmo… senza giudicare! Non è indifferente,  anche se sembra assente, interviene sempre in un modo sicuro e inedito come è stato nella storia  di Israele (vedi Esodo) e per ogni pretesa religiosa: è solo amore paziente. 
Con la parabola del fico improduttivo vuole mettere in risalto la capacità di attesa di un padre  che attende e soffre con noi, per noi figli suoi [pazienza], attraverso il Figlio suo travolto dalla  “tragedia umana” del rifiuto e della sua stessa condanna a morte. 
Dio è certamente paziente, ma noi non ne possiamo programmare o fissare scadenze, ma  coinvolgerci nella sua fatica di fecondare la storia con il suo amore infinito, che raddoppia la  responsabilità pur di vincere la sterilità. 
Ciò permette di “generare vita” dove noi invece notiamo solo contraddizioni sterili. 
Contestualizzazione liturgica 
Con la terza domenica entriamo nella parte “catechetica” del cammino quaresimale e che  costituisce anche l’originalità di ogni ciclo liturgico: ci invita alla conversione per vivere la Pasqua del  Signore. Dall’inizio della sua prima predicazione, il Nazareno aveva proclamato alle folle l’imperativo  a “cambiare mentalità” [metànoia] per accogliere con fiducia l’annuncio gioioso della definitiva  presenza di Dio in noi e in mezzo a noi [il regno di Dio] (cf Marco 1,15; Matteo 3,2). 
Mentre la preghiera iniziale ricapitola il senso fondamentale della conversione: «Padre santo  e misericordioso… infrangi la durezza della mente e del cuore... perché portiamo frutti di vera e  continua conversione», nell’acclamazione all'Evangelo lo stesso motivo si trasforma in un imperativo  profetico: «Convertitevi, dice il Signore: il regno di Dio è vicino!». 
La storia di Israele è per tutti noi il “paradigma” dell’agire di Dio nella vicenda umana: con la  rivelazione della sua “identità personale” [Nome] inizia una storia che è un cammino di liberazione. La sua libertà anzitutto, indisponibile a qualsiasi potere umano, è la sua stessa misericordia,  offerta a chi è ormai ridotto alla massima debolezza o marginalità. Al movimento primo e originante  del suo osservare la miseria e ascoltare il grido e scendere corrisponde già il salire/uscire dall’Egitto  (Esodo 3,1..15 / I lettura).  
Questo “ascolto reciproco” è vissuto dalla comunità celebrante nella preghiera del Salmo  responsoriale come lode benedicente al Signore, nella memoria sempre viva del suo “amore  gratuito e misericordioso che perdona, cura, guarisce" (cf Salmo 102).
Ma come per Israele, anche per la comunità cristiana è sempre presente il rischio di mancare  a questa risposta, a questo appuntamento del Dio liberatore, solo che in Cristo la libertà è nella sua  fedeltà che non può venir meno senza violare la nostra (1Corinti 10,1-6.10-12 / II lettura). 
Quel roveto dal fuoco inestinguibile che attirò Mosè ad avvicinarsi ed a conoscere di chi era quella voce che udiva provenirvi, invece non era un fatto abituale che poteva anche trascurare?! Invece lo ha preso sul serio, si è coinvolto, seguendo quel Dio liberatore che “è-per-noi” [Javhè]. 
La quotidianità (I lettura), la scrittura (II lettura), la storia (evangelo) sono i tre “luoghi”  attraverso cui Dio parla all’essere umano; ascolto, memoria, discernimento sono gli atteggiamenti  fondamentali per accoglierlo. 
In preghiera con la Liturgia 
O Padre, paziente e misericordioso, 
che fin dai tempi di Israele 
mai abbandoni i tuoi figli 
e ascolti il grido degli oppressi, 
infrangi la durezza della nostra mente  
e del nostro cuore a fidarci di te 
affinché possiamo riconoscere nelle vicende della storia 
la presenza di Cristo, crocifisso-risorto, 
e portare in Lui frutti di vita eterna. 
Egli è Dio, e vive e regna con te, 
nell’unità dello Spirito santo, 
oggi e per l’eternità. Amen.

3 commenti:

  1. Amore paziente! Che cosa grande! ��una grande forza!��

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  2. Grazie, ho letto ieri sera a conclusione di una giornata molto difficile.
    Per combattere e spezzare la tristezza improvvisa e canaglia ho ricercato il prezioso silenzio. Ho portato con me solo la Parola, il resto* me lo ha donato Lui.
    In disparte il Signore ci chiama, ci istruisce e ci corregge.
    Nel tuo scritto ho ritrovato i punti della riflessione fatta in solitudine e che con fatica stavo maturando.
    Grazie.
    [*Ci ha messo più del "resto"...sicuramente il Tutto!
    Grazie a Dio... Padre!

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  3. animazione liturgica23 marzo 2022 alle ore 13:06

    I RIFLESSI DELLA PAROLA DURANTE LA SETTIMANA

    Ebrei 10,19-34
    “Ricordate quei primi giorni: fidatevi del Signore,
    non indietreggiate”.
    La memoria dell’originaria esperienza di Dio in Gesù Cristo
    e dell’amore che ne scaturiva, impone una quotidiana conversione: franchezza, perseveranza, solidarietà con gli altri.

    Numeri 14,1-12.17-24
    Luca 13,2-3
    “Se non vi convertite…”.
    Il pericolo costante è di indietreggiare di fronte al cammino divino percorso da Gesù,
    quello dell’amore, è la paura della libertà.
    Convertirsi è riprendere quotidianamente questo rischioso cammino dell’amore.

    Luca 5,1-11
    “Allontanati da me, Signore!
    Non temere!”.
    Dio si manifesta in Gesù, atterrito e consapevole di essere peccatore, non per schiacciarlo, bensì per chiamarlo alla libertà.

    Atti 2,22-24.37-40
    “Convertitevi dai vostri peccati al Signore
    che vi promette il dono del suo Spirito”.
    La manifestazione dello Spirito a Pentecoste,
    e la successiva predicazione di Pietro,
    hanno come esito l’invito alla conversione. Gesù di Nazareth crocifisso-risorto, ce ne indica la via.

    Geremia 3,11-22
    Marco 1,14-15
    “Ritornate e vi risanerò, figli traviati”.
    Gesù, presenza umana di Dio, con il suo vangelo -annuncio
    di misericordia- rivelandosi
    chiama ad un cammino di conversione: accettare il volto misericordioso di Dio, il suo amore inspiegabile è credere
    al suo vangelo.

    2Corinzi 5,14- 6,10
    “Lasciatevi riconciliare con Dio”.
    Mosè, come gli apostoli, è servo del messaggio divino di liberazione, della volontà prima e assolutamente gratuita di Dio di riconciliarci con se stesso e con la realtà storica:
    è Lui che si “converte” verso l’essere umano!

    PREGARE LA PAROLA

    Salmo 49
    Viene il nostro Dio e non sta in silenzio, un fuoco divorante. Ascolta, popolo mio.
    Salmo 79 Rialzaci, Signore, e saremo salvi.
    Salmo 80
    Hai gridato a me nell’angoscia e ti ho salvato. Ascolta, popolo mio.



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