venerdì 4 febbraio 2022

“LE PAROLE…LA PAROLA” 6 FEBBRAIO 2022 - V DOMENICA T.O./C LA PAROLA TRACCIA UNA STORIA

LE PAROLE…LA PAROLA” 

6 FEBBRAIO 2022 - V DOMENICA T.O./C 
Isaia 6,1-2a.3-8 / Salmo 137 
Luca 5,1-11 
1Corìnzi 15,1-11 
LA PAROLA TRACCIA UNA STORIA 
Passando in mezzo a loro… si mise in cammino 
A Nazareth “il figlio di Giuseppe” ha iniziato a farsi conoscere come “profeta” che compie le  promesse: lo stupore prima e il rifiuto violento poi accompagneranno il suo cammino in mezzo noi  come “regno di Dio” nell’ “oggi” di chiunque lo incrocia sul suo cammino personale e storico (cf Luca 4,31-44). 
In Lui ogni “distanza” è annullata, tra il divino e l’umano, superando i limiti convenzionali  posti anche dalle tradizioni religiose, soprattutto l’impotenza di dare a se stessi valore e significato  per l’esistenza. Anzitutto perché è Lui per primo ad avvicinarsi, a superare i confini di ogni Galilea, a  portare una Parola “diversa”: fa quello che dice! 
Il Nazareno, “il Santo di Dio”, addirittura “il Figlio di Dio”, il suo “Inviato” per tutti,  dappertutto ora è qui tra la sua gente, nelle loro case, per le loro strade, sulle rive del loro lago dove  si svolge la loro monotona giornata e il loro abituale lavoro, sulle barche degli “inutili” e dei falliti. 
La Parola” viene ad abitare tra “i suoi” (cf Giovanni 1), polo di attrazione per tutti coloro che  il male assilla e perseguita in mille modi; forza che invita ad andare oltre dove l’esistenza conosce  solo sterilità e inconcludenza; prossimità che trasforma l’umana inadeguatezza e incapacità in  responsabilità nuova ed imprime il senso di una storia che inizia per quattro pescatori e per tutta  l’umanità, coinvolgendo la successiva comunità ecclesiale quindi anche noi. 
E’ qui che la successiva esperienza, narrata da Atti affonda le sue radici e la sua  consapevolezza (cf 2,14-40). 
Oltre la comprensibile paura c’è un mondo che attende. (Luca 5,1-11 / Evangelo). 
Contestualizzazione liturgica 
Dicono che nel momento del massimo pericolo si avverte il minimo della paura… sarà ma è  così che Lui si manifesta e che noi possiamo conoscerlo e fidarci. 
Così è stato per Isaia, in mezzo al bagliore di fuoco Chi gli si avvicina è il misericordioso che, mentre lo fa sentire radicalmente consapevole della propria inadeguatezza, lo rende capace di  portare ad altri quella stessa Parola che l’ha raggiunto e che gli sembrava inaccessibile (cf Isaia 6,1… / I lettura). 
Così per Simon Pietro davanti alla prossimità di una Parola “feconda”, che aggrega, attrae e  coinvolge nel suo stesso cammino verso gli altri. 
La verità di noi stessi ci fa sempre paura finché non sentiamo di essere gratuitamente amati  e liberati da ogni pretesa di autodeterminazione e autogiustificazione. 
Non ci si salva da soli! Nemmeno per noi stessi: Chi ci salva lo fa per gli atri. Anche Paolo ha fatto la stessa esperienza ed ora la vuole comunicare ai suoi cristiani: a lui il  Signore si è fatto conoscere in uno stato di buia morte -come aborto- ed in lui ha manifestato la  forza rinnovatrice del suo amore gratuito: una vita nuova, spesa per gli altri, si chiama risurrezione!  (1Corinzi 15,1… / II lettura e Salmo 137)
In preghiera con la Liturgia 
O Dio, nostro Padre, 
tu che solo sei il Santo  
e hai scelto gli annunciatori della tua Parola 
tra persone incapaci di pronunciarla, 
rinnovaci con fuoco del tuo Spirito 
e perdona i nostri peccati con la dolcezza del tuo amore, 
così che come discepoli seguiamo Gesù, 
nostro Maestro e Signore. 
Egli è Dio, e vive e regna con te, 
nell'unità del tuo Spirito 
ora e per sempre. Amen. 
Una Chiesa sinodale è una comunità in ascolto 
Per una Chiesa che vuole riscoprire la sua identità “sinodale”, di  
popolo che “cammina insieme”, l’ascolto è una dimensione  
fondamentale. 
Può essere significativo coinvolgere anche chi guarda alla Chiesa  
dall’esterno, per provare ad ascoltare quel che ha da dirci e da  
chiedere. Confrontarsi con la percezione che della comunità  
ecclesiale e delle sue dinamiche interne ha la gente comune, con ciò che le persone si attendono. Si  tratta di chiedersi come dai luoghi dell’umanità vissuta si percepisce la comunità ecclesiale. COMPAGNI DI VIAGGIO 
Nella Chiesa e nella società siamo sulla stessa strada fianco a fianco. 
- Chi fa parte della comunità ecclesiale e chi sono coloro che in essa “camminano insieme”? - Si è parlato in questi anni di una “Chiesa in uscita” verso chi sono stati compiuti passi significativi  al riguardo? 
ASCOLTARE L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. - La comunità ecclesiale è un luogo in cui ci si ascolta e si impara ad ascoltare gli altri? PRENDERE LA PAROLA 
Tutti sono invitati a parlare con coraggio e parresia, cioè integrando libertà, verità e carità. - All’interno della comunità c’è uno stile e uno spazio comunicativo libero e autentico, aperto a tutti?  - E nei confronti della società, su che cosa e come la Chiesa può prendere la parola? CELEBRARE Camminare insiemenell’ascolto comunitario della Parola e nell’Eucaristia.  - Quale spazio viene dato all’ascolto della Parola: come viene annunciata e incarnata- Come appaiono le celebrazioni liturgiche a chi ad esse si accosta? Quale coinvolgimentoUNA MISSIONE CONDIVISA Sinodalità è condividere l’unica missione del Vangelo - Quale riteniamo sia la missione specifica della Chiesa nel mondo di oggi?  
- Come la comunità sostiene chi è impegnato nella società: come li aiuta e collabora? - Catechesi e Carità cono vissute come missione comunitaria
DIALOGARE NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ Il dialogo è un cammino di perseveranza, che  comprende anche silenzi e sofferenze, ma capace di raccogliere l’esperienza delle persone e dei  popoli. 
Con le altre Confessioni Cristiane 
- Conosciamo le comunità cristiane presenti sul territorio e quali i rapporti con loro? L’Autorità nella comunità ecclesiale 
- C’è una pratica di lavoro in équipe e di corresponsabilità?  
- Come si promuove l’assunzione di responsabilità da parte dei fedeli
Discernere e Decidere Nello stile sinodale si decide per discernimento… in obbedienza allo Spirito. - Con quali procedure e con quali metodi si prendono le decisioni? 
- Quale attenzione è data alla trasparenza dei processi decisionali?  
FORMARSI ALLA SINODALITÀ Camminare insieme” richiede una spiritualità ed una formazione  delle persone, delle famiglie, dei gruppi. 
- Come ci preoccupiamo di una formazione per essere capaci di “camminare insieme”? (cf https://camminosinodale.chiesacattolica.it/le-tappe-del-cammino-sinodale-delle-chiese-in-italia/)

6 commenti:

  1. Buon pomeriggio a tutte e tutti. Come avrete notato già dall' Essere Chiesa del 30 gennaio u.s. sto dedicando una parte al Cammino Sinodale delle Chiese in Italia. Questo ci consente anche di ritornare allo scopo originario del blog oltre che essere sintonizzati sul clima ecclesiale attuale. Ci sono delle tracce di riflessione con domande da porre a noi e a chi riteniamo utile, soprattutto più giovani. Non è un sondaggio di opinione ma uno strumento di coscientizzazione e di corresponsabilità. Per ora potete inviare quando scrivete a me (rogero@libero.it) oppure nei posti di commento al blog. E' importante che si metta in moto un dialogo che ci consenta di "camminare insieme" (sinodo) anche se sparsi... anzi questa "distribuzione interregionale" può essere davvero un "di più" che fa la differenza e arricchisce quanto avviene all'interno delle comunità ecclesiali. Anche noi siamo una comunità in questo senso. Sarebbe bello avere un "forum"... "una bacheca" dove raccogliere il dialogo... ma io non sono capace di farlo... se qualcuno lo sa fare si faccia avanti.

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  2. Il cristiano non può prescindere dal camminare insieme agli altri cristiani e dunque la Chiesa nel suo camminare insieme rende visibile Gesù. Penso che oggi stia venendo meno il camminare insieme. I gruppi all'interno delle parrocchie non dialogano, ciascuno è chiuso nelle proprie attività e non conosce, perché poco condivise, le esperienze degli altri gruppi. Penso che manchi la condivione delle esperienze, la consapevolezza che stiamo lavorando per lo stesso Regno di Dio. Penso che i gruppi debbano incontrarsi come comunità, come famiglia. Purtroppo siamo poco disponibili a spendere il nostro tempo all'incontro, alla riflessione, all'ascolto. Molti vanno a messa con l'orologio in mano, sacrificando il minimo del tempo disponibile. Dobbiamo riinnamorarci di Dio, infiammare i nostri cuori e quelli degli altri. Ripartire dall'ascolto della Parola di Dio, di noi stessi, degli altri. Smettere di guardare pagliuzze. Guardare a Gesù . Reimpostare la bussola, ritrovare la nostra identità di cristiani e rispondere della speranza che è in noi. Ciascuno di noi è responsabile della santità di chi ci passa accanto. Si tratta dunque non di attivismo, o di precetti, ma di Amore.

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  3. Da quello che ho letto emerge davvero in modo evidente che uno dei problemi maggiori sia il dialogo e la sua mancanza…tutto è rapido, veloce…non ci si sofferma più su nulla…figurarsi ascoltare qualcuno…e che parla della ‘parola’….i nostri incontri di dialogo mi sembrano lontani anni luce ma il ricordo mi rende vivo…chissà se oggi saremo in grado di essere ‘quelli’…non penso.
    Notte a tutti
    Paolo

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  4. Grazie don Roberto!
    Sì, uno scambio libero di opinioni e considerazioni, anche da parte nostra, sarebbe un contribuito molto utile per tutti.
    Ci possiamo provare.
    Se posso aggiungere.... Penso, come te, che la voce dei giovani sarebbe una grande occasione!
    Maria Teresa

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  5. I RIFLESSI DELLA PAROLA

    1Timoteo 1,12-17 “Prima ero un bestemmiatore ma Gesù ha avuto fiducia in me”.
    Pietro e Paolo legati dall’esperienza della misericordia di Dio
    e inviati a condividerla.

    Giudici 6,11-24 “Vicinissima a voi è questa Parola: è tutta la vostra vita”.
    Quanti si sono fidati della impossibile possibilità aperta dalla parola
    di Dio! Una pienezza di vita inimmaginabile.

    Giovanni 21,1-14 “Non riuscivano a tirarle a riva”.
    Il Risorto si ripresenta su quel lago tanto familiare e ancora riempie
    le reti vuote, i cuori increduli con il suo amore.

    Esodo 3,1-15 “Io non so parlare”.
    1Corinzi 2,1-5 Un fuggiasco ricercato è l’inizio di un cammino di liberazione per un popolo schiavo a chi deve rivolgersi a nome di un Dio che vive “per lui”.

    2Corinzi 3,1-15 “Potiamo un tesoro in vasi di creta”.
    L’apostolo sa che è stato investito dalla misericordia non da un potere sovrumano. Non c’è spazio per lo scoramento.


    PREGARE LA PAROLA

    Salmo 17 Stese la sua mano e mi afferrò.
    Salmo 39 Allora ho detto: vengo io!
    Salmo 96 Una luce si è levata per chi cammina nella volontà di Dio.
    Salmo 137 In Signore completerà in me l’opera sua.
    Salmo 138 Scrutami e conosci il mio cuore. Guidami sulla via della vita.

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  6. Nota sinodale
    "Una piccola osservazione a margine.
    I discepoli che Gesù comincia a radunare, inizialmente sono legati solo da un fallimento che spinge a desistere: sono scesi a terra (5,2). E da lì Luca crea una mirabile alternanza di singolare (Simone, vv. 3.4.5.8.10b) e plurale che include gli altri (v. 2a.6-7.9-10). In un noi dinamico, germe della sinodalità.
    Così, il gruppo progressivamente, da sparpagliato drappello di rinunciatari, diventa insieme di metòchoi (v. 7) che poi sono “tous sun autò” (v. 9), poi “koinonòi” di Simone: è nata la koinonìa, base della sinodalità.
    Contro ogni retorica, sinodalità s’impara attraverso il laborioso, sofferto processo di risposta alla chiamata e sequela di Gesù".
    Maria Ignazia Angelini osb, Monastero di Viboldone
    2 febbraio 2022

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