Vicina è la PAROLA
29 giugno 2025
Santi Apostoli Pietro e Paolo
Atti 3,1-10 / Salmo 18 / Galati 1,11-20
Giovanni 21,15-19
Atti 12,1-11 / Salmo 33
2Timoteo 4,6-8.17-18
Matteo 16,13-19
La chiave e la pietra
[by Luca Rubin, 27 Agosto 2017: Roccia o sassolino?]
Le relazioni più vere non sono quelle perfette, intatte, appena uscite da una confezione. Sono quelle vissute, ferite, perdonate. Proprio come quella tra Gesù e Pietro. Le relazioni – di amicizia, d’amore, professionali, di qualsiasi tipo – possono essere nuove (ancora impacchettate nel loro cellophane, con bigliettino e libretto di istruzioni), oppure usate: logore, consunte, strapazzate, scucite e ricucite, rattoppate, mancanti di qualche pezzo, lacerate e cicatrizzate.
A una relazione nuova preferisco mille volte una relazione usata, vissuta fino in fondo con tutto ciò che ne consegue: sofferenza, fatica, offese e riconciliazioni, richieste di perdono, rappacificazioni, in un’altalena di emozioni e sentimenti che – diciamocelo – è logorante, ma senza la quale la vita sarebbe vuota, arida e spenta.
Ermeneutica biblica di Matteo 16,13-19
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.
Se guardiamo la relazione tra Gesù e Pietro, vediamo una relazione consumata, segnata, ma profondamente vera. Nei Vangeli, Pietro è sempre quello che la dice più grossa, che fatica a stare dietro al Maestro, ma che – nonostante tutto – non indossa maschere e dice chiaramente ciò che pensa. Pietro che rinnega e fugge la Passione e la morte del Signore. Pietro che grida: “Non lo conosco!”, che piange, ma non dispera. Pietro che riconosce la propria miseria e sperimenta la misericordia di Dio: un Amore che perdona e accoglie, sempre.
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.
Questa premessa ci porta al Vangelo di questa domenica. Secondo te, chi è davvero la pietra: Pietro o Gesù? Pietro ha fatto esperienza del proprio limite, si è scontrato e schiantato col proprio nulla, ha conosciuto la miseria e la misericordia, ha ricevuto il perdono del Signore. In tutta questa esperienza profondamente umana, chi è stata la Roccia, la base da cui ripartire?
“Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori,
ed è diventata la pietra d’angolo” (Atti 4,11)
Gesù è la pietra, la roccia su cui fondare la nostra vita. È su di Lui che possiamo poggiare la nostra debole speranza e ripartire ogni volta, dopo ogni sconfitta. Proprio come ha fatto Pietro, che non si è mai illuso di essere roccia, ma si è affidato – pur tra fatiche e tentennamenti – alla Pietra vera, Gesù, roccia di salvezza.
“A te darò le chiavi del Regno di Dio.”
Nell’immaginario collettivo, Pietro è da secoli il portinaio del paradiso, proprio in base a queste parole. Ma è interessante notare che nel Nuovo Testamento ci sono solo due menzioni di chiavi: questa, e quella dell’Apocalisse:
“Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, il Vivente.
Ero morto, ma ora vivo per sempre,
e ho le chiavi della morte e degli inferi.” (Apocalisse 1,18)
Queste chiavi le ha Pietro o Gesù? Il versetto dell’Apocalisse parla di Gesù, il Vivente.
La chiave è la croce, la morte e la risurrezione di Gesù. A Pietro – e a noi – è affidata questa chiave, non per dominarla, ma per servirla. Come Pietro, anche noi siamo chiamati a vivere questa chiave non per orgoglio, ma per servire, senza dimenticare che Gesù è la Roccia e la Chiave che aprono la vita.
Come Pietro
Pietro ha fatto esperienza di se stesso e di Gesù. Si è fidato e affidato.
Ha saputo chiedere e ricevere perdono. È sempre rimasto discepolo, cioè in cammino.
È Gesù la Pietra. È Gesù la Chiave.
Il Vangelo di oggi ci invita a riscoprire la nostra vocazione di credenti che fanno esperienza dell’amore di Dio. Una relazione consumata con Dio, come un vecchio quaderno: pieno di macchie, strappi e correzioni. Imperfetta, ma autentica. Le pagine raccontano una storia viva, fatta di errori e ripartenze. Proprio come quella di Pietro: macchie, cancellature, fogli strappati dal nervosismo di chi ha sbagliato, ma vuole ripartire.
Gesù Roccia, Gesù Chiave. Anche per te, oggi.
Oggi, come Pietro, puoi ancora affidarti alla Roccia e accogliere la Chiave.
La tua relazione con Dio, vissuta, segnata e autentica, è il punto di partenza per ogni nuova ripartenza.
Oggi la Chiesa ci presenta due grandi Apostoli, Pietro il primo e Paolo l'ultimo. Sebbene di carattere molto diversi li ricordiamo insieme perché tutti siamo chiamati dal Signore. Pietro crocifisso a Roma ma in testa in giù, Paolo decapitato a Roma dove sorgono le tre fontane. Pietro come pietra d'angolo dove si dava inizio ad un palazzo, come ancora oggi notiamo nelle nostre città', Paolo non ha conosciuto personalmente Gesù, ma da suo persecutore, dopo la caduta da cavallo, ha speso la vita per Cristo. Sull'esempio di questi due grandi Apostoli preghiamo il cuore della Vergine Maria. Santa giornata e buon pomeriggio
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