venerdì 26 novembre 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 28 novembre – 24 dicembre: Tempo di Avvento AVVENTO come VENUTA

LE PAROLE… LA PAROLA” 

28 novembre – 24 dicembre: Tempo di Avvento 

AVVENTO come VENUTA 

AVVENTO come PRESENZA 

AVVENTO come AVVENIMENTO



 


Questo triplice significato, ripreso dai Padri della Chiesa  [eminenti autori di scritti cristiani nei primi tre secoli], può essere  così riassunto: il Signore Gesù viene oggi in mezzo a noi nella  liturgia perché è già venuto nella nostra natura umana ed Egli  stesso verrà un giorno nella gloria. Ma l’ordine delle espressioni  può essere capovolto come si vuole. 

Anzi, la sua è una continua e ininterrotta venuta in mezzo a  noi nella storia umana, dopo che egli, glorificato nella  risurrezione, mediante il suo Spirito continua a guidare il  cammino dell’umanità e della creazione intera verso la pienezza. 

È la stessa vita cristiana che non conosce ripetizioni, ma  sempre nuovi eventi inattesi e sorprendenti: essa è sempre  venuta del Signore crocifisso – risorto e, quindi, sempre e solo  evento pasquale. 

L’atteggiamento del cristiano e della Chiesa è una riposta,  aprirsi all’appello di vigilare, a mettersi in cammino con fiducia,  speranza e perseveranza, con gioia nella carità, alla luce del  Vangelo di Gesù di Nazaret, alla presenza del Misericordioso nel  mondo. 

Il tempo di Avvento mette quindi in evidenza l’aspetto  centrale e dinamico della vita cristiana, della storia: andare  incontro a Colui che si fa vicino a noi. 

Contestualizzazione liturgica 

Ogni itinerario liturgico, riflesso di quello della nostra  esistenza umana, in tutti i tre cicli A / B e C inizia con la fine, con 

gli annunci evangelici del ritorno glorioso del Signore alla fine  dei tempi… ma tranquilli, non è la fine del mondo! È piuttosto l’annuncio di una presenza liberatrice, che al di  là delle sue immaginazioni, è sempre improvvisa e sorprendente, per questo imprevedibile, anche se corrisponde ai bisogni e al  desiderio più autentici dell’umanità e del cuore di ogni uomo. L’annuncio della fine, o meglio del fine, non è destinato a  suscitare ansia o turbamento (come preghiamo nell’embolismo  dopo il Padre nostro…) ma ad essere vigilanti nella preghiera, lieti  nella speranza e operosi nella carità; nell’attesa che si compia la  beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo. Una presenza di salvezza per tutti gli esseri umani! 

Le attuali Liturgie di Avvento della Chiesa cattolica latina sono costituite da 4 domeniche e rispettive 4 settimane [nel “rito ambrosiano” sono invece 6, inizia due domeniche prima].  

Celebriamo l’Avvento come avvenimento e presenza del  Signore Gesù, nella Parola e nel Pane eucaristico, con due  riferimenti: 

- fino al 16 dicembre guardiamo alla venuta gloriosa del  Signore [“avvento finale/ escatologico”]; 

- dal 17 dicembre ripercorriamo l’annuncio profetico del  Messia fino alla celebrazione della sua nascita nella natura  umana [“avvento natalizio”]. 

Potremmo affermare che celebriamo l’Avvento preparando  il Natale e viceversa. 

L’Ordinamento generale delle Letture bibliche per la Messa presenta così la rinnovata struttura del tempo liturgico di  Avvento voluta dal Concilio vaticano II:  

Le letture del VANGELO hanno nelle singole domeniche una  loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore  alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III  domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV  domenica). Le letture DELL'ANTICO TESTAMENTO sono profezie sul 

Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di  Isaia. Le letture dell'APOSTOLO contengono esortazioni e annunzi,  in armonia con le caratteristiche di questo tempo”. (OLM 93) Nei giorni feriali si ha una duplice serie di letture: 

fino al 16 dicembre si legge il libro di Isaia, secondo l'ordine  del libro stesso, non esclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono  anche in domenica. La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata  fatta in riferimento alla prima lettura. Dal giovedì della seconda  settimana cominciano le letture del Vangelo su Giovanni Battista;  la prima lettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un  altro testo, scelto in riferimento al Vangelo.  

[…] dal 17 al 24 si leggono brani del VANGELO DI MATTEO (cap.  1) e di LUCA (cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che  precedettero immediatamente la nascita del Signore. Per la prima  lettura sono stati scelti, in riferimento al Vangelo, testi vari  dell'ANTICO TESTAMENTO, tra cui alcune profezie messianiche di  notevole importanza”. (OLM 94) 

Le 4 Domeniche di Avvento 

La I domenica annuncia e celebra la venuta ultima (seconda/finale/gloriosa) di Cristo Signore e chiede a noi l’atteggiamento di un’attesa vigilante, orante e operosa. 

La II domenica annuncia e celebra il compimento delle  promesse tramite il Battezzatore e chiede di prepararci convertendoci alla venuta tra noi dell’Inviato di Dio. 

La III domenica annuncia e celebra la gioia di una venuta  ormai prossima e chiede il coraggio di darvi la priorità su tutto. La IV domenica annuncia e celebra l’incarnazione umana del Figlio, Parola del Padre, e chiede una disponibile adesione di  fede. 

In quest’anno liturgico “C”, che inizia appunto con l’Avvento,  seguiremo il racconto evangelico di Luca e con i brani delle 4  domeniche che partono sempre dalla fine: dal capitolo 21 all’1.

I vangeli delle 4 Domeniche di Avvento/C 2021 

Luca 21,25-28.34-36: I domenica 

L’invito di Gesù ai discepoli, in prossimità della Pasqua, è a  guadare oltre ciò che si manifesta catastroficamente nella natura  e nella storia: il compimento glorioso di ciò che Dio in Lui ha  operato in mezzo a loro. Mentre tutti vedono una tragedia e sono  paralizzati dalla paura, essi si preparano ad una liberazione ormai  prossima. Sono necessari per i credenti attenzione, sobrietà,  vigilanza e preghiera… per andare incontro a Colui che viene. 

Luca 3,1-6: II domenica 

Dalla “fine” si ritorna a “l’inizio”, ricollocandoci nuovamente  nella storia dell’umanità, però in quella piccola porzione medio  orientale della Palestina, nel deserto. Una sempre nuova venuta  della Parola su Giovanni che riporta in vita quella profetica di  Isaia: un nuovo annuncio di perdono e un nuovo invito al  cambiamento di rotta. La Parola su di lui si fa voce che grida un  appello: preparare la via del Signore, raddrizzare i suoi sentieri,  abbattere ogni ostacolo e barriera, colmare ogni lacuna affinché  ogni essere umano possa incontrarlo, vederlo! 

Luca 3,10-18: III domenica 

Gli ostacoli più evidenti all’incontro sono le disuguaglianze,  la prepotenza a cui rimediare con la condivisione e la giustizia. C’è un’attesa nel cuore di ogni essere umano e nella storia  dell’umanità che va intercettata per poter evangelizzare un  annuncio di gioia, una nuova immersione nell’amore di Dio che fa  nuove tutte le cose. 

Luca 1,39-45: IV domenica 

Una giovane ragazza di Nazareth, in cui la Parola si è fatta  carne umana, è paradossalmente capace di superare ogni  ostacolo, di accorciare ogni distanza e basta il suo saluto a  riportare vita e gioia nel deserto di ogni sterilità umana.

Una lettura unitaria 

I brani scelti dal racconto evangelico di Luca per le quattro  domeniche di Avvento costituiscono un percorso di fede per la  comunità in ascolto e per ogni singolo credente. 

Ci accompagnano nel vivere profondamente lo scopo  mistagogico di questo tempo liturgico: vivere l’oggi, nella sua  incompiutezza e nella sua fecondità, alla luce del compimento  ultimo della storia già garantito dalla venuta nella nostra natura  umana del Figlio. 

Così può maturare una spiritualità che si pone come lievito  nel quotidiano e luce nella ferialità da cui però prende la  luminosità festosa del “già” pur nel “non ancora”. 

Anzitutto il messaggio evangelico non vuole infondere o  incrementare il panico che già può assalirci per vari e fondati  motivi contingenti. Al contrario vuole incoraggiarci a non farci  soccombere nella paura, ma ad alzarci in piedi, ad alzare la testa  e ad andare insieme incontro al Signore che ci viene incontro, che  è vicino, nostro liberatore: Egli è con noi e in mezzo a noi! 

Ci chiede “un cambiamento” una “nuova convergenza”:  fidarci di Lui che ci “immerge” in una nuova esperienza di vita. Un “Dio-che-si-fa-vicino” ci viene annunciato dalla Parola, tutto proteso verso l’umanità e noi nella liturgia lo celebriamo proprio così, in Cristo morto e risorto, il Vivente che continua a  operare “grandi cose” in noi e in mezzo a noi. 

Egli è anticipo e garanzia di una gioia sempre più piena che ci  colma fino a fare della nostra vita un continuo ringraziamento, un “Magnificat” da condividere con fratelli e sorelle, anch’essi  portatori di questa esperienza e che con la loro presenza ci  permettono di cogliere con gratitudine la Vita che è in noi e in  mezzo a noi.

Nessun commento:

Posta un commento

Vicina è la PAROLA 5 maggio 2024: VI Domenica di Pasqua L’amore rimane: tu rimani?

Vicina è la PAROLA 5 maggio 2024: VI Domenica di Pasqua Atti 10,25…48 / Salmo 97 1Giovanni 4,7-10 Giovanni 15,9-17 L’amore rimane: tu riman...