“LE PAROLE… LA PAROLA”
28 novembre – 24 dicembre: Tempo di Avvento
AVVENTO come VENUTA
AVVENTO come PRESENZA
AVVENTO come AVVENIMENTO
Questo triplice significato, ripreso dai Padri della Chiesa [eminenti autori di scritti cristiani nei primi tre secoli], può essere così riassunto: il Signore Gesù viene oggi in mezzo a noi nella liturgia perché è già venuto nella nostra natura umana ed Egli stesso verrà un giorno nella gloria. Ma l’ordine delle espressioni può essere capovolto come si vuole.
Anzi, la sua è una continua e ininterrotta venuta in mezzo a noi nella storia umana, dopo che egli, glorificato nella risurrezione, mediante il suo Spirito continua a guidare il cammino dell’umanità e della creazione intera verso la pienezza.
È la stessa vita cristiana che non conosce ripetizioni, ma sempre nuovi eventi inattesi e sorprendenti: essa è sempre venuta del Signore crocifisso – risorto e, quindi, sempre e solo evento pasquale.
L’atteggiamento del cristiano e della Chiesa è una riposta, aprirsi all’appello di vigilare, a mettersi in cammino con fiducia, speranza e perseveranza, con gioia nella carità, alla luce del Vangelo di Gesù di Nazaret, alla presenza del Misericordioso nel mondo.
Il tempo di Avvento mette quindi in evidenza l’aspetto centrale e dinamico della vita cristiana, della storia: andare incontro a Colui che si fa vicino a noi.
Contestualizzazione liturgica
Ogni itinerario liturgico, riflesso di quello della nostra esistenza umana, in tutti i tre cicli A / B e C inizia con la fine, con
gli annunci evangelici del ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi… ma tranquilli, non è la fine del mondo! È piuttosto l’annuncio di una presenza liberatrice, che al di là delle sue immaginazioni, è sempre improvvisa e sorprendente, per questo imprevedibile, anche se corrisponde ai bisogni e al desiderio più autentici dell’umanità e del cuore di ogni uomo. L’annuncio della fine, o meglio del fine, non è destinato a suscitare ansia o turbamento (come preghiamo nell’embolismo dopo il Padre nostro…) ma ad essere vigilanti nella preghiera, lieti nella speranza e operosi nella carità; nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo. Una presenza di salvezza per tutti gli esseri umani!
Le attuali Liturgie di Avvento della Chiesa cattolica latina sono costituite da 4 domeniche e rispettive 4 settimane [nel “rito ambrosiano” sono invece 6, inizia due domeniche prima].
Celebriamo l’Avvento come avvenimento e presenza del Signore Gesù, nella Parola e nel Pane eucaristico, con due riferimenti:
- fino al 16 dicembre guardiamo alla venuta gloriosa del Signore [“avvento finale/ escatologico”];
- dal 17 dicembre ripercorriamo l’annuncio profetico del Messia fino alla celebrazione della sua nascita nella natura umana [“avvento natalizio”].
Potremmo affermare che celebriamo l’Avvento preparando il Natale e viceversa.
L’Ordinamento generale delle Letture bibliche per la Messa presenta così la rinnovata struttura del tempo liturgico di Avvento voluta dal Concilio vaticano II:
“Le letture del VANGELO hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Le letture DELL'ANTICO TESTAMENTO sono profezie sul
Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letture dell'APOSTOLO contengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo”. (OLM 93) Nei giorni feriali “si ha una duplice serie di letture:
fino al 16 dicembre si legge il libro di Isaia, secondo l'ordine del libro stesso, non esclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono anche in domenica. La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata fatta in riferimento alla prima lettura. Dal giovedì della seconda settimana cominciano le letture del Vangelo su Giovanni Battista; la prima lettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un altro testo, scelto in riferimento al Vangelo.
[…] dal 17 al 24 si leggono brani del VANGELO DI MATTEO (cap. 1) e di LUCA (cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che precedettero immediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono stati scelti, in riferimento al Vangelo, testi vari dell'ANTICO TESTAMENTO, tra cui alcune profezie messianiche di notevole importanza”. (OLM 94)
Le 4 Domeniche di Avvento
La I domenica annuncia e celebra la venuta ultima (seconda/finale/gloriosa) di Cristo Signore e chiede a noi l’atteggiamento di un’attesa vigilante, orante e operosa.
La II domenica annuncia e celebra il compimento delle promesse tramite il Battezzatore e chiede di prepararci convertendoci alla venuta tra noi dell’Inviato di Dio.
La III domenica annuncia e celebra la gioia di una venuta ormai prossima e chiede il coraggio di darvi la priorità su tutto. La IV domenica annuncia e celebra l’incarnazione umana del Figlio, Parola del Padre, e chiede una disponibile adesione di fede.
In quest’anno liturgico “C”, che inizia appunto con l’Avvento, seguiremo il racconto evangelico di Luca e con i brani delle 4 domeniche che partono sempre dalla fine: dal capitolo 21 all’1.
I vangeli delle 4 Domeniche di Avvento/C 2021
Luca 21,25-28.34-36: I domenica
L’invito di Gesù ai discepoli, in prossimità della Pasqua, è a guadare oltre ciò che si manifesta catastroficamente nella natura e nella storia: il compimento glorioso di ciò che Dio in Lui ha operato in mezzo a loro. Mentre tutti vedono una tragedia e sono paralizzati dalla paura, essi si preparano ad una liberazione ormai prossima. Sono necessari per i credenti attenzione, sobrietà, vigilanza e preghiera… per andare incontro a Colui che viene.
Luca 3,1-6: II domenica
Dalla “fine” si ritorna a “l’inizio”, ricollocandoci nuovamente nella storia dell’umanità, però in quella piccola porzione medio orientale della Palestina, nel deserto. Una sempre nuova venuta della Parola su Giovanni che riporta in vita quella profetica di Isaia: un nuovo annuncio di perdono e un nuovo invito al cambiamento di rotta. La Parola su di lui si fa voce che grida un appello: preparare la via del Signore, raddrizzare i suoi sentieri, abbattere ogni ostacolo e barriera, colmare ogni lacuna affinché ogni essere umano possa incontrarlo, vederlo!
Luca 3,10-18: III domenica
Gli ostacoli più evidenti all’incontro sono le disuguaglianze, la prepotenza a cui rimediare con la condivisione e la giustizia. C’è un’attesa nel cuore di ogni essere umano e nella storia dell’umanità che va intercettata per poter evangelizzare un annuncio di gioia, una nuova immersione nell’amore di Dio che fa nuove tutte le cose.
Luca 1,39-45: IV domenica
Una giovane ragazza di Nazareth, in cui la Parola si è fatta carne umana, è paradossalmente capace di superare ogni ostacolo, di accorciare ogni distanza e basta il suo saluto a riportare vita e gioia nel deserto di ogni sterilità umana.
Una lettura unitaria
I brani scelti dal racconto evangelico di Luca per le quattro domeniche di Avvento costituiscono un percorso di fede per la comunità in ascolto e per ogni singolo credente.
Ci accompagnano nel vivere profondamente lo scopo mistagogico di questo tempo liturgico: vivere l’oggi, nella sua incompiutezza e nella sua fecondità, alla luce del compimento ultimo della storia già garantito dalla venuta nella nostra natura umana del Figlio.
Così può maturare una spiritualità che si pone come lievito nel quotidiano e luce nella ferialità da cui però prende la luminosità festosa del “già” pur nel “non ancora”.
Anzitutto il messaggio evangelico non vuole infondere o incrementare il panico che già può assalirci per vari e fondati motivi contingenti. Al contrario vuole incoraggiarci a non farci soccombere nella paura, ma ad alzarci in piedi, ad alzare la testa e ad andare insieme incontro al Signore che ci viene incontro, che è vicino, nostro liberatore: Egli è con noi e in mezzo a noi!
Ci chiede “un cambiamento” una “nuova convergenza”: fidarci di Lui che ci “immerge” in una nuova esperienza di vita. Un “Dio-che-si-fa-vicino” ci viene annunciato dalla Parola, tutto proteso verso l’umanità e noi nella liturgia lo celebriamo proprio così, in Cristo morto e risorto, il Vivente che continua a operare “grandi cose” in noi e in mezzo a noi.
Egli è anticipo e garanzia di una gioia sempre più piena che ci colma fino a fare della nostra vita un continuo ringraziamento, un “Magnificat” da condividere con fratelli e sorelle, anch’essi portatori di questa esperienza e che con la loro presenza ci permettono di cogliere con gratitudine la Vita che è in noi e in mezzo a noi.
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