sabato 4 settembre 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 5 settembre 2021 – XXIII Domenica T.O. Marco 7,31-37 Un AMORE senza limiti!

LE PAROLE… LA PAROLA” 

5 settembre 2021 – XXIII Domenica T.O. Isaia 45,4-7 / Salmo 145 / Giacomo 2,1-5 /

Marco 7,31-37 Un AMORE senza limiti! 

Egli viene a salvarvi!” 


Abbiamo ancora negli occhi le immagini angoscianti  dell’aeroporto di Kabul con la folla ammassata alle recinzioni,  pressando in attesa di essere “salvati”. Le donne, i bambini, intere  famiglie… persino invalidi con le braccia alzate “al cielo”,  sventolando i documenti di lasciapassare e dall’altra parte del  mondo gli interventi televisivi dei leaders politici che con sdegno e  sfrontatezza continuavano a rassicurare: “Vi salveremo tutti;  faremo l’impossibile; non vi lasceremo soli…!”. 

Effettivamente è stato fatto l’incredibile: quasi 120mila  persone portate via verso la salvezza.  

Ma quale speranza per chi è rimasto? 

Continuano le promesse e gli impegni difronte al mondo  intero… ma chi potrà tenere accesa l’illusione, aperto anche solo  uno spiraglio per un’uscita di sicurezza?


Non molto diverse saranno sembrate le parole del profeta  Isaia rivolte ai suoi connazionali esuli in Babilonia nel VII-VI secolo  a. C., un grido di speranza pronunciato in un momento di grave  pericolo per il suo popolo eppure ricco delle immagini  naturalistiche più utopiche ma reali che mente umana possa anche  solo vagheggiare. 

Non sono rimaste però solo una promessa! 

Sono diventate un’esperienza umana, incredibilmente vicina  che “apre” occhi per vedere “dentro e oltre” le vicende storiche;  che fa ascoltare parole mai udite ed essere finalmente sentiti  squarciando afasie di ogni tipo (Isaia 45 – I lettura odierna). 

Nessuno più è straniero 

La Parola fatta carne si fa vicina, in una terra di stranieri,  all’umanità maledetta, disprezzata, agli “smarriti” più disorientati,  alla “terra bruciata”, la più malfamata a giudizio umano (Marco 7  – Evangelo). 

È un incontro “corpo a corpo” quello dell’Amore con ogni  essere umano che gli viene condotto, fatto di semplici gesti  potentemente animati e sostenuti da una profonda condivisione e  compassione; un sospiro che comunica il suo respiro e apre un  varco alla Vita in uno spazio nuovo, a “tu per tu”, diventando  sorgente di vita. 

Si mischia tra noi e in noi, con un desiderio di essere  inseparabilmente unito alla nostra segregazione per trapparci  fuori e farci uscire dalla nostra paralisi fatta di tenebre, di caos. 

Emerge dal silenzio dei suoi trent’anni a Nazareth e in una  terra straniera trova casa, piano piano prende forza ed irrompe  come un “vento impetuoso” sbaragliando ogni resistenza e  chiusura: Effatà, Apriti! 

È una “nuova creazione”! 

La stessa Parola che ha estratto fuori alla vita tutto ciò che  esiste, ora ridona vitalità a chi l’aveva perduta, strappa 


dall’isolamento con la sua attrattiva di comunione, spalanca a  nuovi orizzonti e relazioni, sovverte lo “status quo” di ogni  convenzione religiosa e sociale, ribalta ogni casta e privilegio  acquisito (Giacomo 2 – II lettura). 

Mio fratello è figlio unico… 

Chi è stato reintegrato ora non può più escludere; a chi è stato  aperto il cuore non può chiudere le mani; a chi è stato aperto il  cuore di Dio non può chiudere il suo trincerandosi dietro  opportunismi. 

Ancora una volta siamo messi in comunione con un Dio che si  fa povero affinché vinciamo la paura delle nostre povertà avvicinandoci a quelle degli altri (cf 1Corinzi 1,26-29). 

“È questa sua libera e inesorabile prossimità,  irremovibile e fedele (Salmo 145) ad aprire una libertà  inarginabile.  

Non è in nostro potere condizionare la sua misericordia.  Nostra è solo la vertà di riconoscerci poveri, smarriti,  sordi e ciechi, zoppicanti… 

Nostra è soprattutto la possibilità di aprirci alla speranza  contro ogni speranza, al coraggio difronte alla vita che è solo  un dono… senza pentimenti. 

Nostra è già ora la gioia di saperci amati e salvati,  “toccati” dall’Amore con il gemito del suo cuore e il calore  delle sue mani che hanno tolto ormai ogni sigillo e marchio di  esclusione 

Nostro e di tutti è il canto di lode che sgorga dalle nostre  gole rigenerate”.


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