venerdì 2 luglio 2021

“LE PAROLE… LA PAROLA” 4 luglio 2021 – XIV Domenica T.O. Tu sei qui… ma noi non ti accogliamo

LE PAROLE… LA PAROLA” 

4 luglio 2021 – XIV Domenica T.O. 

Tu sei qui… ma noi non ti accogliamo 

Ezechiele 2,2-5 / Salmo 122 / 2Corinzi 12,7-10 / Marco 6,1-6 




È diventato proverbiale: “Un profeta è disprezzato  soprattutto nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua famiglia”  (Marco 6,4 - Evangelo di oggi cf Ezechiele 2,2-5 – I lettura). 

L’incomprensione da parte di chi dovrebbe conoscerti e  apprezzarti di più è sicuramente una cosa che fa molto male, ti  taglia le gambe se sei giovane e stai cercando di trovare la tua  strada; ti mortifica profondamente la poca stima che trovi nella tua  famiglia fino a diventare origine di molte difficoltà da adulti. 

Per Gesù diventa un limite al suo operato, non tanto  taumaturgico ma quello più profondo di “guarigione del cuore”  come è sempre nelle sue intenzioni, infatti “si meravigliava che la  gente non credesse in Lui” (cf v. 6). 

È sempre una questione di fiducia, di lasciarsi andare, di non  opporsi ostinatamente come invece fanno ripetutamente le  autorità politiche e religiose nei suoi confronti (cf Giovanni 5,17- 18 e poi i capp. 7 e 8)1

Non è questo che ciascuno di noi chiede agli altri nelle diverse  circostanze?! 

Fidati!”, diciamo quasi implorando un credito che invece  dovrebbe essere un atto totalmente gratuito. 

Ciò che però ci dà più fastidio sono i pregiudizi e le  “etichette”: “Non è il figlio di…”?! (vv. 2-3); come se, avendo  sentito dire qualcosa di noi… poi concludessero: “Ma chi ti credi di  essere?!”. 


1 Le grandi sezioni in cui pare ritmata la parte centrale del racconto evangelico di Marco (1,14- 3,6;  3,7- 6,6a; 6,6b- 8,26; 8,27- 10,52) si concludono tutte con il rifiuto di Gesù da parte dei suoi  connazionali: i capi, i compaesani, gli stessi discepoli… quasi a scandire il suo cammino di Messia  sofferente in mezzo a noi ed evidenziando la logica “nascosta” che guida la sua esistenza e compie  in qualche modo anche il percorso di uomini e donne che profeticamente hanno attraversato la  storia lottando per la giustizia, per la libertà, per la verità… sperimentando il conflitto dentro e fuori  di sé come ambiente di crescita, di sviluppo del loro essere e del loro esistere anche davanti a Dio.


Ecco, questo è il vero motivo dell’incomprensione del rifiuto  di Gesù, non solo il suo insegnamento e le sue opere: ma è di  “scandalo”, di ostacolo il fatto che un uomo ordinario, Lui come  loro, si comporti così, con tale autorità. 

Marco interpreta il “nascondimento di Dio” in Gesù di Nazaret  ciò che scandalizza gli umani nei confronti della sua umanità, in  realtà così evidente e trasparente all’Amore fino a manifestarlo  pienamente2. 

Lo stesso è testimoniato da Paolo che arriva addirittura a  ringraziare per la sua umanità “debole, fragile, ferita… perché in  essa si manifesta il gratuito amore di Dio, in tutta la sua potenza”,  questa è la sua vera forza! (2Corinzi 12,7-10 – II lettura) 

Quest’esperienza è però alla portata di ogni discepolo e di  ogni credente perché scaturisce “dall'umanità stessa di Gesù, al  suo vivere uomo in mezzo a noi umani, senz'altro potere che la sua  parola e i suoi gesti di amore per gli altri, senza alcuna pretesa o  segno di superiorità fuori della forza, della signoria emanante dal  suo essere servo di tutti. 

Che Dio sia così come Lui è vicino, questo lo scandalo, che  parli in modo da toccarci profondamente: “disprezziamo” un Dio  che si abbassa mentre siamo disposti ad adorarlo purché resti  lontano e irraggiungibile e non invada la quotidianità terribile della  sua Parola d’amore”. 

Perché istintivamente ci allontaniamo, sottraendoci alla sua  Presenza?! 

Perché abbiamo così paura di lasciarci amare da Lui?! 


2 6,1-6 costituisce una tappa fondamentale nel viaggio di Gesù verso l’abbandono e la croce. Da  qui in poi non insegnerà più nelle sinagoghe, ma sarà con la folla in ambienti non ufficiali. Tutto  prefigura il “rifiuto di Israele” verso il Messia.


È crollato ogni confine e distinzione tra sacro e profano, Dio  gioca umanamente con noi, stando alle regole che noi abbiamo  stabilito: questo ci destabilizza e ci mette sulle difensive. È troppo invadente! 

“Cosa c’entra Dio con questo uomo così vicino a me, uguale a  me, con le sue richieste che mi turbano, con le sue debolezze che  mi irritano, con i suoi sogni che attraversano la strada della mia  autoaffermazione? 

Se le cose stanno così, allora ogni persona è portatrice della  parola divina dell’amore, del prodigio inesauribile della vita a cui  tutti siamo chiamati a convertirci”. 

Eppure Gesù, si meraviglia della reazione da parte dei suoi  compaesani, ma non rinuncia a guarire i malati. E’ il segno che  l’amore del Padre in Gesù per i suoi figli è più forte di ogni  resistenza e opposizione.

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