venerdì 31 luglio 2020

“LE PAROLE DELLA DOMENICA” 12>26 Luglio 2020 Il Regno che cresce

LE PAROLE DELLA DOMENICA” 12>26 Luglio 2020 Il Regno che cresce 

La REALTA’ è più importante dell’idea”. (EVANGELII GAUDIUM, 231-233) 

Credo che la Parola sia un dono, non solo per il messaggio che porta in sé, ma perché prosegue in noi e tra noi quel processo vitale del Figlio, Parola del Padre, nella nostra esistenza umana e nella storia dell’umanità. 

Il mio punto di riferimento è la Parola domenicale, al cui ascolto cerco di prepararmi e della cui proclamazione amo nutrirmi nei giorni successivi. 

Inaspettatamente, nei momenti di “distrazione” dalle attività, alcune parole riaffiorano e incominciano ad “aprirsi”, ma anche ad “aprirmi” e nelle mie fessure entra una luce che mi permette di “vedere” ciò che già lì stava ma di “guardare" in modo nuovo. 

Allora quella Parola “mi parla ancora” di quello che sto vivendo dentro e che mi capita attorno. Certo, perché “vivo” e questo è il dono della “Parola di vita”. 

1. In queste domeniche il dono è il capitolo 13 di Matteo, “il discorso in parabole” di Gesù. Sono parabole, non favolette, frammenti di esistenza di “un seminatore” che sparge ovunque e comunque il suo seme (vv. 3-9), di un minuscolo granellino di senape (vv. 31-32), del lievito che fermenta tutta la farina (v. 33), ma anche di “un nemico” che sparge zizzanie (vv. 24-30). 

Tutto è “vitale” ed anche “prezioso” perché nel campo c’è anche un tesoro (v. 44), come al mercato ci sono perle preziose e una più di tutte (vv. 45-46). 

2. Mi chiedo anch’io perché una parola in parabole (v. 10) e quali siano le parabole con cui Lui ci parla oggi, che continua ad usare e perché voglia continuare a parlare così (cf vv. 11-17; 34). 

Ecco dunque il valore della realtà che comunque va interpretata, come le parabole necessitano di una spiegazione ed è Gesù stesso a fornirla ai suoi discepoli (vv. 18-23); ma non basta affinché essi la applichino alla loro situazione (vv. 16-18) ed ai nuovi ascoltatori, alle loro comunità (vv. 36-43; 49-50; 51-52). 

Già questo è il primo effetto del dono contenuto nella Parola: far parlare i fatti, le esperienze, quello che ci capita e che spesso, in prima battuta, ci resta incomprensibile (v. 35). 

3. Le parabole, queste parabole, ci dicono che Dio è già presente nella realtà, abita il mondo, il reale... e qui va scoperto: è il Regno; ma lo è a modo suo: “vitale”, come seme nella terra, lievito nella farina; soprattutto non ha paura di ostacoli, di fallimenti e alla fine ci sorprende sempre per la sua “forza inclusiva” (la rete gettata nel mare, vv. 47-48), la sua vitalità, la sua capacità di fruttificare (vv. 23) 

Ci dicono della sua pazienza con noi che invece pretendiamo tutto e subito (vv. 28-30). 

4. E’ sempre Lui che per primo “prende l’iniziativa” con noi e si coinvolge nella nostra vicenda umana (vv. 1-2). 

A noi, “comunità evangelizzatrice”, come ci definisce Francesco, il compito di accompagnare” questo processo vitale, capaci di fruttificare e di festeggiare” (cf Evangelii gaudium 24), consapevoli che “il tesoro” non sarà mai nostro se non “compriamo il campo” nel quale è nascosto il suo tesoro (13,44), se non vediamo tutto il resto per possedere “la perla di grande valore” (13,46). 

Roberto


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