venerdì 21 novembre 2025

Vicina è la Parola 23 novembre 2025 / Cristo Re e Signore Regnare è servire… servire è amare!

 Vicina è la Parola 













23 novembre 2025 / Cristo Re e Signore

2Samuele 5,1-3 / Salmo 121

Colossesi 1,12-20

Luca 23,35-43


Regnare è servire… servire è amare!

Quando un oggetto è diventato inutile decretiamo che “non serve più a nulla” e purtroppo diciamo questo anche delle persone che non apprezziamo. Un individuo, potrà essere usato come nel nostro mondo commercializzato e globalizzato, ma se ritrova in sé nuove energie per essere sé stesso sarà sempre in grado di rigenerarsi.

Anche facendo un regalo in realtà vorremmo donare noi stessi e, proprio perché ci riesce assai difficile farlo, lasciamo come un vuoto che nessun oggetto potrà mai colmare.

“Il vero amore, al contrario, è in grado di illuminare questo vuoto senza doverlo riempire con un di più numinoso. Anche se dessi tutto (cf 1Corinti 13) l’amore mostra che da ultimo, si tratta di nulla, che anche l’intero rimane incompiuto (S. Žižek). Così anche noi ci doniamo a vicenda in modo che ognuno possa diventare un donatore incompiuto e imperfetto.

Sulla croce Gesù raccoglie tutti gli amori nell’oggi del qui e ora, nel presente, così che l’amore possa davvero regnare sulla morte. Il vero amore non si dispiega in un lontano dopo, in un paradiso che promette un di più di felicità, di piacere, o di Dio solo sa cosa. L’amore coglie questa semplice, fuggente presenza e fa di essa, qui e ora, la verità dell’incondizionato essere-insieme”.

Contestualizzazione evangelica di Luca 23,35-43

Il racconto della passione e morte del Nazareno redatto da Luca ha molte caratteristiche originali che lo differenziano dagli altri ed è coerente con tutta la sua narrazione che attualizza nell’oggi delle persone incontrate da Gesù l’annuncio e l’esperienza della misericordia del Padre.

L’intera narrazione l’abbiamo già ascoltata nella “Domenica di Passione”, ora la liturgia concentra il focus sulla crocifissione che si rivela luogo culmine dei precedenti incontri e relazioni: anzitutto con Simone di Cirene “tipo” del discepolo che porta la croce seguendo Gesù (23,26, cf 9,23) e che evidenzia la misericordia usata da uno sconosciuto verso di Lui; con alcune donne mescolate alla moltitudine del popolo in un atteggiamento compassionevole che attrae l’ammonimento profetico del condannato (vv. 27-32); infine con due malfattori che condividono la sua stessa condanna (v. 33).

In tale contesto le prime parole del Crocifisso sono un’invocazione di perdono da parte del Padre per i suoi uccisori (v. 34) che contrasta con la reazione di derisione da parte delle autorità e dei soldati (vv. 35-37) e di uno dei due malfattori rimproverato però dall’altro (vv. 39-41).

Sembra che il precipitare della situazione abbia come “culmine” il dialogo tra questo delinquente, reo confesso, e Gesù: egli riconosce contemporaneamente il suo fallimento personale e la regalità di chi è crocifisso con lui (cf v. 42 caso unico nei racconti evangelici).

La risposta affermativa di Gesù è l’apice di tutto il vangelo: OGGI con me sarai nel paradiso! (v. 43).

Stare con Lui in croce è già il paradiso. Sembra paradossale ma è questo il senso della promessa che poggia su quell’oggi che, come spesso abbiamo notato, è la collocazione teologica più che temporale della salvezza che si fa storia nell’esistenza umana e di persone concrete (cf 5,21), soprattutto che ne sarebbero per ovvie ragioni escluse (cf 19,9-10).

Questa è la consapevolezza che deve maturare la comunità lucana: nessuno è escluso dalla misericordia del Padre; qualsiasi sofferenza vissuta con Gesù non è più una condanna!


Ambientazione liturgica

+ Dovremmo iniziare ogni celebrazione eucaristica entrando nell’aula liturgica seguendo la Croce, per non dimenticarci mai che siamo un popolo in cammino dietro il Signore Crocifisso la cui regalità, che in questa domenica solennizziamo, si manifesta proprio nella misericordia: l’amore che perdona [Riti inziali e Atto penitenziale].

- Proclamiamo nell’Evangelo di oggi una regalità “derisa” che non esterna nessuna potenza umana, anzi il contrario, rinuncia a “salvarsi” per “salvare”, un re vincitore della morte che diventa “porta” del paradiso.

- Questa è la vera “immagine di quel Dio invisibile” che finalmente esce allo scoperto nel suo piano di finalizzare tutto nel Figlio “primo e ultimo”, “mediante il quale tutto ha riconciliato a sé con il suo sangue versato sulla croce”; in Lui è la “pienezza” divina di un’umanità liberata e redenta pienamente integrata e rappacificata [Colossesi 1 – II lettura].

- Al gioioso ringraziamento di Paolo si unisce quello della comunità, non più solo per la città santa, ma come acclamazione per una cittadinanza di cui quella è stata solo un annuncio e una figura [Salmo 121].

+ Celebrare il Signore nella liturgia eucaristia costituisce il nostro oggi nel quale ciò che è proclamato e ascoltato diventa esperienza unica e universale insieme. Colui che ha assunto la nostra natura umana, prefigurato nella regalità di David uomo debole e insieme guida sicura, ci associa a sé in una comunione carnale che non ha eguali, in una sponsalità regale eterna. È infatti nella comunione eucaristica che noi sperimentiamo di essere “sue ossa e sua carne” [2Samuele 5 – I lettura].


Preghiamo con la Liturgia

Dio nostro Padre, 

che seguendo le orme del tuo Figlio,

ci hai chiamati a regnare con Lui
nella giustizia e nell'amore,
liberaci dal potere delle tenebre
perché, possiamo condividere

la sua risurrezione nel paradiso. 

Amen.


domenica 16 novembre 2025

Vicina è la Parola 16 novembre 2025 - Domenica XXXIII/C Sempre una sorpresa!

 Vicina è la Parola
















16 novembre 2025 - Domenica XXXIII/C
Malachia 3,19-20 / Salmo 97
2Tessalonicesi 3,7-12
Luca 21,5-11

Sempre una sorpresa!

Anche se ben predisposti, sensibili e attenti, saremo sempre sorpresi di come sia stato facile fraintendere tutto e lasciarci ingannare da qualche specchietto per le allodole, soprattutto quando riflette tragedie e sconvolgimenti. Ma è proprio così che Lui vuole sedurci e conquistarci, quasi corteggiarci e a noi non piace stare in balìa di qualcun altro, vogliamo condurre noi il gioco con pronostici e previsioni, sondaggi e proiezioni.

Alla fine ci arrenderemo, ci faremo prendere per mano e ci lasceremo andare ad una danza i cui passi ritmano la gioia di essere amati.

Dio è una sorpresa, sempre! 

Ma non ci sorprende come noi pensiamo o temiamo… come un agguato, alle spalle.

Ci sorprende con le sue incursioni nel nostro vissuto, nei nostri incontri, nelle nostre esperienze, quando – dove – come noi non immaginiamo perché sempre attenti a tutto ma non abbastanza a “chi”. 

Lungo il racconto evangelico di Luca, che abbiamo ascoltato e letto quest’anno, a segnare il passo è stato “l’oggi” (cf 2,11; 3,22; 4,21; 12,52; 13,32; 19,5.9; 23,43), ma determinanti sono stati gli incontri, i gesti, gli sguardi, i volti, le parole… delle persone.

Contestualizzazione evangelica di Luca 21,5-11

Anche Luca racconta di Gesù che caccia i venditori dal Tempio e l’intenzione dei “capi” di farlo morire… ma, mentre il popolo pendeva dalle sue labbra (cf 19,45-48), loro continuano a insidiarlo con le loro tendenziose domande sulla sua autorità provocando la drammatica parabola dei “vignaioli omicidi” (cf 20,1-19). Ancora sul “tributo all’imperatore romano” e poi sulla “risurrezione dei morti”: nessuno “osava più rivolgergli alcuna domanda” (cf vv.20 - 40). Alla fine è stato Gesù stesso a porre la questione “il Messia e il Re Davide” (cf Salmo 110,1) che lo riguarda in relazione al suo destino di morte e risurrezione (cf vv. 41-44). Non c’è più alcuna reazione da parte delle autorità, nemmeno quando il Maestro mette in guardia i suoi discepoli dalle loro ostentazioni, in particolare nel pregare e denuncia come i farisei approfittino delle vedove invece di difenderle (vv. 45-47).

Sono passaggi narrativi impervi che preparano un confronto emblematico tra i ricchi che ostentano le loro offerte nel Tempio e la vedova povera che “getta tutto quello che ha per vivere” (cf 21,1-4): ecco, nel centro del culto e della presenza di Dio, la donna - vedova e povera - chiude la narrazione della vicenda messianica di Gesù e apre il racconto della sua passione, quasi una “profezia” del suo donarsi totalmente ed è presentata anche come “tipo” del discepolo chiamato a donare tutto sé stesso (cf 14,33). 

Ora Gesù inizia a “profetizzare” la distruzione del Tempio e le persecuzioni a cui i suoi discepoli andranno incontro ma annuncia che “la vostra liberazione è vicina!” (cf vv. 21,5-28). 

I discorsi sugli eventi finali e futuri [éskatologici] riguardano Gerusalemme (cf 13,34-35; 19,41-44) e il mondo intero, ma soprattutto Lui stesso e la comunità dei credenti (cf vv. 21,12-18) e si concludono con una parabola “vitale” che invita alla “vigilanzacome atteggiamento per vivere responsabilmente gli eventi storici senza cedere al fatalismo o al “terrorismo apocalittico” (cf vv. 29-33).

A chi è concentrato sul “quando” (cf 17,20; 21,7; 24; Atti 1,6) può sfuggire che gli avvenimenti tragici, storici o climatici, non sono segni escatologici: “Non lasciatevi ingannare… non andate dietro… non vi terrorizzate, non è la fine” (vv. 8-9). Occorre un ben più attento e profondo discernimento per individuare i germogli di vita, maturato nell’ascolto della Parola del Signore (la perseveranza del v. 18), per cogliere il senso della redenzione che si attua nella storia: ecco il valore del vegliare per l’incontro con “il Figlio (cf v. 36).

I lettori del vangelo sono così predisposti ad ascoltare il racconto della passione, morte e risurrezione del Signore (cf cc. 22-24 già proclamato nella “Domenica di Passione”) e l’evangelista ci ricorda l’attività quotidiana del Nazareno: l’insegnamento nel Tempio di giorno e il pernottamento tra gli ulivi. Così “il popolo che andava da Lui di buon mattino per ascoltarlo è l’immagine della comunità che non deve trascurare l’ascolto in ogni circostanza della sua esistenza (cf vv. 37-38)


Ambientazione liturgica

+ Nel ritrovarci per la celebrazione eucaristica proveniamo a volte da situazioni difficili e portiamo con noi un senso di sfiducia e di disillusione: siamo ancora una volta qui, come fosse la prima… Riuscirà la Parola a ridarci fiducia, lo Spirito del Risorto a rinnovarci interiormente, i segni eucaristici ad alimentare nuovamente la Speranza?

- Siamo anche noi nella situazione di Israele a cui si rivolgeva il profeta Malachia: i rimpatriati non sono stati ben accolti da tutti anche se hanno contribuito alla ricostruzione del Tempio; la città, mal fortificata, è spesso soggetta a incursioni; anche la vita religiosa è decadente e la fedeltà all’Alleanza minacciata… Il profeta fa ricorso a tutti i suoi mezzi, dalle minacce alle promesse, pur di risvegliare nel popolo di Dio la fiducia in Lui che ancora una volta si rivolge anzitutto ai poveri e agli umili [Malachia 3 – I lettura].

- Non è né facile né scontato farsi coinvolgere dalla gioia incontenibile e travolgente del Salmo a cui invece partecipano gli elementi della natura. Difficile è invece resistere a questo ritmo concitato e crescente, un’acclamazione di gioia irrefrenabile [Salmo 97].

- Se il futuro ci preoccupa e il passato ci appesantisce “nessun segno ci è dato che non sia verità significativa ed operante nell’oggi: in una situazione personale e universale di crisi violenta che coinvolge l’umanità, al vaglio della Parola, si manifesta l’inconsistenza di ogni tentativo per difendere se stessi o assicurarsi la propria personale incolumità; anche l’impegno quotidiano solidale con la fatica altrui [2Tessalonicesi 3 – II lettura] rende reale e fruttuosa la pazienza dell’amore che salva senza tuttavia tutelare e tenendo vivo il desiderio dell’incontro e la gioia della ricerca” [Luca 21 - Evangelo]. (Comunità di Viboldone)


Preghiamo con la Liturgia

Padre, 

principio e fine di tutto ciò che esiste,
che raduni l'umanità nel Tempio vivo del tuo Figlio,
donaci di tenere salda la speranza del tuo regno,
perché perseverando nella fede
possiamo gustare fin da ora la pienezza della vita.

Amen.


Vicina è la Parola 23 novembre 2025 / Cristo Re e Signore Regnare è servire… servire è amare!

  Vicina è la Parola  23 novembre 2025 / Cristo Re e Signore 2Samuele 5,1-3 / Salmo 121 Colossesi 1,12-20 Luca 23,35-43 Regnare è servire…...