mercoledì 24 dicembre 2025

Ancora e sempre NATALE

 

Vicina è la Parola

Giovanni 1,1-18:

Giorno del Natale e Domenica di Natale

Luca 2,1-52:

Notte / Aurora del Natale – Santa Famiglia

 Ancora e sempre Natale…

Comunque sia nata questa Festa nelle comunità cristiane, essa non ci viene riproposta annualmente per celebrare il compleanno di Gesù o per rappresentare la sua presenza di bambino in mezzo a noi.

Continuiamo a festeggiare con ammirazione stupita il mirabile prodigio del “Dio Bambino” che riesce sempre, in qualche modo e dopo duemila anni, a suscitare i nostri migliori sentimenti di tenerezza e di bontà... che nel mondo in cui ci troviamo a vivere, sarebbe già un grande successo!         Tuttavia non credo che Dio abbia “progettato” dal “principio” di “farsi uomo” solo per risvegliare quel tanto di infantile che ancora languisce in noi, ma piuttosto per continuare a tener vivo il senso di umanità che spesso rischiamo di smarrire se non di distruggere!

Contemplarlo Bambino ci permette di arrenderci all’evidenza di un’umanità ancora degna di essere assunta e amata, sempre nuovamente rigenerata.

 

Il Verbo-Parola del Padre è diventato carne

Questo è l’annuncio dell’Evangelo secondo Giovanni (1,14) che ascoltiamo nella celebrazione del “Giorno” del Natale e che riecheggerà nelle liturgie domenicali natalizie.

La comunità cristiana, nata dall’evento della risurrezione, ha sviluppato la sua esistenza storica da quel mistero di morte-vita che il Crocifisso-Risorto continua a celebrare con noi e che ha già iniziato ad esistere nel ventre di Maria quando la divinità del Figlio si è unita con la sua e nostra umanità.

Una Parola che è Vita / Luce di ogni essere umano e che noi abbiamo visto nella sua piena manifestazione [gloria del Padre], amore gratuito e verità.

Un dialogo primordiale che coinvolge ed include silenziosamente ogni essere vivente, inesorabilmente prima ancora che qualcuno riesca a sentirlo.

La Parola proclamata ora nella comunità non viene più dall’alto, ma emerge dalla nostra stessa umanità, si esprime con le nostre parole… finalmente udibile e comprensibile.

Le Letture bibliche che ascoltiamo in questo tempo natalizio ci testimoniano “le cose che si dicevano di Lui”… mentre ancora nessuno nemmeno lo aveva sentito parlare.

Eppure quanto dice a chi lo incontra!

I pastori se ne tornarono, glorificando Dio, per tutto quanto avevano udito e visto” (Luca 2,20). Se lo passano di braccia in braccia, e chi lo vede finalmente vede la Luce (cf 2,28.32); gli altri dicono di Lui cose mai udite che fanno lo stupore di suo padre e sua madre (cf 2,33), ma Lui tace ancora.

È ancora Maria che custodisce tutte questi fatti-parole [cose] meditandole nell’intimo di lei…. come è chiamato a fare ciascuno di noi “vivendo la Parola”.

 

Cieco Natale

Natale: i temi sono esauriti.

E tuttavia c’è sempre spazio

nel cuore perché un altro

fiocco di neve riveli lo schema.

 

L’Amore bussa con dita così gelate.

Guardo fuori. Nell’ombra

di un Dio così vasto, io tremo, incapace

a causa del bianco di scoprire il bambino

R.S. Thomas, Blind Noel, in No Truce with the Furies.

 

 

In preghiera

O Dio, nostro Creatore e Padre,

in modo mirabile hai fatto l’essere umano a tua immagine,

e in modo ancor più meraviglioso

lo hai rinnovato con la nascita umana del tuo Figlio,

concedi a noi di partecipare alla vita divina di Cristo,

che oggi è divenuto nostro fratello.

venerdì 19 dicembre 2025

Vicina è la Parola 21 dicembre 2025 Domenica IV dell’Avvento/A Dio è con noi!

 Vicina è la Parola 
21 dicembre 2025
Domenica IV dell’Avvento/A
Isaia 7,10-14S/ Salmo 23,1-8
Romani 1,1-7
Matteo 1,18-24


Dio è con noi! 

È questa la promessa che attraversa la storia della salvezza e che si realizza OGGI mentre siamo riuniti per la celebrazione eucaristica nella quale risuona l’annuncio dell’incarnazione del Figlio di Dio, l’Emmanuele: Dio-con-noi.

Le promesse di Dio si realizzano nella storia di un popolo, di una famiglia, di un uomo Giuseppe sposo di Maria e nella nostra esistenza personale.

Tutto cambia nella logica dell’amore del Padre che realizza il suo progetto di salvezza per tutti gli esseri umani, anche se nulla appare e se il segno contrasta con ogni altra affermazione di forza e di potenza umana. 


Oggi, nella Parola

Il profeta Isaia [I lettura] prefigura il realizzarsi del sogno dell’umanità nuova e di Dio nel "segno" che Egli stesso darà al re Acaz, sconfiggendo le sue paure e le sue false sicurezze: una ragazza, già in tempo di nozze, darà alla luce un figlio: Dio-con-noi. 

Ora questa profezia si è realizzata per ogni persona umani, annuncia l’apostolo Paolo ai cristiani di Roma [II lettura]: tutti sono gratuitamente amati dal Padre con un amore “fatto carne in Gesù” che è diventato il Signore della vita con la sua risurrezione più forte della morte.

L’inaudito di Dio, avviene nell’esistenza di due giovani promessi sposi: Maria e Giuseppe che hanno ascoltato e accolto il suo annuncio, nell'obbedienza e nella fedeltà, facendo spazio alla sua Vita generata in loro e prendendosene cura, così che ogni credente potrà farne esperienza [Evangelo di Matteo].

Colmati di gioia per l’amore che ci è donato, con il Salmo 23 acclamiamo al Signore che vive tra noi.

Il seme fecondo di una umanità nuova, svolta epocale, si compie oggi nel mistero pasquale di questa eucaristia che celebriamo nell’attesa del suo ritorno glorioso.

Come sempre, la Parola ci interpella e ci chiede una scelta: fermarci esitando e calcolando, o aprirci con fiducia ad accogliere il sogno di Dio per tutti gli esseri umani?


Oggi della nostra storia

“Egli, che come Dio era Tutto,

ma sempre dall’altro lato del confine,

nell’eterno riserbo;

è venuto al di qua del confine

ed è stato ora presso di noi, con noi.

Di questo evento parla il Natale.

Questo è il suo contenuto, questo soltanto”.

Romano Guardini


giovedì 11 dicembre 2025

Vicina è la Parola 14 dicembre 2025 Avvento domenica III/A

 Vicina è la Parola 

14 dicembre 2025

Avvento domenica iii/a


Vicina è la Parola 

14 dicembre 2025

Avvento domenica iii/a











Una speranza per tutti: Dio si è fatto vicino!

Annuncio di gioia per chi da povero si fida di Lui.

Isaia 35,1…10 / Salmo 146,7-10

Giacomo 5,7-10

Matteo 11,2-11


Che effetto fa la GIOIA?

“Dov’è la GIOIA, dov’è… mi chiedo dov’è. Dimmi dov’è…” cantavano le Vibrazioni a Sanremo2020 e mi ritorna nel celebrare questa III domenica dell’Avvento.

Si saranno chiesti lo stesso i deportati in Babilonia ritornati in patria, 

“i riscattati dal Signore”, dopo aver percorso “una strada [da Lui] appianata… una via santa”. 

Dov’è ora quel “giubilo in Sion”? Eppure avevano “irrobustite le mani fiacche e le ginocchia vacillanti, gli smarriti di cuore”. 

Le cronache di Esdra e Neemia ci dicono che non è stata tutta una festa!

Mettendosi in cammino avevano creduto alla gioiosa profezia di Isaia [35 - l lettura]

“Si rallegri il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. 

Come fiore di narciso fiorisca. Sì! Canti di gioia e con giubilo”. 

Anche ai ciechi si apriranno gli occhi… ai sordi gli orecchi… la lingua del muto griderà di gioia.

Una volta ritornati, devono ancora continuare a credere che “felicità perenne splenderà 

sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto”.

Una delusione? 

Forse… oppure una ricerca e un cammino che non finiscono mai.


Ambientazione liturgica

“Sei tu Colui-che-deve-venire e dobbiamo aspettarne un altro?” [Matteo 11 – Evangelo]

Ci sorprende che questa domanda venga proprio da chi il Messia avrebbe dovuto riconoscerlo bene, da colui che lo aveva “indicato presente nel mondo” (cf Giovanni 1,6-8.15; 19-36). Ora, incarcerato da Erode, e forse deluso anche lui perché “Chi viene” non si presenta come “un giustiziere” (cf Matteo 3,1-12), uno che compie sì le profezie, ma con una “buona notizia rivolta ai poveri”: “Beati i poveri nello spirito… quelli che piangono… che bramano un nuovo rapporto con Dio... e sono perseguitati” (cf Mt 5,1-10) come adesso il battezzatore.

Ci sono dei segni… ma occorre saperli vedere.

Saper ascoltare per vedere!

In mezzo agli innumerevoli segni di dolore e di morte che ci assillano occorre essere capaci di cercare quelli di vita. Come fa “l’agricoltore che aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto… la venuta del Signore”. [Giacomo 5 – II lettura]

Abitiamo una terra che non è più solo nostra (una “valle di lacrime”), ma una terra abitata dalla sua definitiva e fedele presenza [Salmo 145], che Lui ha reso feconda e capace di far fiorire la gioia!

Mi chiedo, celebrando l’eucaristia con la mia comunità, con quale coraggio i miei fratelli presbiteri di Gaza o di Goma… proclameranno questa Parola e con quale stato d’animo le loro comunità l’accoglieranno. I loro volti saranno sicuramente rigati di lacrime che si asciugheranno gli uni gli altri, sentendo sul loro viso la carezza del Signore.


Ecco dov’è la gioia!

Cerco di capire quello che non so capire
fuori vola polline e ho creduto fosse neve
e non mi sento contento.
Chissà se poi sono io quello allo specchio.

Cerco dai vicini la mia dose giornaliera
di sorrisi ricambiati per potermi poi sentire
socialmente in pace con il mondo e con il mio quartiere.

Chiedimi se dove sto sto bene, se sono felice.
Chiedimi qualsiasi cosa, basta che mi dici

Dov'è, dov'è, dov'è, dov'è la gioia, dov'è…

Mi chiedo dov'è quel giorno che non sprecherai.
Il cielo rosso, l'orizzonte.
E l'odio arreso al bene dov'è, mi chiedo dov'è?

Cerco di sentire quello che non so vedere.
La mia solitudine è sul fondo di un bicchiere
d'acqua che m'inviti a bere.
Ho sete di stupore, mi puoi accontentare?

Chiedimi se sono fuori posto in questo posto.
Chiedi tutto basta che qualcuno mi risponda adesso.

Dov'è, dov'è, dov'è, dov'è la gioia, dov'è…

Mi chiedo dov'è?

E rimango già qui, rimango così e non ci penso più.
Ho una clessidra ferma al posto del cuore
e un piano alto dove puoi vedere tutto.
Rimango così, rimango così e non ci penso più
E allora chiedimi se sono fuori posto in questo posto.
Chiedi tutto basta che qualcuno mi risponda adesso.

Dov'è, dov'è, dov'è, dov'è la gioia, dov'è…


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giovedì 4 dicembre 2025

Vicina è la Parola Tempo dell’Avvento/A 7 Dicembre 2025 – II Domenica Futuro presente: OGGI

 Vicina è la Parola 

Tempo dell’Avvento/A

7 Dicembre 2025 – II Domenica

Isaia 11,1-10 / Salmo 71,1-17

Romani 15,4-9

Matteo 3,1-12










Futuro presente: OGGI

Il FUTURO è di sicuro la realtà che in questo momento ci preoccupa di più.

E pensare che quando eravamo piccoli guardavamo al futuro con incanto ed eravamo fieri quando qualcuno ci chiedeva incuriosito: “Cosa vuoi fare da grande?”.

Ecco per i più giovani il futuro è “diventare grandi”, “farsi un futuro”.

Per non parlare poi del liceo (vissuto da me nei mitici anni ’70) in cui il futuro era la possibilità “di cambiare il mondo”, come i “quattro amici al bar” dell’amico Gino Paoli.

Mi direte che è fisiologico questo cambio di prospettiva dato dall’età, dalle esperienze accumulate, dalle sconfitte subite, dai sogni non realizzati… ma mi sa che è proprio la mancanza di prospettive a fare la differenza.

Se poi ci mettiamo pure le crisi internazionali a causa dei conflitti bellici in atto, il cambiamento climatico, le risorge energetiche… allora c’è davvero da preoccuparsi al solo pensarlo il futuro!

L’oggi della Parola

In modo stupefacente, con coraggio e determinazione, la Liturgia romana della Chiesa inizia il suo “nuovo anno” proprio dal futuro, ma non da quello prossimo delle prossime “feste natalizie” che ormai hanno inquinato inesorabilmente anche la vita cristiana, ma da quello remoto: l’ultimo!

Ne parlano i “vangeli sinottici”, riportando i discorsi escatologici del Nazareno proprio alla viglia della sua passione [cf Marco 13; Matteo 24; Luca 12 e 21 – I domenica] che si riferiscono ad un contesto comunitario dove la maggior parte degli eventi “previsti” si sono ormai realizzati, compresi la distruzione di Gerusalemme per mano dei legionari romani (70 d. C.) e le stesse persecuzioni nei confronti dei primi cristiani.

Colpisce che, in mezzo alle catastrofi climatiche e cosmiche preannunciate, venga in primo piano proprio Colui che ben conosciamo nel suo aspetto umano: il Figlio. Quasi un incontro atteso e desiderato anche se pur sempre imprevedibile e sorprendente, a volte addirittura descritto come lo Sposo che viene per le nozze [cf Matteo 25,1-3] o il padrone che torna da un lungo viaggio [vv. 14-30].

Comunque nulla di terrificante, piuttosto di affascinante (fascinans) quasi a voler suscitare il desiderio di “andargli incontro”, come il ritornello del Salmo 121 [I domenica] addirittura “con gioia”.

È questo il senso del costante invito nel tempo di Avvento all’attenzione vigile.

Tendere con tutto se stessi verso chi viene a “suscitare la pace” e l’armonia universale, “a giudicare con giustizia i poveri, i miseri, gli oppressi” [Isaia 2 e 11] …finalmente!

Un futuro così attrae, non disincanta come un’utopia distopica, alimenta ancora di più il desiderio, favorisce il sogno, ma nello stesso tempo sorregge i progetti: dà all’oggi un respiro necessario a muovere tutta l’esistenza verso il suo compimento e sostiene la speranza di un mondo già ora possibile: “il regno di Dio è giunto… è qui… in mezzo a voi” (cf Marco 1,15; Luca 17,20-25).

È questo che indicava Giovanni il battezzatore ai suoi ascoltatori, però con una intransigenza che poi sembrerà essere smentita [Evangelo – II/III domenica].

Paolo esortava già i cristiani di Roma, e oggi noi, a vivere “svegli e armati di lucerivestiti di Cristo” [I domenica], consapevoli che vivere il presente con questi atteggiamenti richiede “perseveranza”: non si improvvisano né si affrettano, e soprattutto trovano la loro verifica da come siamo disponibili ad “accoglierci gli uni gli altri… come Cristo accolse noi” [II domenica].

C’è sempre spazio, nella vita cristiana, per il compiersi di una promessa e per attuare un cambiamento di rotta, di pensiero e di azione; non tanto perché ne siamo capaci, piuttosto perché ormai il vero cambiamento è già in atto, compiuto da Dio stesso in Gesù verso di noi: ci ha immersi nel suo Spirito (pneuma) e fuoco (puros) che forgia creature e persone nuove [Matteo 3,1-12 – II domenica].

Il futuro è dunque un tempo da abitare vivendo l’oggi che già lo contiene in germe.

Vieni!

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più soli
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni, tu che ci ami,
nessuno è in comunione col fratello
se non è in comunione con te, o Signore.

Noi siamo tutti lontani, smarriti, 

né sappiamo chi siamo, 

cosa vogliamo.

Vieni, Signore.

Vieni sempre, Signore!


Ancora e sempre NATALE

  Vicina è la Parola Giovanni 1,1-18: Giorno del Natale e Domenica di Natale Luca 2,1-52: Notte / Aurora del Natale – Santa Famiglia...